giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

L’AUTONOMIA CHE TUTTE LE RIFORME SI PORTA VIA: DOPO LA SENTENZA CON CUI LA CONSULTA HA FATTO BRANDELLI DEL DDL CALDEROLI, TAJANI SI SFILA E SALVINI MANDA UN ULTIMATUM ALLA MELONI: “SE CADE LA RIFORMA SULL’AUTONOMIA SI FERMA IL PREMIERATO” - IL "CAPITONE" CHIEDE DI TORNARE AL PIÙ PRESTO IN PARLAMENTO PER MODIFICARE LE NORME IMPUGNATE DALLA CORTE COSTITUZIONALE - LA DUCETTA, CHE TEME CONTRACCOLPI SU PREMIERATO E GIUSTIZIA, È PRONTA A VENTILARE IL RITORNO ALLE URNE PER RIDIMENSIONARE L’ALLEATO. A COMPLICARE L’INCASTRO C’E’ MATTARELLA, CHE METTE IN GUARDIA LA DESTRA DA NUOVE FORZATURE…

Tommaso Ciriaco, Antonio Fraschilla per repubblica.it - Estratti

 

salvini meloni

L’ha incrociata sotto il palco del comizio conclusivo della campagna elettorale in Umbria, pochi minuti dopo la sentenza con cui la Consulta ha fatto brandelli del ddl Calderoli. «Le riforme dell’autonomia e del premierato camminano insieme — ha ricordato in sintesi Matteo Salvini a Giorgia Meloni, secondo quanto riferiscono fonti presenti — e non si deve mollare su nessuno dei due fronti».

 

Di più: «La nostra riforma — ha messo in chiaro il leghista parlando poi con alcuni dirigenti del partito — ha necessariamente tempi più rapidi, perché è prevista già dalla Costituzione». Come a dire: l’autonomia viene prima e da lì si deve partire, altrimenti salta il premierato e tutto il resto.

 

A Palazzo Chigi già la chiamano, sottovoce, «la crisi delle riforme». Di certo, è un gran pasticcio. Reso ancora più allarmante dall’ultima presa di posizione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che pur senza nominare un provvedimento specifico, sembra mettere in guardia la destra da nuove forzature.

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA

 

La premier ha chiara la portata della minaccia politica del vicepremier leghista. Non la teme, è sempre pronta a ventilare il ritorno alle urne per ridimensionare ancora l’alleato, ma intravede alcuni rischi. In particolare, dover rimettere mano a un puzzle di riforme in cui alcuni pezzi sono ormai smarriti.

 

Il punto di partenza di ogni ragionamento di Meloni è che la Lega pretende l’autonomia, anche a costo di terremotare l’esecutivo. D’altra parte, era stata la presidente del consiglio a pregare Salvini di non correre troppo, di prendere tempo e di scrivere meglio quel testo, senza farsi trascinare dall’esigenza di approvarlo prima delle Europee. Come allora, anche adesso il segretario del Carroccio non vuole procedere con cautela.

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

 

(...)

 

Fosse facile. Meloni ha altre priorità. Deve gestire le tre grandi riforme — con premierato e autonomia c’è anche la separazione delle carriere dei magistrati — consapevole che l’incastro diventa sempre più complesso.

 

Non ha alcuna voglia di forzare di nuovo la mano sull’autonomia, ad esempio, anche perché consapevole che la sua base elettorale (per non parlare del Colle) vive con fastidio le forzature del Carroccio. Al massimo, è disposta ad annacquare il provvedimento, riducendo l’impatto sul Mezzogiorno. E comunque rallentando i tempi di una nuova approvazione. Il problema è che un atteggiamento del genere avrebbe conseguenze sul premierato.

 

giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse

La legge costituzionale cara a Meloni deve ancora superare tre letture parlamentari. Alla Camera sono già in agenda alcune modifiche tecniche. E la premier continua a non escludere di aprire ad alcuni ritocchi delle opposizioni, per provare a sminare il referendum. È un progetto che porta però con sé un pericoloso dilatamento dei tempi, che mal si concilia con la volontà di far votare i cittadini sulla riforma al più tardi nel 2026, per evitare una pericolosa sovrapposizione con le politiche del 2027.

 

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

 

Un bel garbuglio. A cui va aggiunto l’altro grande nodo: la separazione delle carriere, che ha già generato una reazione durissima della magistratura. Palazzo Chigi non sembra intenzionato a rallentare, ma intanto sembra archiviata l’opzione di chiudere la prima lettura entro fine dicembre.

 

Di fatto, il percorso in aula inizierà a gennaio. Intanto sull’autonomia Tajani, con una certa dose di soddisfazione, fa notare che la corte costituzionale «pone negli stessi problemi sollevati da Forza Italia». Sembra un modo per sfilarsi da nuove avventure.

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI salvini meloniMELONI - FAZZOLARI - GIORGETTI - FITTO - MATTARELLASERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI - MIGRANTI - VIGNETTA ELLEKAPPAgiorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…