pasquale tridico

“IL PRIMO DEI FURBASTRI NEL PASTICCIO DEL BONUS È TRIDICO” – “LA VERITÀ” INFILZA IL PRESIDENTE DELL’INPS: “ANCHE LUI HA CONSENTITO CHE I RICCHI PARLAMENTARI POTESSERO INCASSARE L'ASSEGNO, SOTTRAENDOLO A CHI POVERO LO È VERAMENTE. E POI, LA RESPONSABILITÀ OGGETTIVA RICADE SU DI LUI. AVREBBE DOVUTO VIGILARE AFFINCHÉ UNA PORCATA DEL GENERE NON AVVENISSE. E DAL MOMENTO CHE È ACCADUTA NON POSSIAMO DOMANDARCI CHI NE TRARRÀ BENEFICIO. LA RISPOSTA È SEMPLICE….”

Claudio Antonelli per “la Verità”

 

luigi di maio pasquale tridico 1

I parlamentari percettori del bonus Covid da 600 euro sarebbero tre. Due leghisti e un grillino. Le voci trapelate domenica, dopo le indiscrezioni di stampa, parlavano addirittura di cinque. A 24 ore di distanza la gogna si è un po' ridotta. Due avrebbero fatto domanda senza possedere i requisiti per incassarlo.

 

Prima premessa. È aberrante anche solo immaginare un deputato, che incassa ogni mese circa 12.000 euro, alle prese con la richiesta del bonus di sopravvivenza al lockdown. Descrivere la vergogna non è però il punto che ci interessa.

 

PASQUALE TRIDICO NUNZIA CATALFO

La seconda premessa, infatti, verte sul fatto che i tre parlamentari non hanno commesso alcun reato, né illecito.  Evidentemente, rispetto al 2019, il loro reddito da partita Iva è calato o è stato comunque inferiore al limite fissato e quindi hanno incassato come da disposizioni Inps. Per il semplice fatto che il reddito principale non fa cumulo rispetto a quello da partita Iva.

 

Eppure c'è da scommettere che quando i due partiti scoveranno i nomi dei colleghi useranno metodi medievali per far loro pagare il danno d'immagine. E ciò è esattamente quello che voleva chi ha fatto uscire le informazioni. Qualcuno dentro l'Inps è entrato nel database, ha selezionato una serie di richieste e ha volutamente estrapolato i nomi degli eletti alla Camera o al Senato.

pasquale tridico

 

Per questo il primo dei furbastri nel pasticcio del bonus è Pasquale Tridico, il numero uno dell'Inps. Innanzitutto perché può essere considerato il padre della norma e l'inspiratore del metodo. Anche lui ha consentito che i ricchi parlamentari potessero incassare l'assegno, sottraendolo a chi povero lo è veramente.

 

E poi (lungi da noi pensare che c'entri direttamente qualcosa nel data breach), la responsabilità oggettiva ricade su di lui. Avrebbe dovuto vigilare affinché una porcata del genere non avvenisse. E dal momento che è accaduta non possiamo domandarci chi ne trarrà beneficio. La risposta è semplice.

 

raggi, tridico, conte

Visto quanto sia facile influenzare l'opinione pubblica (grazie ai giornaloni, che subito hanno tirato fuori dal cassetto i pezzi anti Casta) a godere del tam tam sono gli stessi 5 stelle. Che in questo modo potranno ripartire di slancio con il referendum sul taglio dei parlamentari. Nelle ultime settimane il Pd ha mostrato cenni di stanchezza sul tema. Anzi, ha avviato una retromarcia. Invece, la caccia alle streghe ai tre «poveretti» del bonus è benzina da buttare sul grande rogo delle battaglie grilline.

 

Tanto diaboliche quanto efficaci. Se notate, inizialmente le voci trapelate grazie al quotidiano Repubblica, coinvolgevano anche Italia viva. Poi Ettore Rosato ci ha messo la faccia e, sostenendo che nessun suo collega avesse fatto richiesta del bonus, ha detto a Tridico: «Fuori i nomi o facciamo causa». Improvvisamente le agenzie hanno battuto dei take per correggere il numero.

 

pasquale tridico

Da cinque si è scesi a tre. Un gruppo più ristretto dentro il quale è rimasto comunque sempre un grillino. Esattamente il «grullo» che il Movimento aspettava per sacrificarlo sull'altare della partita politica del taglio dei parlamentari. Geniale: ottenere la ripartenza di un cavallo di battaglia (che secondo i vertici del Movimento dovrebbe portare voti) e colpire anche il Carroccio. Insomma, in questa vicenda dei bonus c'è troppa politica per non pensare che Tridico non ne debba risponderne in Parlamento.

 

Senza contare che nei prossimi giorni dovrà almeno rispondere al Garante della privacy. A quanto risulta alla Verità, l'Authority è pronta, in occasione della prossima seduta, ad avviare un'istruttoria per capire che cosa sia andato storto dalle parti del data protection officer. Il Garante ha ribadito (anche se segue una linea opposta rispetto all'Anac) che i tre nomi devono rimanere riservati e non si possono diffondere.

pasquale tridico 1

 

Per cui c'è da spettarsi a carico dell'Inps qualcosa più di una tirata d'orecchi, così come da tempo si aspetta il responso dell'istruttoria sulla diffusione di informazioni private in occasione del clic day del primo aprile scorso: l'Inps rischia una maxi multa da 20 milioni di euro. Ma al di là delle eventuali violazioni, è arrivato il momento di interrogarci su cosa ci aspettiamo dallo Stato. Il rispetto delle leggi che lui stesso emana o l'uso moralistico della legge.

 

Nel primo caso siamo di fronte alla cultura occidentale. Dove se una legge è sbagliata, come in questo caso, la si modifica dopo l'urgenza del lockdown. E dove i cittadini non possono essere usati e messi alla gogna. Nel secondo caso, siamo in Iran o in Cina, dove lo Stato è funzionale alla politica o meglio al partito. Ha sintetizzato bene ieri Guido Crosetto, ex parlamentare Fdi, in un tweet.

di maio e tridico

 

«Qualcuno all'Inps incrocia dati sensibili per verificare comportamenti inopportuno e non illegali. A voi sembra normale? A me no». Se la politica non si basa più su ciò che è legale o illegale da domani potrà abbattere chi vuole e violentare qualunque cittadino. La storia degli ultimi 20 anni si è basata su innumerevoli inchieste a orologeria. Con la nuova logica, per finire nel tritacarne non servirà nemmeno più un avviso di garanzia.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…