NIGEL ‘LA VOLPE’ HA FATTO RAZZIA NEL POLLAIO DI WESTMINSTER - L’EUROSCETTICO FARAGE A VALANGA: TORY IN CALO, LABURISTI TERZI - IL LEADER UKIP MINACCIA CAMERON: ‘SE NON CAMBIA, DISTRUGGERÒ IL PARTITO CONSERVATORE’


Fabio Cavalera per ‘Il Corriere della Sera'

I voti raccolti, che lo collocano oltre il 30% davanti ai laburisti e ai tory appaiati, lo fanno esplodere così: «Se non cambia, distruggerò il partito conservatore».
Che sia l'euforia per la straordinaria vittoria-shock dello Ukip o che sia una minaccia davvero seria per i conservatori lo si capirà presto. Ma Nigel Farage, a cavallo dell'antieuropeismo e della protesta antiimmigrati, entra di prepotenza nel teatro della politica. E nei prossimi mesi sarà il fantasma che agiterà i sonni di Westminster.

I dati, sia pure provvisori, dimostrano un trend chiaro: lo Ukip (31,9%) ha messo in ginocchio i tory (che sono al 24,2%), ha distrutto i liberaldemocratici (6,9%) superati anche dai verdi (7,64%) e frenato i laburisti (22,9%) che comunque avanzano (anche se ben sotto le aspettative).

Dalle schede europee salta fuori una forza, lo United Kingdom Independence Party, che scombussola gli scenari di un sistema abituato dal Dopoguerra al bipartitismo (alternanza conservatori-tory), convertito al tripartitismo nel 2010 con l'ingresso in scena dei liberaldemocratici divenuti all'epoca ago della bilancia, ora costretto a tenere conto che esiste un quarto incomodo, estraneo alla tradizione britannica: quella dei delusi, degli anti élite, degli ex tory (tanti) e degli ex laburisti raccolti dietro ai richiami suggestivi della demagogia rappresentata da Nigel Farage il quale dichiara: «Costruirò una nuova destra». E tende la mano a Beppe Grillo: «Mi piacerebbe incontrarlo, abbiamo molte posizioni in comune».

Era stato annunciato che il voto europeo avrebbe portato affanno nelle stanze dei tre leader (Cameron, Clegg e Miliband) che si sono fino ad oggi divisi la scena fra governo e opposizione. Ma ragionare su numeri possibili (i sondaggi della vigilia) e ragionare su numeri veri (le urne) sono esercizi assai diversi. E di fronte allo spoglio delle schede per il Parlamento europeo i timori si sono trasformati in un terremoto. Se l'obiettivo di Nigel Farage, trascinato nel Parlamento europeo a furore di popolo dal Sud-Est inglese, era quello di rovesciare il tavolo e di rendere ancora più incerta la corsa alle prossime consultazioni generali (primavera 2015), l'obiettivo è stato raggiunto in pieno. A destra e a sinistra tutti si leccano le ferite.

I conservatori che si vedono alle corde ripetono il ritornello (con Cameron) che non sigleranno patti segreti assieme allo Ukip e combatteranno «contro ogni fanatismo in Europa» ma contemporaneamente (con il cancelliere dello scacchiere George Osborne) gli lanciano segnali «di stima». L'emorragia è pesante. E la prospettiva di riprendere il controllo dei collegi più fedeli e vitali nel sud inglese non è scontata. Il partito è in preda alle fibrillazioni.

Rischiano l'estinzione i liberaldemocratici e il loro leader è sulla graticola. Molti deputati di Comuni ne chiedono le dimissioni, cosa che provocherebbe il collasso del governo. Nick Clegg alza le barricate e tira avanti. Pensa di potere essere ancora, il prossimo anno, l'uomo indispensabile alle grandi alleanze, in assenza di maggioranze chiare. Era la sua scommessa e tale rimane: un pattuglia che sceglie con chi stare in base ai programmi.

I laburisti non vanno male. Ed Miliband guadagna quasi nove punti sulle Europee del 2009 e va forte a Londra. Rivendica i notevoli passi in avanti e ha ragione. Però le proiezioni sul futuro non rallegrano perché in alcune aree registra pericolose defezioni di ex simpatizzanti. I suoi ondeggiamenti non ne fanno un leader che appassiona. Gli rimproverano, per cinismo politico, di non avere contrastato l'avanzata dello Ukip. «La lezione è stata imparata» avverte Ed Miliband che si deve guardare dal prossimo e prevedibile «fuoco amico».

Il quadro politico britannico si frammenta. E Nigel Farage gioca la sua partita. Il sistema elettorale maggioritario (passa nei collegi chi arriva primo) lo penalizza. È convinto che concentrando lo sforzo su 20 o 30 collegi per lo più controllati dai conservatori, dove alle Locali e alle Europee ha avuto altissime percentuali, potrà entrare a Westminster nel 2015 ed essere l'ago della bilancia e la spina nel fianco di Cameron. Intanto mette tanto fieno in cascina. Un sondaggio di ieri (svolto da YouGov, credibile società di rilevazioni) indica che il 43% dei votanti non lo considera xenofobo, contro il 38 che lo etichetta invece come razzista. Trasversalmente agli schieramenti, l'immagine del tribuno, l'eretico ex seguace della Thatcher, migliora. Ed è ciò che preoccupa di più l'arena dei partiti tradizionali.

 

 

Nigel farageNIGEL FARAGE UKIP GRILLO A ROMARENZI E CAMERON A LONDRA Larrivo di Cameron Clegg e Major allo stadio ED MILIBAND GNAM THE INDEPENDENT

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’. UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA) - L'ULTIMA SPERANZA DI CALTARICCONE: ESSENDO MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS, A DECIDERE LA DEROGA DAL ‘’PASSIVITY RULE’’ SARÀ L’ASSEMBLEA: SE IN FORMA ORDINARIA (A MAGGIORANZA), CALTAPERDE; SE STRAORDINARIA (CON I DUE TERZI DEL CAPITALE PRESENTE), CALTAVINCE...

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...