DEMOCRAZIA ALL'AFRICANA – L’EX PALLONE D’ORO GEORGE WEAH HA PERSO LE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN LIBERIA, CONTRO JOSEPH BOAKAI, PER SOLI 30 MILA VOTI – E SONO SUBITO VOLATE ACCUSE DI BROGLI A PROPOSITO DELLO SPOGLIO NELLA CONTEA DI NIMBA, DOVE IL NUMERO DI VOTI VALIDI HA CURIOSAMENTE SUPERATO QUELLO DEGLI AVENTI DIRITTO – WEAH, PER EVITARE TENSIONI, HA ACCETTATO IL RISULTATO: “IO HO PERSO, IL PAESE HA VINTO” – MA PER BOAKAI SO’ CAZZI: LA LIBERIA E’ UN PAESE ALLO SBANDO…
Estratto dell’articolo di Alessio Di Sauro per “la Repubblica”
Dopo un pressing estenuante, alla fine ha perso palla anche lui. George Weah non è più il presidente della Liberia. Il triplice fischio sulle ambizioni di riconferma al vertice delle istituzioni di “King George” - ex stella del Milan e unico calciatore africano a essersi aggiudicato il Pallone d’oro, nel 1995 – è arrivato nella notte di sabato, quando ha telefonato al suo sfidante Joseph Boakai per congratularsi, prima di rivolgersi alla nazione in diretta radiofonica per ammettere la propria sconfitta al ballottaggio delle presidenziali del 14 novembre - la quarta elezione dalla fine della guerra civile nel Paese e la prima senza la presenza di una missione delle Nazioni Unite – ultimo atto di una consultazione in cui al primo turno nessuno dei 19 candidati era riuscito a ottenere la maggioranza assoluta.
[…] i sostenitori di Weah che chiedevano a gran voce il riconteggio, a cui facevano da contraltare i cori e i balli protrattisi per ore davanti al quartier generale di Boakai. Stati d’animo contrapposti che – pur non sfociando mai nei disordini temuti alla vigilia – fotografano un Paese spaccato in due: i risultati provvisori diramati dalla commissione elettorale nazionale segnalano uno scarto minimo tra i due candidati: 50,9 allo sfidante, 49,1 al presidente uscente.
Un divario di 30mila voti comunque incolmabile, con il 99,58 per cento delle sezioni già scrutinato, al netto delle accuse di brogli sollevate a proposito dello spoglio nella Contea di Nimba, dove il numero di voti validi ha curiosamente superato quello degli aventi diritto. Dettagli che non cambieranno il corso della storia: a far festa è ora il settantottenne Boakai, che dopo un mandato da vicepresidente all’ombra di Ellen Johnson Sirleaf – “Mama Ellen”, primo capo dello Stato democraticamente eletto a cedere il potere pacificamente, e insignita del Nobel per la Pace nel 2011 – è riuscito ora a issarsi al vertice delle istituzioni.
Lo attende un compito impegnativo: la Liberia arranca al 178esimo posto per indice di sviluppo umano, con metà della popolazione che vive con meno di due dollari al giorno. […] con le ricadute economiche della devastante epidemia di Ebola del 2014 […] Boakai ora si è preso la sua rivincita: fu proprio lui a soccombere nel ballottaggio dell’elezione del 2017, che sancì la consacrazione della seconda vita di Weah. A quel tempo l’ex Pallone d’oro fu travolgente: trionfò portando con sé una ventata di ottimismo che viaggiava di pari passo con le sue promesse di rafforzamento economico, di lotta alla corruzione e di riconciliazione storica. Promesse spesso non mantenute, e che ora gli sono costate la rielezione […]