
“SPERO CHE DIETRO A QUESTA FOLLIA DI TRUMP CI SIA UN METODO. AL MOMENTO NON SI VEDE...” – JAKE SULLIVAN, EX CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE DI BIDEN, STRONCA LA LINEA DI “THE DONALD” SULLO SCACCHIERE INTERNAZIONALE: “GLI USA ADOTTANO LE POSIZIONI RUSSE SU QUASI TUTTI GLI ASPETTI. NON DOBBIAMO ESSERE PERCEPITI COME SEDUTI AL TAVOLO DALLA PARTE DI MOSCA” – “GLI EUROPEI DEVONO RISPONDERE AI SEGNALI VENUTI DA WASHINGTON. FARE DI PIÙ PER LA DIFESA COLLETTIVA” – “GIORGIA MELONI? È IMPORTANTE AVERE CHIARA LA DIVERGENZA FRA LA PROSPETTIVA EUROPEA E DEL CAPO DELLA CASA BIANCA…”
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
«Spero di svegliarmi tra un mese e restare sorpreso dalla scoperta che dietro a questa follia c’è un metodo. Al momento però non si vede come possa produrre un buon risultato». Detto da uno come Jake Sullivan, ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Biden, preoccupa.
Trump ha iniziato il negoziato facendo concessioni a Putin.
«Abbiamo consegnato una situazione in cui l’Ucraina aveva forti forniture militari, i russi avevano preso piccoli territori con costi enormi, l’economia era sotto enorme pressione. Trump aveva e ha una leva per un buon accordo. Dovrebbe usarla in coordinamento con ucraini ed europei, affinché la Russia venga al tavolo per un risultato giusto.
Quanto stiamo vedendo per ora non è coerente con questo. Gli Usa adottano le posizioni russe su quasi tutti gli aspetti. Non dobbiamo essere percepiti come seduti al tavolo dalla parte di Mosca, ma dall’altra, per spingerla a un accordo. Spero che qualunque cosa sia successa finora, l’amministrazione faccia una rotazione verso posizioni negoziali più dure con la Russia».
La ragione sono le relazioni personali di Trump con Putin?
«Non ne ho idea. Magari ci sveglieremo tra un mese e saremo sorpresi nel vedere che c’era un metodo in questa follia, però al momento non si vede come possa produrre un buon risultato. Votare con Russia, Bielorussia e Corea del Nord all’Onu; definire Zelensky un dittatore e rifiutarsi di farlo con Putin; dire che l’Ucraina ha iniziato la guerra, non riavrà i suoi territori o entrerà nella Nato, non pone gli Usa in una posizione di forza».
Quale sarebbe un accordo buono, accettabile e duraturo? Come dovrebbe farlo?
«Il punto critico sono garanzie di sicurezza, affinché Mosca non possa ripetere l’invasione fra due anni. Serve una strada per la ricostruzione, che includa i risarcimenti russi per la distruzione e l’integrazione nell’Occidente, con l’ingresso nella Ue. Va concordato tra Usa, Ucraina ed europei, non sulle loro teste».
[…]
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO
La Russia non sta vincendo?
«È in una posizione difficile. Se gli Usa dimostrassero di stare con l’Ucraina e l’Europa, facendo crescere i costi per Mosca, sarebbe una strategia più veloce per finire la guerra che scaricare Kiev, perché spingerebbe Putin a negoziare. Non ha fretta per l’accordo, è felice di vedere se gli Usa faranno altre concessioni».
All’Onu avete votato contro gli europei. L’alleanza è a rischio?
«Ho fiducia sulla sua sopravvivenza, ma gli europei devono rispondere ai segnali venuti da Washington».
Come?
«Fare di più per la difesa collettiva. Alla fine del primo mandato Trump, 9 alleati investivano il 2% del Pil nella difesa, con Biden sono saliti a 23, purtroppo senza l’Italia. L’accelerazione degli investimenti è buona, ma è un male se nasce dai dubbi che gli Usa rispettino l’obbligo dell’Articolo 5 sulla difesa reciproca».
La premier italiana Meloni vive il dilemma se continuare a difendere l’Ucraina oppure accodarsi a Trump. Cosa suggerisce?
«Il suo istinto di lavorare con un presidente americano che la rispetta, con cui ha una relazione personale decente, è giusto. Può servire Italia, Europa e Alleanza atlantica. Ma è importante avere chiara la grande divergenza fra la prospettiva europea e del capo della Casa Bianca. Meloni può essere una voce per colmarla e portare gli Usa sulla stessa sponda. Spero non ceda».
[…]
GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK
A Monaco il vice presidente Vance ha attaccato l’Europa sul piano culturale. Sta emergendo una spaccatura profonda sui valori?
«I dibattiti di politica interna hanno ora un peso prominente nell’Alleanza e non sono sicuro sia una cosa buona. Però non so se è stato solo un discorso partitico, o qualcosa che riflette problemi più profondi. Le differenze culturali tra la società americana ed europea sono sempre esistite, e ci sono anche all’interno dell’Europa. È in corso un cambiamento fondamentale? Non so, ma gli stessi temi che animano la nostra politica interna animano anche quella europea. Le grandi tendenze sono simili».
Il prossimo cancelliere tedesco Merz vuole indipendenza dagli Usa.
«Se intende che l’Europa deve investire di più sulle sue capacità, è bene. Se nasce dalla mancanza di fiducia è male. È una vergogna se l’Europa pensa di non poter più fare affidamento sugli Usa».
Trump avvicina Putin per allontanarlo da Xi, puntando su Jalta?
«Credo sia parte della logica dell’amministrazione. Funzionerà? Dubito, ma vedremo. Spero che l’eventuale grande accordo con la Cina non riguardi solo vendere qualche prodotto in più». […]
donald trump alla conferenza cpac foto lapresse
XI JINPING - DONALD TRUMP - VLADIMIR PUTIN