bergoglio con raymond leo burke papa francesco

BERGOGLIO TENDE LA MANO AL SUO “NEMICO” – IERI IN VATICANO PAPA FRANCESCO HA RICEVUTO IL CARDINALE RAYMOND LEO BURKE, TRADIZIONALISTA “RIBELLE” A CUI IL PONTEFICE AVEVA FATTO TOGLIERE CASA E STIPENDIO. L’OBIETTIVO È GETTARE ACQUA SUL FUOCO E TENTARE UNA PACIFICAZIONE CON IL MONDO ULTRA-CONSERVATORE, DOPO LA DICHIARAZIONE SULLA BENEDIZIONE DELLE COPPIE GAY (CHE HA FATTO INCAZZARE ANCHE I VESCOVI DI MEZZO MONDO)

Estratto dell’articolo di Alessandro Rico per “La Verità”

 

BERGOGLIO CON RAYMOND LEO BURKE

«Sono tutti con me, mi critica solo la stampa di estrema destra». Papa Francesco, da quanto riferiscono alla Verità fonti ben informate, ignora o snobba consapevolmente la rivolta dei vescovi di mezzo mondo contro Fiducia supplicans, la Dichiarazione con cui l’ex Sant’Uffizio ha dato il via libera  alla benedizione delle coppie gay.

 

Eppure, nelle ultime settimane, ha ricevuto diverse persone rimaste vittime della «misericordia». Ieri, Jorge Mario Bergoglio ha visto il cardinale Raymond Leo Burke, il tradizionalista «ribelle» al quale il successore di Pietro aveva fatto togliere la casa e lo stipendio - rimane il giallo sull’assicurazione sanitaria vaticana.

 

JULIAN CARRON PAPA FRANCESCO 1

L’11 dicembre, invece, si era confrontato con don Julián Carrón, dimessosi a novembre 2021 dalla presidenza di Comunione e liberazione, per effetto di un decreto del Papa, che aveva limitato a un decennio il mandato dei vertici dei movimenti ecclesiali. Sei giorni dopo, era stata la volta di fratel Enzo Bianchi, ex priore di Bose, costretto nel 2020 ad allontanarsi dalla comunità con un altro provvedimento del Pontefice.

 

E non è sfuggito ai media il ritorno di padre Georg Gänswein, punito per il libro Nient’altro che la verità, caustico con il Papa argentino: ora ha avuto l’ok per celebrare a San Pietro la messa a un anno dalla morte di Benedetto XVI.

 

BERGOGLIO CON RAYMOND LEO BURKE

Cosa si sono detti Francesco e Burke? Il loro è stato un chiarimento a quattr’occhi? Uno sforzo di riconciliazione? L’Eminenza statunitense, a Reuters, ha affidato un commento laconico dopo il colloquio: «Be’, sono ancora vivo». Stando alle indiscrezioni raccolte dal Messaggero, il faccia a faccia è stato «complesso».

 

Le foto diffuse da Vatican news mostrano i due religiosi mentre [...] conversano in modo amabile, seduti l’uno di fronte all’altro. Considerato che il Pontefice, sul piano politico e comunicativo, non è uno sprovveduto, può darsi che l’evento, debitamente pubblicizzato, rappresenti un tentativo di gettare acqua sul fuoco.

 

È possibile che il Santo Padre, al netto dell’irremovibilità che ostenta, sia consapevole che sta camminando su un terreno minato. E che, a innescare gli ordigni, sono stati i suoi stessi azzardi.

 

BERGOGLIO CON SCIARPA GAY

A chi ne ha dibattuto con lui, Bergoglio ha riferito di aver firmato il documento sulle benedizioni, sottopostogli dal prefetto della Fede, Víctor Manuel Fernández, senza nemmeno leggerlo. Non è chiaro se fosse al corrente del «golpe» tramite il quale il cardinale argentino lo aveva licenziato: esautorando, cioè, la Feria Quarta, la commissione di esperti che dovrebbe esprimersi sulle questioni di rilevanza teologica e che Tucho non ha mai convocato.

 

Matteo Zuppi al meeting di Rimini 2023

Il Papa crede oppure finge di credere che la Chiesa sia dalla sua parte? La verità è che il disagio suscitato da Fiducia supplicans, anziché accelerare il temuto scisma dei prelati conservatori, sta semmai compattando le gerarchie cattoliche nell’insofferenza per la linea della Santa Sede.

 

Ed è significativo che la rivolta sia partita proprio da primati e conferenze episcopali del continente africano, ossia quella «periferia» che permea larga parte dei discorsi di Francesco.

 

GERHARD MULLER

[…]  Se si esclude il capo della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, che ha difeso la Dichiarazione sul Corriere, i vescovi italiani hanno preferito il silenzio. Solo il presule di Ventimiglia, monsignor Antonio Suetta, ha invitato a non fraintendere l’uso del termine «pastorale», più volte - e non sempre a proposito - richiamato da Fernández.

 

In Vaticano, però, non possono fischiettare: le critiche non sono un’esclusiva dei tradizionalisti. Per ricordare i principali: Gerhard Ludwig Müller, che ha tirato in ballo la blasfemia; Joseph Strickland, che ha invocato una sorta di resistenza passiva; Athanasius Schneider, che ha definito un «grande inganno» il testo di Tucho. A ribollire di più sono le regioni nelle quali la fede è giovane e viva.

 

papa francesco

In Brasile, la diocesi di Formosa ha fatto sapere che seguire le istruzioni della Dichiarazione «provocherebbe scandalo e incomprensioni». Le benedizioni delle coppie gay sono state proibite pure a Petrópolis. Hanno bocciato Fiducia supplicans, inoltre, il vescovo di Astana, in Kazakistan; l’arcivescovo di Lingayen-Dagupan, nelle Filippine; le Conferenze episcopali polacca, ungherese e ucraina e molti altri presuli europei. Sarà arduo chiudere la questione togliendo a tutti casa e stipendio.

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)