L’EXCUSATIO DI TARCISIO: “HO SBAGLIATO AD ACCETTARE TUTTE QUELLE CARICHE”. IL CARDINAL BERTONE PARLA DELL’APPARTAMENTO (‘BERGOGLIO SAPEVA’), LE DIMISSIONI DI RATZINGER (‘ME NE PARLÒ UN ANNO PRIMA’), LE FAKE NEWS SUL TERZO SEGRETO DI FATIMA, PAPA PAOLO VI E LE BRIGATE ROSSE. IL TUTTO NEL SUO LIBRO ‘I MIEI PAPI’: ‘ECCO PERCHé MI HANNO CHIAMATO ‘UOMO DI POTERE E DI INTRIGHI’’

 

TARCISIO BERTONE - I MIEI PAPI

Domenico Agasso Jr per www.lastampa.it

 

Eminenza, la sera dell’11 ottobre 1962, in piazza San Pietro, dopo il celebre «discorso della luna», quali erano le Sue sensazioni da studente a Roma? E come descrive la Chiesa oggi alla luce di quella notte?  

«Giovanni XXIII ha toccato il cuore di tutti con quel “date una carezza ai vostri bambini”. Quella sera vibravamo per le parole di Papa Roncalli. Oggi, 56 anni dopo, la Chiesa di papa Francesco che cerca di essere “in uscita”, che si impegna a stare vicina alla gente, mi sembra si riallacci, si connetta direttamente con il cuore palpitante, con lo stile di Papa Giovanni XXIII. La Chiesa di Francesco ha un senso di compassione, di misericordia - pensiamo alla famosa espressione “ospedale da campo” - per questa umanità di oggi che ha tanto bisogno di comprensione, oltre che di indirizzi e di orientamento di vita». 

 

Al di là dei miracoli, perché secondo Lei Paolo VI è santo?  

«Papa Montini merita di essere proclamato santo perché in quel momento così complesso della storia del mondo e della Chiesa ha sempre espresso il suo amore per ogni uomo. Basta pensare alla sua lettera alle Brigate rosse, o al suo commovente e umanissimo discorso alle esequie di Moro nel 1978. Non è certo un caso se anche papa Francesco si ispira a lui. Era un uomo particolare. Fin da bambino, quando, sui banchi delle elementari, scrisse su un foglio “Io amo”. Da allora non ha mai smesso di “amare” l’umanità tutta». 

TARCISIO BERTONE

 

Il segreto di Fatima è stato svelato oppure no? Perché nella prefazione al Suo libro, «I miei Papi» (Elledici), il cardinale Gianfranco Ravasi parla di fake news? 

«Assolutamente sì, è stato svelato. C’è chi dice che esisteva un “plico Capovilla” che rivelava la presenza di un altro testo della terza parte del Segreto, o di una parte nascosta da me chissà per quali inconfessabili obiettivi. Ma lo stesso cardinale Loris Capovilla mi ha “scagionato” più volte, in particolare scrivendo una lettera per chiarire che non c’era nessuna contraddizione nella mia esposizione». 

 

Il pontificato polacco: che cosa sceglie come elemento/momento/avvenimento simbolo dei 27 anni di Papa Wojtyla?  

«Innanzitutto, a me piace definire Giovanni Paolo II un combattente. Lo è stato fin dalla gioventù, dalle sue battaglie a fianco degli operai di Cracovia. E con i suoi viaggi è stato un grande comunicatore del Vangelo, oltre che accanto agli umili. Inoltre, ha trasmesso grandi emozioni anche quando non riusciva più a parlare. E il suo dono più grande alla Chiesa è stato inventare la Giornata mondiale della Gioventù, che continua a suscitare l’entusiasmo di milioni di giovani. È un tesoro che ci ha lasciato e che continua a germogliare». 

cardinal bertone

 

Quanto ha contato per Lei, Salesiano, san Giovanni Bosco negli anni in cui ha avuto incarichi di responsabilità nella Chiesa? Qualche volta non lo ha «dimenticato» o trascurato?  

«Mai ho tralasciato don Bosco! Ho sempre invocato il Suo aiuto. E recitare le tre Ave Maria la sera ai piedi del letto, come raccomandava don Bosco, mi pacificava e mi faceva dormire anche nei momenti più difficili». 

 

BERTONE CON BEPPE GRILLO

La rinuncia al pontificato di Benedetto XVI: Lei come e quando ha saputo della decisione di Ratzinger?  

«Fece un cenno fugace a una eventuale possibilità già il 30 aprile 2012. Poi ne riparò in un colloquio confidenziale nel mese di agosto, mentre eravamo a Castel Gandolfo». 

 

E Lei come reagì? Qual era il Suo stato d’animo in quei mesi che portarono all’11 febbraio 2013?  

fotomontaggi su tarcisio bertone by spinoza

«Ero incredulo e inquieto. Successivamente gli presentai una serie di ragionamenti che ritenevo fossero fondati per il bene della Chiesa e per sventare una generale depressione del popolo di Dio. Eravamo in pieno “Anno della fede”. Benedetto XVI stava scrivendo il terzo volume su Gesù di Nazaret e aveva promesso di dare alla Chiesa una enciclica sulla fede che completasse la trilogia delle virtù teologali dopo quelle sulla carità e la speranza. Incominciai la mia resistenza per ottenere almeno una dilazione sulla data dell’annuncio di questa decisione che consideravo tremenda e che portavo con grande sofferenza.

 

Man mano che passava il tempo, il Santo Padre non solo non recedeva, ma si confermava nella decisione presa in tutta coscienza davanti al Signore. Dapprima era intenzionato a pubblicare la dichiarazione di rinuncia prima di Natale, ma io gli dicevo che per Natale doveva farci il dono del suo libro sull’infanzia di Gesù di Nazaret e questo annuncio avrebbe sconvolto l’opinione pubblica, turbato il clima natalizio. Rimandata la decisione all’anno nuovo, io cercavo comunque di prorogarla di settimana in settimana. Ma invano». 

 

ATTICO DI BERTONE

Lei è amico di Joseph Ratzinger ed è stato Segretario di Stato vaticano anche di Jorge Mario Bergoglio oltre che dello stesso Benedetto XVI: come commenta i paragoni che si fanno tra i loro pontificati, culminati con le polemiche sulla lettera del Papa emerito emersa in questi giorni?  

«Tra Benedetto XVI e Francesco c’è continuità nella diversità degli stili e dei caratteri, è assurdo metterli in contrapposizione come fossero il primo un intellettuale astratto che non capisce i problemi della gente e l’altro “solo” il papa concreto, pratico, amato da tutti. Non corrisponde alla verità.

 

grande grosso e bertone

L’impatto di Francesco con la gente è più immediato, empatico, mentre Papa Benedetto semplicemente ha un altro carattere. Bergoglio ha un enorme bagaglio di studio come Gesuita, una formazione intellettuale robusta con un suo temperamento particolare; Ratzinger ha sempre avuto un’ottima comunicazione con i suoi fedeli, basti pensare come parlava ai bambini e alle sue visite nelle carceri. Ripeto: fra di loro c’è continuità nella diversità. Come è normale e bello che sia. Non c’è altro da aggiungere. E i paragoni servono a nulla. Anzi, sono controproducenti». 

CARDINAL BERTONE

 

Come descrive i cinque anni di papa Francesco?  

«Soprattutto con il suo dono di se stesso senza riposo! È infaticabile. È un Pontefice che si dona totalmente agli altri, dai più “alti” collaboratori a tutti i bambini e gli ammalati che incontra nelle udienze. Anche dopo alcune centinaia di abbracci e carezze, sa sempre donarsi e sorridere con intensità. A tutti. È un miracolo che resista a questi ritmi a 81 anni. Io penso che papa Francesco, con questo spirito che tende la mano a chi ha bisogno, sia un esempio per tutta la Chiesa, in particolare per gli ecclesiastici. Per questo non ho alcuna paura per il futuro della Chiesa.

 

BERTONE E BERGOGLIO c a ac d e a a c

E a proposito delle riforme e delle sfide in atto, in particolare la lotta contro gli abusi sessuali e l’ambito economico, sottolineo che Francesco le ha prese in mano e le sta portando avanti. E questo non è poco. Anzi. Ovviamente ci sono difficoltà. Ma nella Curia romana - e io la conosco bene - non c’è un’ostilità, un’opposizione sorda alle iniziative di Francesco, solo problemi fisiologici di una struttura così complessa. Però sono convinto che Francesco andrà avanti bene nelle riforme. Io dico questo: preghiamo il Signore che ce lo conservi, papa Francesco. Preghiamo per questo ogni giorno!». 

 

VESPA BERTONE

Non le sembra di avere esagerato attribuendo anche a Francesco le decisioni sul Suo appartamento?  

«Nel libro ho ritenuto di dover citare papa Francesco per far capire che il pontefice non era all’oscuro, ma sapeva cosa stava accadendo. La verità è questa. Anche se, preciso, dei particolari era responsabile il Governatorato. A proposito, c’è chi chiama la mia residenza “attico”, mentre è un appartamento con un grande terrazzo condominiale. Fu Papa Bergoglio a chiedermi di stare in Vaticano e di continuare a occuparmi dell’archivio, e a quel punto si dovette cercare un appartamento.

 

MARIO MONTI E LA MOGLIE ELSA CON PAPA BERGOGLIO E BERTONE jpeg

Il Papa seguì da vicino tutto questo iter. I pagamenti sono un’altra questione, sulla quale non voglio dire nulla, c’è un processo in corso in Vaticano, non tocca a me adesso dire altro. A conferma della mia buona fede, sottolineo che fino al 2 dicembre 2018, quando compirò 84 anni, continuerò a lavorare in Vaticano anche per espressa richiesta di papa Francesco. E io proseguirà con gioia e con grande vicinanza a questo straordinario Papa. E poi, ho in programma di restare in Vaticano: ho fatto tanti trasferimenti nella mia vita, spero di stare in pace nella mia vecchiaia». 

 

Perché molti la definiscono soprattutto «uomo di potere e di intrighi»?  

Fisichella Bertone e Ornaghi

«Ho subito molti attacchi, l’accanimento con cui sono stato preso di mira mi sembra che sia impietoso, esagerato. Mai ho organizzato intrighi o complotti. Sono convinto di essere stato solo un capro espiatorio. Mi sono sempre attenuto alle indicazioni dei Papi con i quali ho collaborato. Ho sempre cercato di svolgere bene i miei compiti. Credo dunque che il motivo sia solo che se avessero colpito un cardinale sconosciuto forse non avrebbe fatto notizia. Ma ormai mi tengo questa etichetta, è come se stessi espiando i peccati qui in terra». 

 

Qual è il suo principale rimpianto o rimorso? E un merito che si attribuisce nel governo della Chiesa?  

«Lo sbaglio più grande è avere accettato troppi incarichi. Se potessi tornare indietro non lo farei più. Ma adesso è troppo tardi. Per esempio, non accetterei più la presidenza della Commissione cardinalizia dello Ior. Sono fiero invece di avere cercato di ascoltare e aiutare tutti, dedicare il tempo a ogni persona che chiedesse udienza. Molti lo ricordano e mi sono riconoscenti». 

Bagnasco e Bertone PAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE TARCISIO BERTONE CON LE CUFFIE padre georg bertone papa

 

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO