ANCHE SE CON GRANDE FATICA, ANCHE LA CHIESA STA ARRIVANDO NEL NUOVO MILLENNIO - I VESCOVI TEDESCHI HANNO ACCONSENTITO ALL’UTILIZZO DELLA PILLOLA DEL GIORNO DOPO, MA SOLO IN CASO DI STUPRO E SE NON SI TRATTA DI UNA MISURA CHE IMPEDISCA L’ANNIDAMENTO DELL’OVULO GIÀ FECONDATO - IN PRATICA IL FARMACO PUÒ ANDAR BENE SE PREVIENE UNA GRAVIDANZA, IDEM PER LE SUORE CHE IN CONGO RISCHIANO DI ESSERE VIOLENTATE...

Andrea Tornielli per "la Stampa"

I vescovi tedeschi aprono alla pillola del giorno dopo nel caso di donne vittime di stupro, a patto che il farmaco impedisca la fecondazione e non abbia effetti abortivi. È quanto ha comunicato la Conferenza episcopale tedesca riunita a Trier. Le pazienti che hanno subito violenze sessuali riceveranno negli ospedali cattolici della Germania «cure umane, mediche, psicologiche e pastorali».

«La somministrazione della pillola del giorno dopo - si legge nella nota dei vescovi - rientra in questi compiti, fintantoché la cura abbia effetti preventivi e non meramente abortivi». Viene inoltre specificato che «i metodi farmaceutici e medici che causano la morte dell'embrione non dovrebbero comunque essere adottati».

Su questo tema, tre settimane fa era intervenuto il cardinale di Colonia Joachim Meisner, il porporato tedesco più vicino a Benedetto XVI. Dopo le polemiche suscitate dal caso di una ragazza vittima stupro alla quale due ospedali cattolici di Colonia si erano rifiutati di somministrare la pillola del giorno dopo, Meisner aveva aperto alla possibilità di fornirla.

Il cardinale aveva spiegato: «Se dopo uno stupro viene impiegato un preparato, il cui principio attivo è l'impedimento di un concepimento, con l'intenzione di impedire la fecondazione, si tratta a mio avviso di un atto giustificabile».

Ma se invece un farmaco «il cui principio attivo è l'impedimento dell'annidamento, viene usato con l'intenzione di impedire l'annidamento dell'ovulo già fecondato, questo continua a non essere giustificabile, perché in tal modo all'ovulo fecondato, cui spetta la protezione dovuta alla dignità di essere umano, viene attivamente tolto il fondamento vitale».

Meisner aveva citato nuove evidenze medico-scientifiche sulla possibilità di scindere i due effetti - antifecondativo e antiannidatorio - che solitamente si trovano uniti nello stesso preparato. Negli anni passati più di un documento prodotto dagli uffici della Santa Sede aveva considerato illecita la pillola del giorno dopo, proprio per questo suo secondo effetto che impedisce l'annidamento.

Va ricordato che nel 1961 l'apertura di un dibattito interno alla Chiesa cattolica sull'uso della pillola anticoncezionale avvenne proprio in relazione ad alcuni casi di stupro che vedeva come vittime delle suore. Venne presa in considerazione la possibilità di somministrarla preventivamente alle religiose in Congo, per prevenire gli effetti delle violenze alle quali venivano sottoposte. Si parlò allora di «pillola congolese».

Negli anni successivi, il teologo Pietro Palazzini, poi cardinale, diede un parere favorevole all'uso del contraccettivo per quella circostanza specifica. Nel 1996 era stato il teologo spagnolo Gonzalo Miranda (oggi decano della facoltà di bioetica del Pontificio ateneo Regina Apostolorum) a proporre la pillola per le donne affette da gravi handicap mentali: era fresco di cronaca il caso della donna americana in coma irreversibile che aveva partorito un figlio dopo la violenza subita da un infermiere.

Padre Miranda, riferendosi anche alle suore che avevano subito violenza in Bosnia, osservava: «Qualora vi sia un rischio grave e imminente di violenza è lecito somministrare la pillola alle donne con handicap mentali, così come è lecito che la prendano le suore che si trovano in zone a rischio». In tutti questi casi, però, si trattava della pillola contraccettiva, da usare come prevenzione per donne che rischiavano di essere stuprate e non dopo che la violenza era avvenuta.

 

BENEDETTO XVI RATZINGER DI SPALLE Joachim Meisner papa ratzinger benedetto ybo105 suore

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...