giorgia meloni emmanuel macron olaf scholz

MELONI CHI? MACRON E SCHOLZ ANNUNCIANO L’ACCORDO SUL NUOVO PATTO DI STABILITA’ - IL BLA-BLA DELLA DUCETTA COATTA ("IO NON SVENDO L'ITALIA!") SFANCULATO DA FRANCIA E GERMANIA - CHI SFORA IL TETTO DEL 3% NEL RAPPORTO DEFICIT-PIL DOVRÀ ASSICURARE UN AGGIUSTAMENTO DEI CONTI PARI ALLO 0,5% DEL PIL IN TERMINI STRUTTURALI - PER I PAESI CON DEBITO OLTRE IL 90% (CIOE’ L’ITALIA) NON BASTERÀ PORTARE IL DISAVANZO AL 3%: SI DOVRA’ SCENDERE ALL'1,5% - E IN CASO DI SCOSTAMENTO ECCESSIVO DALLA TRAIETTORIA DI AGGIUSTAMENTO, SCATTERÀ IL…

lindner le maire

1 - QUASI PATTO

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

 

Francia e Germania hanno trovato l'intesa sulla riforma del Patto di Stabilità. I rispettivi ministri delle Finanze, Bruno Le Maire e Christian Lindner, l'hanno sancita ieri sera durante una cena a Parigi e hanno assicurato che il loro collega Giancarlo Giorgetti, con il quale sono rimasti in contatto, «è sulla stessa linea». Ci sarebbe dunque un accordo a tre. Dal Tesoro, però, ieri sera non sono arrivati commenti ufficiali, segno che Giorgetti deve ancora ottenere il mandato dal governo per dare il via libera definitivo durante la riunione straordinaria dell'Ecofin prevista per oggi pomeriggio alle 16.

 

giorgia meloni matteo salvini atreju

I 27 ministri delle Finanze non saranno a Bruxelles, ma si collegheranno per una videocall. Venerdì scorso Giorgetti aveva messo le mani avanti, dicendo che non avrebbe firmato un accordo in videoconferenza. Oggi si troverà davanti a un bivio: rimangiarsi quanto annunciato oppure mettersi di traverso e bloccare un'intesa raggiunta da Parigi e Berlino «al 100%» (Le Maire dixit, ndr), rovinando così la festa alla ministra Nadia Calviño.

 

giancarlo giorgetti

[…] Le Maire e Lindner hanno invece preferito vedersi di persona, con il tedesco che ieri è volato a Parigi. […] I due hanno spiegato che le ultimissime questioni da chiudere riguardavano «il braccio preventivo» del Patto di Stabilità (vale a dire il regolamento che definisce i vincoli di bilancio nei periodi normali) perché tutti i nodi sul «braccio correttivo» (ossia i vincoli da rispettare quando un Paese è sotto procedura) sono stati ormai sciolti:

 

chi sfora il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil dovrà assicurare un aggiustamento dei conti pari allo 0,5% del Pil in termini strutturali, ma è stata introdotta una flessibilità «temporanea» al fine di tenere in considerazione l'aumento del costo degli interessi sul debito.

 

IL DEFICIT ITALIANO

All'Ecofin dell'8 dicembre, i ministri di Francia, Germania e Italia avevano concordato un periodo transitorio di tre anni (2025-2027), ma potrebbero esserci dei cambiamenti. Berlino insisteva per scendere a due anni.

 

Le ultime questioni che saranno discusse oggi dai ventisette ministri […] riguardano due soli punti. Il primo è legato alle salvaguardie sul deficit: per i Paesi con debito oltre il 90% non basterà portare il disavanzo al 3%, ma dovranno scendere all'1,5%.Per farlo sarà necessario assicurare una correzione annua dei conti in termini strutturali: nell'ultima versione si parlava dello 0,3% del Pil in caso di piani di aggiustamento quadriennali (0,2% per quelli settennali). Il numero, però, non è ancora definitivo.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1

L'altro punto riguarda invece lo scostamento annuale massimo dalla traiettoria di aggiustamento della spesa (0,5% l'anno o 0,75% nell'intero periodo secondo la bozza precedente), oltre il quale scatterà il rapporto della Commissione e poi eventualmente l'apertura di una procedura. Per il resto, verrà confermata la disposizione che prevede un taglio minimo dell'1% del debito per i Paesi che superano la soglia del 90% del Pil (0,5% per gli altri). […]

 

2 - GIORGETTI STRETTO TRA ROMA E BERLINO IL MINISTRO ASPETTA L'OK DI MELONI

giancarlo giorgetti bruno le maire

Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

Da un lato la tenaglia franco-tedesca ormai salda, dall'altra una maggioranza da convincere. «Abbiamo parlato entrambi con Giorgetti», dicono dopo l'ennesimo incontro a due il duro Christian Lindner e il mediatore Bruno Le Maire. Oggi pomeriggio il ministro leghista del Tesoro siederà al tavolo di Quintino Sella a via XX settembre per partecipare con altri ventisei colleghi europei alla riunione dell'Ecofin in videoconferenza.

 

L'impressione è che l'accordo sia a portata di mano, ma il silenzio dell'italiano segnala che la partita non è chiusa. […] «Le probabilità di un accordo sono aumentate», dice una fonte della Commissione di Bruxelles. Giorgetti ieri ha passato gran parte della giornata al telefono. Ha sentito i due colleghi di Parigi e Berlino, il commissario italiano all'Economia Paolo Gentiloni, anche lui impegnato nella mediazione, e Giorgia Meloni.

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

 

[…] L'impressione è che Giorgetti abbia ottenuto ciò che era in grado di ottenere, e a questo punto prima di porre il veto ad un accordo fra Berlino e Parigi meglio dormirci sopra. Allo stesso tempo occorre far digerire alla maggioranza di centrodestra ed euroscettica un sì che porterebbe con sé la ratifica della riforma del fondo salva-Stati, sul quale resta il no della Lega. […] Dalle parole secche di Le Maire a favore di un accordo si intuisce invece che Emmanuel Macron voglia chiudere, a costo di mettere alle strette la premier italiana.

 

giancarlo giorgetti bruno le maire

[…] Da Palazzo Chigi […] filtra lo stupore per il metodo franco-tedesco. L'unica certezza è che la riunione a distanza dei ministri oggi non potrà chiudere formalmente l'accordo. A Bruxelles sono pronti a convocare una successiva riunione degli ambasciatori per formalizzare il sì. La presidenza spagnola dell'Unione ha già convocato una conferenza stampa alle 18 di oggi, due ore dopo l'inizio della videconferenza dei ministri. Se così fosse, subito dopo partirebbe la trattativa fra Consiglio europeo e Parlamento per concludere la riforma.

 

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES

La questione più delicata, oggetto ancora di discussione telefoniche fra i tecnici, è quella che riguarda il cosiddetto «braccio preventivo», ovvero le probabilità che l'Italia possa subire una procedura di infrazione laddove non fosse in linea con le indicazioni del nuovo Patto. Nell'ultima riunione dei ministri Le Maire aveva convinto i tedeschi ad accettare una fase transitoria nei percorsi di aggiustamento del deficit dello 0,5 per cento annuo, circa dieci miliardi.

 

OLAF SCHOLZ BRUNO LE MAIRE

L'ipotesi, trascritta in un incontro a quattro fra Germania, Francia, Italia e Spagna era di tenere conto degli interessi pagati per le spese nei settori ritenuti strategici dall'Unione, ovvero difesa, transizione verde e digitale, per un periodo di tre anni, quindi 2025, 2026 e 2027. Nella conferenza stampa dopo il vertice Giorgetti disse che era un passo avanti, ma non sufficiente. Allora la richiesta era di ottenere una deroga al 2028, ovvero alla fine naturale della legislatura.

 

bruno le maire emmanuel macron

Secondo il Tesoro fino ad allora i conti italiani resteranno zavorrati dai bonus edilizi per venti miliardi l'anno, e dunque sarebbe impossibile garantire il rispetto dell'impegno. […] Sullo sfondo dell'insoddisfazione italiana c'è poi la questione del nuovo bilancio europeo, e il taglio ai (nuovi) fondi inizialmente stanziati per la gestione dell'emergenza migranti, su cui in queste ore è in corso una trattativa parallela. Per tutte queste ragioni Meloni e Giorgetti potrebbero decidere di prendere ancora tempo, magari facendo leva sull'insoddisfazione degli altri partner. Al tavolo, fino a prova contraria, ci vuole il sì di tutti e ventisette.

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…