NON TI PAGO! L’ADDIO AL REGIME FISCALE AGEVOLATO FA IMBUFALIRE GLI ABITANTI DELLE ISOLE GRECHE: “NON PAGHEREMO LE TASSE. QUI LAVORIAMO SOLO 4 MESI L’ANNO” - IN RIVOLTA ANCHE GLI ARMATORI CHE MINACCIANO DI ABBANDONARE I PORTI DEL PIREO

1 - LA RIVOLTA DI MIKONOS &C. “NON PAGHEREMO LE TASSE”

E.L. per “la Repubblica”

 

isole grecheisole greche

Protesta Mikonos. E’ sul piede di guerra Kos. Minacciano la richiesta di un referendum Santorini e la piccola Lipsi. Altro che Meltemi. L’unico vento che soffia in queste ore sulle isole dell’Egeo è quello della rivolta fiscale. Il motivo? La bozza di interventi fiscali dati in pasto dal governo Tsipras ai falchi del rigore mette nero su bianco per la prima volta quello che tra Cicladi e Dodecaneso temevano da tempo: l’addio al loro regime fiscale agevolato.

 

«Per toglierlo dovranno passare sul mio corpo – aveva detto il ministro della Difesa Panos Kammenos che da queste parti raccoglie molti voti - Sono pronto a far cadere l’esecutivo!». Invece no. Lui si è accontentato di portare a casa meno tagli all’esercito. Mentre Patmos & C. dovranno prepararsi a pagare più tasse.

 

isole greche isole greche

«Gli sconti sull’Iva alle isole saranno gradualmente eliminati a cominciare da quelle con redditi più alti e più popolari con i turisti – recita il documento inviato a Bruxelles - Il processo finirà entro la fine del 2016 con l’eccezione delle isole più remote». Unica concessione: il ritocco alle aliquote scatterà da ottobre 2015. Come dire che questa stagione turistica – per quanto è possibile vista situazione nel paese – è salva.

 

Panos KammenosPanos Kammenos

Il regime erariale di queste aree è da tempo nel mirino della Ue che considera le agevolazioni elleniche alla stregua di aiuti di stato. L’Iva oggi in Grecia è al 23%. A Lesbos, Chios, nel Dodecaneso e nelle Cicladi è ridotta del 30%, a Tassos, Samotracia e Skyros rispettivamente del 5, 9 e 16%. «E’ l’unico modo per tenere aperti ristoranti e alberghi per chi lavora solo quattro mesi all’anno su un fazzoletto di terra in mezzo al mare – ripete sempre Giorgos Hatziomarkos, rappresentante delle isole del su dell’Egeo - Anche perché per ogni rifornimento qui ci si deve affidare a costosissimi trasporti da Atene».

 

PANOS KAMMENOS ALEXIS TSIPRASPANOS KAMMENOS ALEXIS TSIPRAS

Il governo sembrava favorevole a un intervento mirato solo alle realtà più sviluppate come Santorini, Mikonos e Kos. Ma Bruxelles è stata inflessibile: gli aiuti devono sparire. E Tsipras ha deciso di sacrificare le isole dell’Egeo per salvare tutta la Grecia. I sindaci sono sul piede di guerra.

 

L’idea è trasportare buona parte dei loro cittadini sotto le finestre del Parlamento se e quando si arrivasse a votare il provvedimento. I deputati sotto il Partenone tendono molto spesso a essere più sensibili alla appartenenza geografica del collegio rispetto al colore politico della propria giacchetta. E di franchi tiratori, sul tema dell’Iva per l’Egeo, rischieranno di essercene parecchi.

 

2 - E GLI ARMATORI MINACCIANO DI ABBANDONARE IL PIREO

E.L. per “la Repubblica”

 

il porto del pireo ad ateneil porto del pireo ad atene

Alexis Tsipras abbassa l’asticella della grande battaglia navale con cui conta di rimettere in sesto i conti della Grecia. E getta lo scompiglio non solo negli uffici ovattati dei grandi armatori – spesso emeriti sconosciuti per il fisco nazionale – ma anche nelle centinaia di porticcioli del paese dove ieri la flotta dei marinai della domenica, preoccupatissima, prendeva le misure a gozzi, gommoni e pilotine per capire se il futuro di Atene- che imporrà una tassa sul lusso sui natanti oltre i 5 metri - era in mano pure ai loro piccoli natanti.

 

Il programma del governo è chiaro: il costo del salvataggio deve essere spostato dalle spalle dei lavoratori dipendenti a quelle di chi finora non ha pagato pedaggi alla crisi. E il punto 3 della bozza inviata all’Eurogruppo individua senza ombra di dubbio tra gli obiettivi del nuovo fisco targato Syriza i proprietari di barche.

 

La frase che ha fatto saltare sulla sedia gli Onassis ellenici arriva a metà capitolo: «La tassa sul tonnellaggio delle navi sarà rivista al rialzo», è il primo punto. E fin qua, dicono loro, può ancora andare bene, si tratta di qualche decina di milioni l’anno. Il colpo basso è il seguito: «Verrà eliminato il trattamento erariale agevolato per l’industria del trasporto marittimo ». La posta in gioco in questo caso è altissima.

 

il porto del pireo ad atene 7il porto del pireo ad atene 7

Gli armatori ellenici controllano una flotta di 4.707 supernavi, la più grande del mondo e il 16% del mercato globale. Il business tira e macina utili (140 miliardi solo tra 2000 e 2010 secondo l’unica stima ufficiale redatta dall’associazione di settore). Ma grazie all’articolo 89 della Costituzione, sui profitti generati all’estero – la stragrande maggioranza – non si versano tasse.

 

A farle pagare prima di Tsipras ci hanno provato quasi tutti i governi. Senza successo. «Diamo lavoro a 250mila persone – dicono le aziende marittime del Pireo – generiamo il 7% del Pil del paese. E se cercate di spremerci con nuovi balzelli in 24 ore trasferiamo tutta l’attività a Cipro, Singapore e Dubai». Lo stesso Antonis Samaras, dopo aver ventilato una stretta fiscale, ha fatto una poderosa marcia indietro.

la cina si compra il porto del pireola cina si compra il porto del pireo

 

Accontentandosi di un contributo di solidarietà volontario di 500 milioni in cinque anni, quantificato e versato senza batter ciglio dalle 50-60 famiglie che dominano il business. Si vedrà se questa volta Syriza avrà più fortuna. Difficile invece che le sfuggano gli armatori per caso, comandanti di gusci di noce oltre i 5 metri. «Un colpo durissimo per le imbarcazioni da diporto, una delle poche industrie che ancora funziona», protestavano ieri gli imprenditori di settore.

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...