giuseppe pignatone

CHI HA VINTO E CHI HA PERSO NEL PROCESSO DI MAFIA CAPITALE, CHE MAFIA NON ERA? - PARLA IL CAPO DELLA PROCURA PIGNATONE: ‘SI FATICÒ AD ACCETTARE ANCHE COSA NOSTRA, NON È STATO COMPRESO A FONDO IL NOSTRO LAVORO. MA CI SONO ALTRI DUE GRADI DI PROCESSO’. E LA CASSAZIONE IN DUE MOMENTI DELL’INCHIESTA HA RICONOSCIUTO L’ELEMENTO MAFIOSO…

 

Grazia Longo per La Stampa

 

giuseppe pignatone (2)giuseppe pignatone (2)

Sorpresa più che delusione. La procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone incassa la sconfitta per il mancato riconoscimento della componente mafiosa, regolata dall' articolo 416 bis, con la consapevolezza che non è ancora stata scritta l' ultima parola sulla storia dell' inchiesta Mafia capitale.

 

Non solo perché ci sono ancora due gradi di giudizio, ma perché tanti sono i dubbi e gli interrogativi sul verdetto della decima sezione penale del Tribunale di Roma. Al di là delle dichiarazioni tipo «le sentenze si accettano e non si commentano», forte è la sensazione che ci sia stata una sorta di resistenza all' attività pionieristica sul connubio corruzione e mafia svolta dal pool di Pignatone, composto dagli aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino affiancati dai pm Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli.

 

E non è la prima volta che succede. Già in passato, nel nostro Paese, si è faticato ad identificare e accettare la mafia come tale. Non a caso il procuratore capo, discutendo ieri con il suo entourage, ha ricordato il primo maxi processo contro Cosa nostra avvenuto a Palermo nell' 87.

 

buzzi carminatibuzzi carminati

«Nonostante ci fossero già state almeno cento vittime per mano della mafia - ha spiegato Pignatone ai suoi collaboratori - l' organizzazione mafiosa verticistica venne riconosciuta solo grazie alle testimonianze del pentito Tommaso Buscetta». A Roma non possiamo aspettarci pentiti, ma secondo il procuratore «non è stato compreso a fondo il nostro lavoro».

Come non lo fu, peraltro, per la 'ndrangheta: la legge italiana l' ha individuata come nemico pericoloso solo nel 2010.

 

BUZZI CARMINATIBUZZI CARMINATI

Solo sette anni fa la parola 'ndrangheta venne inserita nell' articolo 416 bis, dopo una discussione parlamentare. E anche all' epoca c' era di mezzo Giuseppe Pignatone: il Parlamento avviò la discussione dopo che la Commissione nazionale antimafia discusse dell' emergenza delle cosche calabresi in seguito ai processi e alla battaglia condotta da Pignatone contro le 'ndrine quando era procuratore capo a Reggio Calabria. In quella circostanza il suo essere pioniere, ricercatore di una strategia giurisprudenziale che facesse scuola ricevette il placet. Stavolta no. Il Tribunale di Roma ha ridimensionato il 416 bis, derubricandolo a semplice 416, l' associazione per delinquere.

 

E allora s' impone un dubbio.

PAOLO IELOPAOLO IELO

Perché il Tribunale di Roma ha ignorato la Cassazione che, chiamata ad intervenire due volte sul caso Mafia capitale (prima al Riesame e durante un procedimento minore poi), ne aveva ammesso la natura di stampo mafioso? La Cassazione ha sancito che Massimo Carminati & soci erano temuti sul territorio per la loro «riserva di violenza». Nel senso che non c' era bisogno di spari di lupara per intimidire gli imprenditori che per ottenere appalti dovevano sottostare ai diktat di Salvatore Buzzi e compagni.

 

Bastava quella «riserva di violenza», quel bagaglio criminale portato in dote da Carminati quando si è messo in società con Buzzi. Ieri il Tribunale ha cancellato questa tesi. In caso contrario si sarebbero spalancate le porte per la creazione di un precedente giuridico non di poco conto. Soprattutto considerando che in Italia, dal Nord al Sud, la corruzione si estende a macchia di leopardo.

L'ARRESTO DI TOMMASO BUSCETTA IN BRASILE NEL 1983L'ARRESTO DI TOMMASO BUSCETTA IN BRASILE NEL 1983

 

Tanti gli episodi corruttivi che si incrociano con un modus operandi mafioso. Il consolidamento di Mafia capitale avrebbe costituito un precedente non trascurabile.

 

L' ultimo capitolo, comunque, non è ancora stato messo a punto. La procura di Roma, una volta lette e valutate le motivazioni della sentenza di primo grado, ricorrerà in appello. E successivamente, qualora fosse necessario, in Cassazione. Tanto più che ogni volta che si parla di mafia la strada è sempre lunga e impervia. Il reato mafioso è stato introdotto solo nel 1982 e solo nel marzo 1992, poco prima delle stragi contro Falcone e Borsellino, la Cassazione definì Cosa nostra come una cupola, unitaria e verticistica.

CASSAZIONECASSAZIONE

 

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO