IL “CENTRINO” C’ENTRA - LA SOMMA DEI CESPUGLI DELL’AREA CENTRISTA IN PARLAMENTO CONTA SU 139 TRA DEPUTATI E SENATORI E PUÒ DECIDERE LA PARTITA DEL COLLE – NO AI PUPAZZETTI RENZIANI, I NOMI CALDI SONO VELTRONI E FINOCCHIARO MA IL PREFERITO E’ AMATO

Ugo Magri per “la Stampa

 

ANGELINO ALFANO PIERFERDINANDO CASINI ANGELINO ALFANO PIERFERDINANDO CASINI

Alzi la mano chi coglie la differenza tra Ncd e Udc. Oppure tra Scelta civica, Per l’Italia o Gal. Visti da lontano sono partitini quasi indistinguibili ma, in compenso, molto divisi tra loro. Ragion per cui Berlusconi e Renzi li trattano come nani irrilevanti. Siamo al punto che tra i tanti possibili candidati al Colle di cui si vocifera non ce n’è uno solo riconducibile a quell’area.

 

Casini, che pure ne avrebbe i titoli e in fondo nessuno gli vuole male, è il primo a pregare gli amici di lasciarlo in pace e di non pronunciare il suo nome invano. Ma se tutti quanti si mettessero insieme, i centristi si trasformerebbero nella seconda forza politica in Parlamento, alle spalle del Pd.

 

giu18 casini alfanogiu18 casini alfano

I numeri non sono opinioni: la somma delle sigle di centro raggiungerebbe quota 79 alla Camera e 60 al Senato, dunque 139 tra deputati e senatori. Aggiungendo quanti di loro si collocano nel gruppo misto, non è irragionevole attribuire ai centristi un esercito potenziale di 150 eletti laddove i grillini sono 141, i forzisti 130, anche loro parecchio spaccati al proprio interno. Per cui la domanda è: Alfano & C. saranno «calpesti e derisi» anche in occasione delle prossime elezioni presidenziali, o per la prima volta si dimostreranno in grado di far pesare la forza dei loro numeri?
 

MARIO MONTI MARIO MONTI

Qualche timido processo aggregativo è in atto. Ha preso recentemente il via la fusione parlamentare di Udc e Ncd, con l’ambizione di aggregare il grosso della «terra di mezzo» (senza allusioni a Carminati). Di chiarezza c’è n’è ancora poca, a cominciare dal nome di chi guiderà questi gruppi a Montecitorio e a Palazzo Madama. Fonti alfaniane assicurano tuttavia che la massa di manovra sta diventando importante. E calcolano che alle prossime presidenziali saranno circa 100 i grandi elettori centristi pronti ad agire di conserva tra loro, con una incidenza molto bassa di «franchi tiratori».
 

WALTER VELTRONIWALTER VELTRONI

Come primo obiettivo si batteranno per vietare a Renzi di mettere al posto di Napolitano un clone, un fido esecutore disposto a sciogliere le Camere come e quando deciderà lui. Per i centristi impedirlo sarà questione di vita o di morte, dal momento che il loro seguito nel Paese è scarso e dunque al premier risulterebbe facile metterli in riga minacciando le urne a ogni minimo cenno di ribellione. Tanto per fare nomi, i centristi mai voterebbero ministri come la Pinotti o come Gentiloni, «sarebbe come suicidarci» dicono in coro. Idem per illustri giuristi o altre nobili espressioni della società civile tipo Cassese, la Severino, Cantone «il Censore»...

 

sen16 anna finocchiarosen16 anna finocchiaro

Da un sondaggio tra i centristi emerge che un voto lo darebbero volentieri viceversa a Veltroni o alla Finocchiaro che, sebbene del Pd, riconoscono loro autonomia di giudizio. Freddi su Chiamparino, più aperti e problematici su Padoan. Il loro candidato ideale sarebbe Amato e non perdonano a Berlusconi di averne parlato con troppo anticipo col risultato di «bruciarlo».

 

Pur di evitare colpi di mano del premier, i centristi sono disposti a stringere patti col diavolo nella persona del Cavaliere. Spiega Cicchitto: «O viene proposto un nome che aggrega un’area molto vasta. Oppure Renzi non pensi di ripetere sul Quirinale certe operazioni, in Parlamento non ce ne sarebbero le condizioni...».

 

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