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L’AMORALE DELLA SCONFITTA DI HILLARY - GRAMELLINI: VIVA LA DONNA-DONNA, BASTA CON LA DONNA-SECCHIONA TRAVESTITA DA UOMO - FACCI: TRUMP E' ESATTAMENTE COME SILVIO: UN OUTSIDER CHE VINSE CONTRO OGNI PREVISIONE, LE SPARAVA GROSSE, E USCIVA RAFFORZATO DALLE CAMPAGNE CONTRO DI LUI SU SOLDI, TASSE, CAPELLI E DONNE
1. IL MODELLO SIMIL-UOMO LA INGABBIA E LA OMOLOGA AL MASCHIO
Massimo Gramellini per la Stampa
Chiunque pensi che sarà il femminile a salvare il mondo si augura che la sconfitta di Hillary spinga finalmente le donne a fare politica comportandosi da femmine e non più da donne travestite da uomini.
Non è facile, lo sappiamo. Si chiami Merkel o Lagarde, ma anche Boschi o Raggi, per arrivare al potere una donna deve aderire a un modello maschile che la ingabbia. Deve apparire secchiona, quindi antipatica. Rassicurante e controllata, quindi prevedibile. Nel caso della Clinton, il quadro clinico era aggravato dalla sua appartenenza a una dinastia che l' americano bianco impoverito ha identificato, giustamente, con il frigido Establishment.
BARACK OBAMA CHRISTINE LAGARDE
Ma mentre Trump sventolava il suo machismo da operetta come una bandiera, Hillary è sembrata vergognarsi del suo essere femmina. Optando per una sfida «uomo contro uomo», ha rivaleggiato in aggressività senza però poterlo fare in cialtronaggine, l' unico settore in cui noi maschi siamo obiettivamente più dotati.
Quando si tratta di promettere a vanvera e di liquidare problemi complessi con risposte superficiali, noi riusciamo ad abbindolare tutti, comprese le donne, alle quali l' innato pragmatismo impedisce di spiccare il volo verso l' iperuranio dei fanfaroni, ma non di subirne il fascino.
Per infrangere il «soffitto di cristallo» della politica, le signore farebbero bene a estrarre da se stesse l' unica risorsa che le renderebbe davvero invincibili presso l' elettorato di entrambi i sessi: un approccio accogliente. Meno donne di picche e più di cuori.
2. HA VINTO BERLUSCONI
Filippo Facci per Libero Quotidiano
Piaccia o meno - ripeto, piaccia o meno - Donald Trump è una caricatura di Silvio Berlusconi, e i democratici sono la caricatura di quella sinistra che le ha buscate per vent' anni. È una semplificazione, ma sino a un certo punto.
silvio berlusconi versione trump
Anche Berlusconi era l' outsider, anche lui vinse contro ogni previsione, anche lui dimostrò che una leadership non si può calare dall' alto e che neppure una cultura si può calare dall' alto: perché non è la politica a determinare la cultura, ma la cultura a determinare e trasformare la politica.
Anche Berlusconi era dato per morto da tv e giornali, anche lui aveva contro i sondaggi, anche lui le sparava grosse a un popolo disilluso ma convinto di avere ancora il diritto di sognare, un popolo disponibile a farsi dolcemente ingannare anziché ammuffire nel realismo e nel vittimismo.
Anche Berlusconi è uscito rafforzato dalle singole campagne contro di lui (su soldi, tasse, capelli e donne) e anche lui aveva contro cantanti e intellettuali. Anche lui è stato spiegato come rigurgito di incolti e stupidi e reazionari, anche lui prometteva «un nuovo miracolo italiano» che è uguale a «l' America ancora grande» di Trump. Anche lui era ricco, faceva il cazzone, aveva la moglie bona, faceva maschilismo da bar e odiava il politicamente corretto con la sua lingua di legno. E anche la sua vittoria, come quella di Trump, è stata spiegata soprattutto come una sconfitta degli altri.