filippetti piketty

L'ECONOMIA È DOMESTICA, LA VIOLENZA PURE - PARLA AURELIE FILIPPETTI, EX MINISTRA ED EX FIDANZATA DELLO SCRITTORE PIÙ AMATO DALLE SIGNORE MARXISTE, THOMAS PIKETTY: ''HA AMMESSO DI AVERMI PICCHIATO PIÙ VOLTE IN UNA DICHIARAZIONE SCRITTA DEPOSITATA DA UN AVVOCATO. MA OGGI DICE CHE ERO IO VIOLENTA CON LE SUE FIGLIE. MENZOGNE PER CERCARE DI RIABILITARSI. E MIA FIGLIA CHE ALL'EPOCA AVEVA 11 ANNI…''

 

Stefano Montefiori per il ''Corriere della Sera''

 

AURELIE FILIPPETTI

«Ha risposto come fanno molti uomini autori di violenze: dando la colpa alla donna». Una settimana fa, alla fine di una conferenza a Tolosa, il celebre economista Thomas Piketty è tornato per la prima volta sui fatti di 10 anni fa, quando venne denunciato per percosse da Aurélie Filippetti, futura ministra della Cultura e all’epoca sua compagna. «Era violenta con le mie tre figlie piccole — ha spiegato Piketty —, altri si sarebbero arrabbiati ancora di più. Quella sera l’ho spinta fuori di casa». Filippetti adesso lo ha querelato per diffamazione, riaprendo il caso.

 

 

«Tutto. Io nel 2009 lo avevo denunciato per violenze che non riguardavano solo quella sera ma erano ripetute. E ho ritirato la denuncia solo dopo la sua dichiarazione scritta».

 

Che cosa contiene quella dichiarazione del 2009?

 

AURELIE FILIPPETTI E ARNAUD MONTEBOURG

«Aveva riconosciuto episodi di violenza ripetuti e se ne era scusato. È un documento ufficiale depositato presso l’avvocato Jean-Pierre Mignard, che in quella fase si prestava a un ruolo di mediatore tra noi. A quel punto, ottenuti il riconoscimento dei fatti e le scuse, per evitare un’ulteriore mediatizzazione ero stata io a ritirare la denuncia. Lui non venne affatto prosciolto totalmente come cerca di fare credere. Il procuratore della Repubblica gli dette comunque un avvertimento e un richiamo alla legge».

 

Quanto è durata l’inchiesta all’epoca?

AURELIE FILIPPETTI E ARNAUD MONTEBOURG

 

«Non è stata una cosa semplice. È stato messo in custodia cautelare, interrogato, l’inchiesta durò alcuni mesi. Una settimana fa, alla vigilia dei cortei in tutta la Francia contro le violenze sulle donne, una studentessa dell’università di Tolosa gli ha chiesto conto delle sue azioni passate. Ho visto il video, ho preso conoscenza di quello che lui ha risposto pubblicamente in quell’anfiteatro, poi ho contattato l’avvocato e giovedì ho presentato la querela per diffamazione».

THOMAS PIKETTY

 

Piketty dice di averla spinta, lei sarebbe caduta tra la porta e lo stipite di casa.

 

«Mente, non è successo niente di tutto questo. Sono cose dolorose per me. Getta la colpa sulla donna, su di me, la vittima. È pazzesco, per difendersi ha deciso di inventare una storia, da cima a fondo. Avrebbe potuto limitarsi a dire “preferisco non parlare di questo argomento”, invece ha inventato tutta una storia perché non ha ancora preso coscienza della sua stessa violenza».

 

Piketty le rivolge l’accusa di essere stata violenta con le sue tre figlie piccole.

THOMAS PIKETTY

 

«È totalmente falso, tanto è vero che sono io ad avere presentato denuncia contro di lui per violenze, all’epoca, non lui ad avere denunciato me per violenze contro le sue figlie. È una totale menzogna. La vittima che si è rivolta alla polizia sono io. Lui cerca di capovolgere totalmente le cose».

 

Pensa che il suo ex compagno sia stato colto di sorpresa dalla studentessa?

 

THOMAS PIKETTY CAPITAL ET IDEOLOGIE

«Non lo so. Alcuni caratteri maschili sono convinti di essere al di sopra della legge. Quel che è incredibile è che possa dire una cosa simile ancora adesso, dopo tutto quello che è successo con il movimento MeToo e la presa di coscienza sulle violenze fatte alle donne. Eravamo a due giorni dal grande corteo, in un momento in cui la Francia è totalmente mobilitata su questi temi. È terribile che la negazione dei fatti si spinga fino a questo punto».

PIKETTY ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

 

Alla luce di quello che è successo dopo, è pentita di avere ritirato la denuncia, dieci anni fa?

 

«Non si può giudicare la scelta di allora con la mentalità di oggi. All’epoca si tendeva a minimizzare le violenze, come lui fa ancora adesso: quando suggerisce che è capitato una volta sola, quando parla di una spinta invece che di botte ripetute, minimizza. Comunque il caso anche allora era scoppiato, ma senza grandi conseguenze, forse perché la società non era pronta. Il movimento MeToo non c’era ancora stato».

 

Non vi siete più parlati?

 

«No, mai, è impossibile. Il suo comportamento a Tolosa è sintomatico di una violenza di fondo. Le sue frasi sono un altro atto violento. Contro di me, e anche contro mia figlia, che all’epoca aveva 11 anni e si ricorda benissimo di tutto».

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