renzi juncker

L'EURO-SERMONE DI JUNCKER: "IL PATTO DI STABILITÀ NON DIVENTI DI FLESSIBILITÀ" - VIA LIBERA A INVESTIMENTI FINO A 630 MILIARDI DA QUI AL 2022 - PARLAMENTO EUROPEO SPACCATO: SOLITO MANTRA O NUOVA RIPARTENZA? - PREVALGONO GLI SCETTICI - DAL VOCABOLARIO DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SCOMPARE LA PAROLA "AUSTERITÀ"

 

Da "Repubblica"

 

1. Patto di Stabilità non di flessibilità

 

FARAGE E JUNCKER FARAGE E JUNCKER

Il presidente dell'Ue, Jean-Claude Juncker, nel discorso sullo Stato dell'Unione, torna sul tema del "Patto di stabilità" e ribadisce che questo non può trasformarsi in un "patto di flessibilità". "Non vogliamo un patto per la flessibilità, ma una sua applicazione intelligente nel rispetto delle regole esistenti" ha ribadito Juncker nell'Aula del Parlamento europeo. Nel discorso anche la disoccupazione e ulteriori investimenti da qui al 2022 per 630 miliardi di euro.

 

Tra i temi toccati da Juncker anche l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, "che non deve essere considerata una minaccia per l'esistenza stessa dell'Ue. I nostri amici e partner internazionale si chiedono con preoccupazione se la Brexit non sia l'inizio dello scioglimento dell'Unione - ha spiegato Juncker - ma noi siamo sicuri che, pur rispettando e deplorando questa decisione, non ci sia un pericolo per l'esistenza dell'Ue".

RENZI JUNCKERRENZI JUNCKER

 

E sul ruolo dell'Europa ha parlato anche di uno dei punti di debolezza giudicata come "non abbastanza sociale". Nel contempo Juncker ha ricordato che "i populismi non risolvono i problemi ma, al contrario, li creano". 

 

E per il futuro e la sopravvivenza stessa dell'Ue Juncker ha proposto "un programma positivo per i prossimi 12 mesi, che saranno decisivi, se vogliamo superare le divisioni tra Est e Ovest che si sono aperte in questi ultimi mesi. Li dobbiamo superare se vogliamo dimostrare al mondo che l'Europa esiste".

 

Insomma, uno dei principali problemi dell'Ue è che "l'Europa non è abbastanza sociale, e dobbiamo lavorare sui diritti, lo faremo con energia ed entusiasmo". Nel territorio dei Ventotto Paesi membri "rimangono disuguaglianze e ingiustizie sociali" che vanno affrontate.

juncker merkeljuncker merkel

 

E sull'occupazione: "Dal 2013 a oggi -  ha ricordato - sono stati creati 8 milioni di nuovi posti di lavoro in tutta Europa, ma il livello di disoccupazione resta ancora troppo alto". C'è quindi un forte rischio di esclusione, ha aggiunto ancora Juncker, "serve un'Europa sociale". Un tema centrale oggi è anche quello del raddoppio di durata e della stessa capacità finanziaria.

 

Una proposta del presidente della commissione europea che apre al potenziamento del nuovo Fondo europeo per gli investimenti. Che dovrà muovere 315 miliardi entro il 2017 oltre ai 160 miliardi già mobilitati. L'idea lanciata da Juncker, che dovrà passare dal vaglio di governi ed Europarlamento, è di far circolare capitali prevalentemente privati per 500 miliardi entro il 2020 con l'obiettivo di arrivare a 630 miliardi nel 2022.

 

 

 

2. Ripartenza dell’Ue o solito vecchio mantra. Aula divisa sul discorso

 

Letizia Pascale per "Eunews"

 

manfred webermanfred weber

Per popolari e socialisti è un discorso convincente che può segnare la ripartenza dell’Europa, per conservatori ed euroscettici è solo il solito stanco mantra già sentito negli ultimi mesi. È un’accoglienza divisa quella riservata dall’Aula del Parlamento europeo di Strasburgo al discorso sullo stato dell’Unione pronunciato dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.

 

Dopo la standing ovation dedicata al capo dell’esecutivo comunitario da buona parte dell’Aula, le repliche dei capigruppo sono iniziate in discesa con il leader del gruppo politico di Juncker, il popolare Manfred Weber, che ha dedicato il suo intervento ai giovani della cosiddetta “generazione Erasmus” che non vogliono “che l’Europa sia divisa ma che si trovino soluzioni e che ci si concentri su quello che si può fare meglio”.

Gianni Pittella Gianni Pittella

 

Ad iniziare a farlo, per Weber, devono essere i leader degli Stati membri a cui il leader del Ppe ha lanciato un appello in vista del summit di Bratislava di venerdì: “Smettetela con il populismo a buon mercato e iniziate ad assumervi le vostre responsabilità, smettete di biasimare Bruxelles a casa per decisioni che voi stessi avete preso”.

 

Soddisfatto del discorso di Juncker anche il capogruppo dei Socialisti&Democratici, Gianni Pittella. Dal presidente della Commissione è giunto un intervento “di alto profilo, serio, responsabile, consapevole”, ha detto il parlamentare italiano, sottolineando in particolare i passaggi sulla Brexit, sulle politiche per i migranti, “l’apertura sulla flessibilità” e le parole sull’Alto rappresentante Federica Mogherini che per Juncker deve diventare il vero ministro degli Esteri dell’Unione europea.

 

federica mogherinifederica mogherini

“Il presidente Juncker ha dato risposte a molte priorità, come il lavoro, la democrazia, la crescita…e non ha mai pronunciato la parola ‘austerità’ e di questo lo ringrazio”, ha sottolineato Pittella. Circa il piano per i prossimi dodici mesi “noi lo sosterremo” ha garantito il leader socialista, che ha anche apprezzato nelle parole di Juncker “la capacità di reazione”.

 

Critico invece il capogruppo dei conservatori, il britannico Syed Kamall, sostenitore della Brexit, che ha accusato la Commissione europea di non sapere rispondere alle preoccupazioni dei cittadini europei diventate evidenti dopo la scelta dei britannici. “Il malcontento va ben oltre la Manica”, ha sottolineato Kamall, ma “la nostra paura – ha continuato – è che il progetto europeo abbia inserito il pilota automatico. Più Europa costruiamo più distanti diventano i nostri cittadini”. Secondo i conservatori, invece, “l’Ue può fare meno, ma meglio”.

nigel farage  nigel farage

 

Molto concentrato sulla Brexit anche l’intervento del capogruppo dei liberali, Guy Verhofstadt, nominato negoziatore del Parlamento europeo per l’uscita del Regno Unito dall’Ue. “La Brexit non è una questione di punizioni o di vendetta, è una questione di solide relazioni tra Regno Unito ed Europa e di come vogliamo l’Unione europea in futuro”. Secondo il leader Alde bisogna “cogliere l’opportunità di non uccidere l’Europa, come qualcuno vorrebbe, ma di reinventarla”.

marine le pen    marine le pen

 

Ma proprio la richiesta di più Europa è quello che fa infuriare nazionalisti ed euroscettici. “Da quello che sento sono felice che ce ne stiamo andando”, ha attaccato il britannico, Nigel Farage, membro del gruppo euroscettico Efdd. “Nessuna lezione è stata imparata dalla Brexit e si ripropone sempre la stessa ricetta: più Europa”, ha lamentato.

 

Ancora più dura la leader del Front National, Marine Le Pen intervenuta a nome del gruppo Enl (Europa delle Nazioni e della Libertà) che ha definito il discorso di Juncker come “cupo e insipido, senza ispirazione, un elogio funebre per l’Unione europea”.

 

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO