I PRO-BREXIT, FORSE PREOCCUPATI DAL CALO DELLE BORSE, SI DANNO UNA CALMATA, IN VISTA DEL REFERENDUM DEL 23 GIUGNO; E LANCIANO MESSAGGI RASSICURANTI. UNO SU TUTTI. SE VINCESSERO I "LEAVE", IL REGNO UNITO NON USCIRÀ DALL'UNIONE EUROPEA PRIMA DEL 2019
Aspirina per Dagospia
I pro-Brexit, forse preoccupati dal calo delle borse, si danno una calmata, in vista del referendum del 23 giugno; e lanciano messaggi rassicuranti. Uno su tutti. Se vincessero i "leave", il Regno Unito non uscirà dall'Unione europea prima del 2019.
A comunicarlo oggi al Financial Times è Chris Grayling, leader conservatore pro-Brexit e ministro in carica del gabinetto Cameron per l'Attuazione del programma di governo.
Grayling spiega che l'articolo 50 del Trattato di Lisbona stabilisce che solo dopo un voto all'unanimità degli altri 27 partner potrà definire l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione. E che questo voto potrà avvenire solo dopo due anni dal referendum. In più, sempre all'unanimità, i 27 potranno decidere anche di farlo slittare in avanti.
Ne consegue che l'uscita vera e propria potrà avvenire a ridosso della campagna elettorale del 2020. "Vogliamo che Cameron ci porti fuori dall'Europa", ma alla fine del suo mandato. Insomma, con calma e per piacere.