salvini eike schmidt

“IO SINDACO A FIRENZE? MOLTI MI INCORAGGIANO...” - EIKE SCHMIDT, DIRETTORE DEGLI UFFIZI, RIFLETTE SULLA PROPOSTA DEL CENTRODESTRA DI CORRERE PER PALAZZO VECCHIO: “IO PIU’ POPOLARE DI NARDELLA? NON MI RISULTA NEANCHE CHE NARDELLA SIA FAMOSO” – LA VISITA (FUORI ORARIO) DI MATTEO SALVINI AGLI UFFIZI: “È UNA NORMALE PROCEDURA. L'HO SALUTATO CON PIACERE” – LA CANDIDATURA AL MUSEO CAPODIMONTE DI NAPOLI…

Laura Larcan per il Messaggero - Estratti

salvini Eike Schmidt

 

«Io sindaco a Firenze? È una scelta che voglio ponderare bene. Molti mi incoraggiano...». Eike Schmidt, 55 anni, direttore degli Uffizi alla fine del secondo mandato, parla con pacata sicurezza. Rilascia l'intervista mentre tra una conferenza e una inaugurazione si gode la pausa di un caffè. Il suo nome, di teutonica origine (nato a Friburgo), sta calamitando i riflettori della cultura, ma anche della politica a Firenze.

 

Direttore, lo scorso 28 novembre ha festeggiato la sua cittadinanza italiana. Non pensa più di andare a lavorare all'estero?

«Diciamo che vorrei che il mio futuro professionale abbia una sede in Italia. La cittadinanza è un bel traguardo. Mi riempie di orgoglio. La cultura e l'arte italiane sono sempre state nel mio cuore. Quando ero piccolo, ho cominciato con i viaggi in Italia con mia nonna, poi da ragazzo ho partecipato al progetto Erasmus fino al Dams di Bologna, ho vissuto sei anni a Firenze per scrivere il dottorato. Dopo il matrimonio con Roberta (Bartoli, ndr), ora la cittadinanza».

Eike Schmidt diventa italiano

 

In molti hanno anche pensato fosse un atto strategico per la sua candidatura a sindaco...

«Fare il sindaco è un lavoro serio, lo è come fare il direttore del museo più importante d'Italia. Richiedono almeno 24 ore di dedizione. Per questo ora voglio concentrami sulla conclusione del mio mandato che scade a Natale. Subito dopo comincerò a mettere nero su bianco sulla mia moleskine tutto quello che comporta una candidatura, valuterò i punti di rischio e di opportunità, parlerò con le persone. È chiaro che a gennaio una decisione dovrò prenderla».

 

Lei è stata sempre una presenza forte a Firenze. È arrivato nel 2015 con iniziative contro i bagarini, e ora saluta gli Uffizi con le guardie giurate armate.

Eike Schmidt vittorio sgarbi

«Ho sempre ragionato così: cosa posso fare io per Firenze e per gli Uffizi? Turismo e cultura sono collegati, pertanto ho affrontato i temi caldi come il decoro, la legalità e la sicurezza. Ma mi sono espresso sempre in termini di perimetro degli Uffizi. E mi sono difeso a testa alta dagli attacchi abbastanza irrituali che mi sono arrivati da Palazzo Vecchio...»

 

Sua moglie sarebbe d'accordo?

«Il nostro matrimonio è solido. Ogni scelta viene discussa in famiglia. Non prendo decisioni da cowboy, soprattutto per fare il sindaco».

 

Se il Pd lavora al suo candidato a sindaco di Firenze, lei domenica ha accolto il vicepremier Matteo Salvini agli Uffizi...

«È una normale procedura. L'ho salutato con piacere. Penso che sia sempre importante che i politici, di destra o di sinistra, cerchino la cultura. Immaginiamo un mondo senza che la politica riconosca la giusta importanza al patrimonio artistico...».

 

Il sindaco Nardella non è venuto alla firma della sua cittadinanza italiana, ma non era dovuto. Poco cortese?

dario nardella Eike Schmidt

«Penso che un sindaco abbia tanti impegni. Anche io, come direttore, vorrei essere sempre presente ad accogliere i visitatori, ma non ci riesco. Quest'anno poi sarebbe stato molto difficile visto abbiamo registrato cifre record...»

 

Ci dia qualche numero in anticipo allora.

«Abbiamo superato i dati del 2019 e del 2022 di 4 milioni. La stima è di chiudere il 2023 superando i 5 milioni, con un po' di fortuna arriviamo a 5,3 milioni».

 

Quando lei è arrivato nel 2015 era lo strano tedesco che scippava gli Uffizi ai direttori italiani. Poi è diventato quasi più famoso di Nardella tanto che la gente si voleva fare i selfie con lei.

dario nardella Eike Schmidt

«Non mi risulta neanche che Nardella sia famoso»

 

Amore e odio, appunto. Comunque la sua è una grande popolarità. Secondo lei perché?

«Me lo dicono gli stessi fiorentini, per le tante iniziative che abbiamo messo in campo, tra accoglienza e valorizzazione. Per strada mi fermano, mi stringono la mano, ringraziano oppure criticano.

 

(…) Lei è candidato al Museo Capodimonte a Napoli ora.

«Napoli mi affascina. Capodimonte è un'istituzione straordinaria per la collezione, una delle più importanti d'Italia. Sarebbe una prospettiva stimolante lavorare lì. Ma mi rimetto alla valutazione della commissione e del ministro Sangiuliano». E ora si ordina un altro caffè.

EIKE SCHMIDTEike Schmidt davanti a palazzo vecchio a firenze

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…