elezioni legislative in francia jean luc melenchon marine le pen emmanuel macron

LA DESISTENZA PUÒ SERVIRE MA SOLO FINO A UN CERTO PUNTO: LA FRANCIA È UN PAESE DIVISO TRA FAZIONI – IN CASO DI SFIDA TRA UN LEPENISTA E UN CANDIDATO DEL FRONTE POPOLARE GUIDATO DA MELENCHON, IL 58% DEGLI ELETTORI CENTRISTI CHE HA VOTATO “ENSEMBLE” SI ASTERREBBE E IL 12% PREFERIREBBE SOSTENERE LE PEN. VICEVERSA, TRA GLI ELETTORI DI SINISTRA, IL 50% SAREBBE PRONTO A DISERTARE LE URNE PUR DI NON SCEGLIERE TRA UN CANDIDATO DI BARDELLA E UNO DI MACRON

Estratto dell’articolo Samuele Finetti per il “Corriere della Sera”

 

emmanuel macron vota

È la parola che riempie le discussioni e le analisi sul secondo turno di domenica: «triangolazioni». Ovvero, sfide a tre candidati nella seconda fase del voto, che nella storia elettorale recente della Francia sono state più che altro un’eccezione: per citare le ultime tre tornate, furono 34 nel 2012, una sola nel 2017 e 7 nel 2022.

 

Questa volta le circoscrizioni in cui sono avanzati tre candidati sono state 306. Merito dell’affluenza elevata — per passare al secondo turno un candidato deve ottenere un numero di voti pari almeno al 12,5% del numero di elettori registrati nella circoscrizione — la più alta al primo turno dal 1997.

 

manuel bompard jean luc melenchon rima hassan

Di queste 306 triangolazioni, però, più della metà non sopravvivrà alla tagliola delle 18 di oggi: entro quell’ora, i candidati che intendono ritirarsi devono farlo ufficialmente. A ieri sera, già 173 triangolazioni si erano trasformate in duelli, dopo gli appelli dei macronisti e della sinistra a desistere, a rinunciare cioè a correre nei seggi in cui si è terzi per concentrare i voti su un unico candidato che da solo si opponga a quello del Rassemblement national. Evitando, in questo modo, che il lepenisti raggiungano la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale.

 

marine le pen melenchon

«Il Rassemblement otterrà la maggioranza assoluta se gli altri due blocchi glielo permetteranno», spiega al Corriere Gilles Gressani, direttore della rivista online Le Grand Continent , che, sulla base dei risultati del primo turno e delle proiezioni, ieri ha ipotizzato tre scenari per il nuovo parlamento. Tutti partono da un presupposto: «Da un lato c’è una forza politica che può stravincere, dall’altro ci sono forze che possono coalizzarsi perché ciò non avvenga».

 

Il primo scenario è quello in cui il «fronte repubblicano» evocato da Macron non si realizzerebbe: il Rn […] supererebbe i 289 seggi necessari per avere una maggioranza assoluta e si attesterebbe a circa 300 deputati; […] improbabile […]. Un altro scenario […] è quello di uno «sbarramento generale», in cui tutti i candidati di sinistra, macronisti e gollisti arrivati terzi rinuncino a correre domenica: a quel punto i lepenisti si fermerebbero a circa 260 seggi, ovvero la maggioranza relativa. Ma i Républicains non hanno dato indicazioni di voto e nello schieramento presidenziale ci sono divergenze e distinguo.

 

ELEZIONI LEGISLATIVE FRANCESI - VIGNETTA BY GIANNELLI

Il terzo scenario è quello di una rinuncia generale dei candidati di sinistra nei seggi in cui sono terzi (129 in tutto), che fermerebbe il Rassemblement e i suoi alleati a 275 seggi. Il Fronte popolare avrebbe circa 150 deputati, Ensemble poco meno di 80. Con questi numeri, esiste anche il rischio di un parlamento bloccato. Lo scenario che sta prendendo forma, spiega Gressani, è una via di mezzo tra il secondo e il terzo […]

 

Poi però ci sono le urne. E ci sono gli elettori. Che sono la vera, grande incognita di domenica: «L’alleanza tra i macronisti e il blocco di sinistra in funzione antilepenista potrebbe spingere molti elettori, specie nel campo moderato, a votare per il candidato di destra se non ad astenersi  […]». Un’indicazione in questo senso potrebbe fornirla l’affluenza: più bassa sarà, più favorirà Bardella.

 

marine le pen jordan bardella

Qualche «segno di smobilitazione» già c’è: la scorsa settimana, a poche ore dal voto, sondaggi mirati hanno dato indicazioni eloquenti: «In caso di sfida tra un candidato lepenista e uno del Fronte popolare — osserva Gressani — il 58% degli elettori centristi che ha votato Ensemble al primo turno non andrebbe alle urne, il 30% voterebbe il NFP, e il 12% sosterrebbe il Rassemblement.

 

E le cifre sono molto simili nel campo degli elettori di sinistra: il 50% sarebbe pronto a disertare le urne pur di non scegliere tra un candidato di Bardella e uno di Macron. Non sono numeri marginali, specie in un contesto in cui i lepenisti sono primi in quasi tutte le circoscrizioni».  […]

JEAN LUC MELENCHON CON L EURO DEPUTATA FRANCO PALESTINESE RIMA HASSAN DOPO LE ELEZIONI LEGISLATIVE manifesti elettorali di bardella e le pen strappati Brigitte ed Emmanuel Macron in abiti casual a Le Touquet dopo il voto per le legislativemanifesti con melenchon emmanuel macron voto per le elezioni legislative macron melenchonmelenchon

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…