schlein bonaccini nardella

INIZIANO LE GRANE PER ELLY SCHLEIN: BONACCINI PREFERIREBBE L’INCARICO DI PRESIDENTE A QUELLO DI VICESEGRETARIO PER AVERE LE MANI PIÙ LIBERE. DARIO NARDELLA HA PAURA CHE LA MINORANZA RIFORMISTA VENGA UMILIATA – VELTRONI PROVA A TENERE UNITO IL PARTITO E MENA SUGLI EX DEM DI ITALIA VIVA CHE ASPETTANO L'ESODO DAL PD: "NON È VERO CHE NON C’È PIÙ NIENTE DEL PD MIO E DI RENZI” 

walter veltroni foto di bacco

(askanews) “Non è vero che non c’è più niente del Pd di Veltroni e Renzi, ho la speranza che Elly riesca a riportare il Pd alle sue origini di partito di sinistra che si pone l’obiettivo di conquistare la maggioranza degli elettori capace di affrontare le grandi questioni sociali e di avere anche una visione della societa’”. Lo ha detto, intervistato a Rtl 102,5 l’ex segretario Pd,Walter Veltroni

 

 

SCHLEIN-BONACCINI

Estratto dell'articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”

 

(…)

Ma non sono solo rose quelle che Schlein ha per le mani. Le spine stanno spuntando dalla trattativa con l’ala riformista. Il nodo è sempre lo stesso: il ruolo di Stefano Bonaccini.

 

Farà il presidente del Pd, come lui preferirebbe, oppure il vicesegretario, incarico che lo inchioderebbe alla linea decisa dalla leader e dunque a una disciplina di partito più ferrea? È l’assemblea nazionale di domenica prossima, convocata per ratificare l’elezione di Schlein, la dead line indicata dal governatore emiliano per definire «un quadro complessivo». Quello cioè che dovrà stabilire quali e quante postazioni saranno riservate ai sostenitori della mozione sconfitta ai gazebo: in segreteria, in direzione, nei gruppi parlamentari. In ballo non c’è solo il suo destino personale, ma l’agibilità di un’intera area politica, che — garantisce Bonaccini — «è pronta a collaborare e a dare una mano». 

 

elly schlein stefano bonaccini 1

A patto, però, che non venga umiliata. Lo dice pure Dario Nardella: «La nostra preoccupazione non è chiedere posti, ma far vivere le nostre idee e le nostre posizioni dentro il Partito democratico, questo significa essere pluralisti», avverte il sindaco di Firenze. Perciò, «attendiamo di capire quale può essere una soluzione che ci metta in condizione di lavorare insieme e al meglio possibile», il monito lanciato ieri da Bonaccini. «Tocca a Elly avanzare un’eventuale proposta al sottoscritto. È lei la segretaria, ci mancherebbe altro, tuttavia è pur vero che noi abbiamo ricevuto quasi la metà dei voti degli elettori alle primarie e avevo vinto con la maggioranza assoluta tra gli iscritti», la rivendicazione basata sui numeri.

 

(...)

ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI

Ma c’è pure un altro cruccio che agita i riformisti. Ovvero l’esodo silenzioso di quanti temono uno spostamento del baricentro dem troppo a sinistra e non vedono di buon occhio l’abbraccio tra la neosegretaria e Giuseppe Conte. Oltre all’ex senatore renziano Andrea Marcucci, pure l’economista Carlo Cottarelli — appena eletto come indipendente — ha espresso forti perplessità. Scatenando l’immediata controffensiva di Italia Viva: «Del partito di Veltroni e Renzi non è rimasto più nulla», attacca Ettore Rosato, «mi sembra che il Pd stia andando verso un’alleanza con il M5S e noi non staremo con loro». Carlo Calenda, tuttavia, non solo frena, ma tende la mano: «Non c’è una pregiudiziale contro Elly Schlein», precisa. «Se le battaglie sono giuste, come il salario minimo, si fanno insieme». In Parlamento. L’inizio di un percorso. E poi chissà.

 

BONACCINI NARDELLA

 

 

PRIMARIE PD - MEME BY CARLI

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