SINDROME 11/9 - L’AMERICA SOTTO SCACCO E LA MARATONA DI LONDRA COL PRINCIPE HARRY ASPETTA NOTIZIE

1 - L'AMERICA SI CHIUDE NELLA FORTEZZA
Francesco Semprini per "La Stampa"

L'America si risveglia in un silenzio plumbeo, Paese violato e violentato, che erige ogni barriera possibile per difendersi da nuove follie stragiste e intanto cerca di esorcizzare la paura. Il silenzio blindato è il comun denominatore nel «day-after» degli attentati di Boston, come quello di un minuto osservato a Wall Street prima dell'avvio degli scambi.

Le contrattazioni riaprono regolarmente, ma in un clima di estrema perplessità, non solo perché l'attacco di lunedì è riuscito a stroncare la lunga galoppata rialzista delle borse Usa, ma anche perché il Paese si sente di nuovo vulnerabile. È il segnale d'allarme che si riflette nel singolo rintocco della campanella del Nyse, secco, asciutto.

Le orecchie degli americani sono ancora assordate dal doppio boato che ha spazzato la vita di tre persone e la speranza di serenità di tante altre. Costringendo a erigere quelle stesse barriere, talvolta invisibili talaltra soffocanti, che da dodici anni, dall'11 settembre 2001, hanno trasformato questo Paese nella «Fortezza America».

Dall'Atlantico al Pacifico, dai Grandi Laghi al Golfo del Messico, il leitmotiv è sempre lo stesso: «blindarsi in silenzio». Come a Grand Central, la stazione di New York, dove la gente si guarda con la circospezione tipica di chi si risveglia comprendendo che quanto è successo non è solo un incubo. Tutto è sotto lo stretto controllo di polizia, esercito, cani anti-esplosivo, e dei milioni di occhi del Grande fratello che sorvegliano senza sosta Street Avenue.

Nella Grande Mela sono state mobilitate le squadre speciali di «critical response», che presidiano, assieme a un migliaio di specialisti dell'antiterrorismo, le aree più frequentate, come l'Empire State Building, il Rockefeller Center, la cattedrale di San Patrizio, il Palazzo di vetro dell'Onu e il World Trade Center. Oltre a tutti gli snodi di trasporto e gli aeroporti, dove il rafforzamento dei controlli per dogana e immigrazione crea code e rallentamenti.

«Alcune misure di sicurezza sono chiaramente visibili, altre meno», spiega il sindaco Michael Bloomberg, che ha però voluto inviare un messaggio alla cittadinanza, andando a lavorare a City Hall in metropolitana: «Non fatevi condizionare dal terrore».

Nel vicino New Jersey, la polizia ha richiamato tutto il personale in servizio, mentre gli artificieri sono di stanza nei pressi di ponti e gallerie che collegano allo Stato di New York. Le acque dell'Hudson sono pattugliate da squadre di pronto soccorso e forze speciali, così come quelle dell'East River. Momenti di timore allo lo scalo di La Guardia, chiuso per un allarme poi rientrato: la sindrome da attentato è un altro effetto collaterale nella «Fortezza America».

Da Washington, dove sono in corso i lavori di Fondo monetario internazionale e Banca mondiale, Janet Napolitano, segretario dell'Homeland Security, ha esortato tutti «a essere vigili e seguire le indicazioni delle autorità». Alla Casa Bianca il «Secret Service» ha rafforzato i controlli perimetrali mentre «check point» sono dislocati nelle cosiddette «zone sensibili» del centro.

Il boato di Boston è rimbalzato in tutto il Paese: in California sono state attivate le procedure di emergenza introdotte con gli attacchi dell'11 settembre 2001, mentre porti e aeroporti di Los Angeles e Long Beach sono sotto «stretta vigilanza».

A Seattle, nello stato di Washington, sono stati raddoppiati i pattugliamenti e le scorte presso gli edifici governativi. L'allarme è scattato anche in Colorado, dove le forze di sicurezza sono state allertate su informazioni di intelligence per possibili attività sospette. A rischio anche le tante manifestazioni sportive previste in città grandi e piccole, maratone in particolare, a Lansing, in Michigan, Nashville, Indianapolis, San Francisco, e Champaign e Urbana, in Illinois.

Vittime ultime di un perverso meccanismo che le vede schiacciate tra il rischio di defezioni dettate dal terrore, e la macchinosità delle misure di sicurezza imposte dalla «Fortezza America».

2 - L'ONDA D'URTO ARRIVA FINO A LONDRA - BLINDATA LA MARATONA DI DOMENICA
Claudio Gallo per "La Stampa"

L'onda d'urto delle esplosioni assassine di Boston ha attraversato l'Atlantico per abbattersi su Londra che questa mattina celebra i funerali della Thatcher e domenica ospiterà la grande maratona internazionale.

Ieri i responsabili della sicurezza hanno freneticamente rivisto al rialzo gli standard di sicurezza dell'affollato evento sportivo, mentre la sicurezza per le esequie dell'ex premier erano già sufficientemente blindate nell'evenienza di contestazioni violente. Ciò non toglie che il clima generale si complica, pur nell'incertezza sulla regia delle bombe di Boston.

Il ministro dello Sport Hugh Robertson ha detto di essere «assolutamente fiducioso» che la corsa potrà svolgersi nella piena sicurezza. «Andare avanti - ha detto - credo sia il modo migliore per dimostrare solidarietà a Boston e mandare un messaggio molto chiaro ai responsabili».

I 37.500 iscritti e una folla di 500 mila spettatori lungo il percorso (da Blakheath nella periferia Sud-Est, al Mall, vicino a Buckingham Palace), ne avrebbero fatto comunque una giornata difficile per la polizia. Per certi aspetti la tragedia americana sta rilanciando lo spirito delle Olimpiadi quando si temette che qualche gruppo terrorista volesse ripetere i sanguinosi attacchi del luglio 2005.

L'esperto di sicurezza durante gli eventi sportivi David Loewe ha detto alla Bbc: «Penso che ci sarà un sacco di sorveglianza tra la folla. Tra il pubblico ci sarà molta gente concentrata su tutt'altro che la gara». Il ministro dell'Interno Theresa May, informata dalle autorità americane sulle modalità dell'attentato, ha avuto ieri mattina un incontro con il direttore generale del MI5, il servizio segreto interno, Jonathan Evans, e con gli specialisti della polizia metropolitana per le operazioni speciali.

Ovviamente quello che la polizia aspetta più ansiosamente di sapere dall'America è qualcosa di più chiaro sulla matrice dell'attentato. Sarebbe fondamentale per capire da dove aspettarsi la minaccia, se dagli islamisti di Al Qaeda, che nel Londonistan conta qualche simpatizzante, o da altri gruppi estremisti. Una matrice suprematista o neonazista Usa renderebbe gli attacchi non esportabili e Londra tirerebbe un sospiro di sollievo.

Il vulcanico sindaco Boris Johnson, dopo aver espresso il cordoglio di Londra per le vittime di Boston ha dichiarato: «Abbiamo robuste misure di sicurezza per la maratona di domenica, ma dato gli eventi americani è prudente che la polizia e gli organizzatori riconsiderino ancora una volta i loro piani».

Saranno in gara tra gli altri il doppio oro olimpionico somalobritannico Mo Farah e i keniani Wilson Kipsang e Patrick Makau. Nella cerimonia di apertura sarà introdotto un omaggi ai morti e ai feriti dell'attentato di Boston.

 

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