manfred weber ursula von der leyen

È ANDATO IN SCENA IL PRIMO ROUND DELLA GUERRA TRA WEBER E URSULA – IL PRESIDENTE DEL PPE HA PROVATO AD AFFOSSARE LA “LEGGE SUL RIPRISTINO DELLA NATURA”, VOLUTA DA VON DER LEYEN, METTENDO INSIEME UNA COALIZIONE FORMATA DA POPOLARI EUROPEI, DESTRA NAZIONALISTA (ECR), ESTREMA DESTRA (ID) E LIBERALI (RENEW). LE MOZIONI PRESENTATE IN COMMISSIONE AMBIENTE DI BRUXELLES SONO STATE RESPINTE, MA LA GRAN PARTE DELLE VOTAZIONI SONO FINITE IN PARITA’. A DIMOSTRAZIONE CHE UNA PARTE DEL PPE VUOLE ANDARE A DESTRA...

Estratto dell'articolo di David Carretta per “il Foglio”

 

Manfred Weber e Ursula von der leyen

Il presidente del gruppo del Ppe, Manfred Weber, ieri è riuscito in un colpo solo a mettere in dubbio il completamento dell’agenda della Commissione di Ursula von der Leyen, a dimostrare la paralisi che si verrebbe a creare con una maggioranza tutta di destra nell’Ue, a indebolire la posizione del Parlamento europeo sulle altre istituzioni e, forse, a compromettere la sua leadership dei popolari.

 

Tutto nasce dalla sua decisione di fare della “Legge sul ripristino della natura” – uno dei pilastri del Green deal di von der Leyen – il bersaglio per cercare di recuperare voti in vista delle europee del 2024. Il provvedimento, che fissa l’obiettivo di ripristinare almeno il 20 per cento delle superfici terrestri e marine danneggiate entro il 2030, potrebbe avere un impatto economico su imprese e agricoltori.

 

Manfred Weber e Ursula von der leyen

Il mondo rurale è già in rivolta per altre misure della politica ambientale e climatica dell’Ue e ha iniziato a esprimere la sua rabbia nelle urne nazionali. Nei Paesi Bassi, il Partito degli agricoltori cittadini è arrivato in testa alle elezioni provinciali del 15 marzo.

 

Nel tentativo di arginare l’emorragia di voti verso l’estrema destra, Weber ha scelto di trasformare il Ppe in una specie di partito dei contadini. E per provare ad affondare la “Legge sul ripristino della natura” ha fatto ricorso a quella che, secondo alcuni, potrebbe essere la nuova maggioranza nel 2024: una coalizione formata da Ppe, destra nazionalista (Ecr), estrema destra (Id) e liberali (Renew).

 

Manfred Weber e Ursula von der leyen

Il risultato si è visto ieri mattina, quando la commissione Ambiente del Parlamento europeo ha votato sulla “Legge sul ripristino della natura”. La mozione di rigetto voluta dal Ppe e dagli altri gruppi delle destre è stata respinta a seguito di un pareggio: 44 a favore, 44 contro. Gran parte dei compromessi tra i gruppi sono stati rigettati con lo stesso risultato: 44 a favore, 44 contro. Diverse centinaia di emendamenti sono stati bocciati con la solita litania: 44 a favore, 44 contro.

 

La votazione finale è saltata per mancanza di tempo. Si ricomincerà il 27 giugno. Anche in caso di bocciatura in commissione, la proposta sarà votata dalla plenaria del Parlamento europeo, teoricamente in luglio.

 

antonio tajani manfred weber

L’ammutinamento di Weber per ora è fallito, ma ha già portato il “caos”, come ha spiegato l'europarlamentare verde, Bas Eickhout. Il capogruppo del Ppe è riuscito a dimostrare che la “maggioranza Ursula” – popolari, socialisti e liberali – è l'unica possibile per governare l’Ue in modo stabile. Tutto il resto provocherebbe paralisi e incertezza sulla capacità dell’Ue di approvare regolamenti e direttive.

 

[…]

 

La mutazione del Ppe in partito del contadino mette a repentaglio gli altri provvedimenti del Green deal, tanto più se la “Legge sul ripristino della natura” dovesse essere bocciata a luglio. In un anno di campagna elettorale, direttive e regolamenti su pesticidi, biodiversità o “case green” potrebbero saltare.

 

PARLAMENTO EUROPEO VOTAZIONE

Una parte importante dell’eredità politica di von der Leyen, esponente dello stesso Ppe, sarebbe compromessa. Quanto a Weber, non è la prima volta che testa la maggioranza delle destre alternativa alla “maggioranza Ursula”. […]

bruxelles parlamento europeopedro sanchez e ursula von der leyen

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…