INCATE-NATI CON LA CAMICIA - DACCÒ VIENE PORTATO FIN QUASI DENTRO LA STANZA DELL'INTERROGATORIO CON GLI “SCHIAVETTONI” AI POLSI, DEI PESANTI CEPPI D'ACCIAIO MEDIEVALI - LA STORIA SI RIPETE: NELL'APOTEOSI DI MANI PULITE DI PIETRO ARRESTÒ IN DIRETTA IL PORTAVOCE DELLA DC ENZO CARRA, COLPEVOLE DI NON AVER VOLUTO PARLARE DI FORLANI - E ANCHE DACCÒ FA IL PARAGONE: “PAGO PERCHÉ NON HO INCASTRATO FORMIGONI”...

Luca Fazzo per "il Giornale"

L'uomo senza volto rimane senza volto. Di Piero Daccò, recordman della carcerazione preventiva in questa nuova stagione di inchieste sulla politica, i lettori continueranno a conoscere solo quell'unico, sfocato scatto che circola dai tempi ormai remoti del suo arresto.

Ieri Daccò esce brevemente dal carcere, ma il tribunale viene blindato per impedire che i cronisti lo vedano. Ma una immagine viene riferita, dall'interno del corridoio blindato dove si svolge l'interrogatorio di Daccò. Questa immagine racconta che il lobbista del San Raffaele - condannato a dieci anni per bancarotta, ma ancora in attesa dell'appello - è stato portato in aula con al polso uno di quegli attrezzi barbari che vanno sotto il nome di schiavettoni, i pesanti ceppi ai polsi con cui vengono trascinati in giro i detenuti. E questo flash inevitabilmente riporta indietro l'orologio di vent'anni: ai tempi di Mani Pulite, quando le immagini di Enzo Carra in ceppi scatenarono polemiche a non finire sull'utilizzo della galera.

Enzo Carra, portavoce della Dc, venne arrestato in diretta da Di Pietro per essersi rifiutato di rispondere alle domande sul suo leader Arnaldo Forlani. Daccò è in carcere da un anno per l'inchiesta sul marcio nella sanità lombarda, che vede indagato per corruzione il governatore Roberto Formigoni. A chi lo è andato a trovare in carcere, Daccò ha fatto capire chiaramente di attribuire la sua interminabile detenzione ad un motivo preciso: non ha incastrato Formigoni, non ha rilasciato le dichiarazioni che avrebbero permesso alla Procura di chiudere il cerchio intorno all'inquilino del Pirellone. «È un caso da corte dei diritti dell'uomo», tuona ieri il suo difensore Gian Piero Biancolella.

In questa situazione che si trascina da tempo irrompe ieri mattina il caso degli schiavettoni. Non sono più il marchingegno di lucchetti e chiavistelli che si usava ai tempi di Carra, ma una sua versione aggiornata: un blocco compatto d'acciaio che si serra intorno agli arti del malcapitato. Ed è ancora con i ceppi ai polsi che Daccò appare sulla soglia del giudice preliminare Lucia Marchiondelli, dove lo aspettano per una rogatoria i giudici svizzeri che indagano sul cotè elvetico dei suoi traffici.

Non è raro incrociare nei corridoi del palazzo di giustizia altri indagati, specie extracomunitari, con i polsi stretti nella morsa. Ma è anche vero che spesso e volentieri le esigenze della sicurezza vengono soddisfatte con delle semplici manette, e accade a volte anche di vedere detenuti con le mani libere. Chi ha deciso, allora, che ieri il presunto complice di Formigoni venisse portato in ceppi fin quasi nella stanza dell'interrogatorio?

Dagli uffici giudiziari si risponde che tutto ciò che riguarda la custodia dei detenuti è di competenza della polizia penitenziaria e che la magistratura non ci mette becco. Gli schiavettoni, insomma, sarebbero stati solo la manifestazione di un eccesso di zelo non richiesto. Ma l'impressione resta. E resta il fatto che ai polsi di Daccò si è chiuso il massiccio blocco d'acciaio. Un attrezzo così ingombrante che gli stessi uomini di scorta rimpiangono i vecchi chiavistelli: «Se un detenuto riesce a darcelo sulla testa ce la spacca in due», racconta un agente penitenziario.

«Lo scandalo non sono solo gli schiavettoni ma una carcerazione preventiva che dura da un anno, «una espiazione anticipata della pena, esiste un diritto di libertà e una presunzione di innocenza» dice Biancolella ai cronisti alla fine dell'udienza. Ma arrivano i carabinieri e gli impediscono di proseguire: i ceppi sono legali, raccontarli alla stampa, evidentemente, no.

 

DACCO' - FORMIGONIFORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO'ENZO CARRA ARNALDO FORLANI ANTONIO DI PIETRO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...