AL VOTO! AL VOTO! - L’INUTILE GIRO DI VALZER CHE BELLA NAPOLI CONCEDERÀ A BERSANI È SOLO IL PRELUDIO DI UNA PROROGA AL GOVERNO MONTI - DATA “LA NEBBIA” IN CUI SIAMO SPROFONDATI, NAPOLITANO SE NE LAVA LE MANI E LASCERÀ LA PALLA AL SUO SUCCESSORE - A QUEL PUNTO IL NEO-PRESIDENTE POTRÀ: O SCIOGLIERE LE CAMERE E RISPEDIRE L’ITALIA AL VOTO OPPURE CHIEDERE ALLO STESSO NAPOLITANO DI FORMARE UN GOVERNO DI ALTO PROFILO…

Francesco Bei per "la Repubblica"

C'è solo un colpo in canna, Napolitano ne è consapevole. Con un mandato presidenziale che sta per arrivare a conclusione, per risolvere lo stallo prodotto dalla presenza di tre minoranze di blocco, ci sarà un unico tentativo. Il presidente della Repubblica ha infatti intenzione di affidare a Pierluigi Bersani il mandato per provare a formare un governo. Senza subordinate o piani B. Non sono più prese in considerazione alternative, che pure erano circolate: da Fabrizio Barca ad Anna Maria Cancellieri, da Corrado Passera a una donna delle file democratiche come Anna Finocchiaro.

Il segretario del Pd farà dunque il suo giro. Mandato esplorativo. Ma in caso di insuccesso, Napolitano non sfoglierà altre margherite, non ci sarà alcun toto-premier. Perché un tecnico a palazzo Chigi c'è già ed è del tutto inutile andarsi ad inventare un ennesimo governo del Presidente. Resterà al suo posto Mario Monti, fino all'elezione del successore di Napolitano, per il disbrigo degli affari correnti. E non è un caso se il premier abbia ripreso a consultarsi con i leader politici, per creare una rete di sicurezza.

Questo è il percorso su cui sta riflettendo il capo dello Stato. Niente di definitivo, naturalmente, fino a quando non saranno espletate le consultazioni. Eppure la consapevolezza di non avere molte frecce per il suo arco la si poteva leggere anche in quella frase pronunciata ieri, davanti ai Lincei, quando ha ammesso che «a volte si fa fatica a fare luce nella nebbia ed io cerco di fare del mio meglio».

In questo ultimo sforzo costituzionale, Napolitano non intende comunque mollare la presa. E dunque Bersani non sarà lasciato solo a trovarsi una maggioranza, ma quelle che si svolgeranno al Quirinale saranno consultazioni vere e approfondite. I colloqui con i cinque principali gruppi parlamentari saranno dunque decisivi. Il presidente del Consiglio incaricato potrà sciogliere la riserva e presentarsi alle Camere per la fiducia solo se avrà una maggioranza solida. In questo quadro sta prendendo corpo quadro l'ipotesi di lasciare Monti a palazzo Chigi. A disbrigare gli affari correnti. Del resto, la ricerca di un nuovo esecutivo tecnico essendocene di fatto già uno.

Ci penserà a quel punto il nuovo inquilino del Quirinale, nella pienezza dei suoi poteri, a provare a uscire dallo stallo. Le sue armi, a differenza del Presidente uscente, saranno tutte cariche. A partire dalla più importante di tutte, il potere di sciogliere le Camere appena elette e mandare (lui sì) tutti a casa. Insomma, Napolitano farà del suo meglio, come ha detto ieri. Poi passerà la mano. Ma intanto proverà a sostenere il tentativo di Bersani incalzando tutti i protagonisti.

Tra i due il clima non è più quello freddo del dopo voto. La telefonata che c'è stata al termine della direzione di mercoledì ha portato a un chiarimento effettivo. Il colloquio, riferiscono, è andato bene. Napolitano ha infatti giudicato corretta la rivendicazione di Bersani di voler fare un primo giro, oltre ad essersi rallegrato per l'accantonamento dell'alternativa secca: o me o il voto anticipato.

Nessun ultimatum nelle conclusioni della direzione Pd, per non legare ulteriormente le mani al capo dello Stato. Ora che tutte le carte sono sul tavolo può finalmente iniziare l'ultima difficilissima partita del Presidente. I tempi non saranno brevi e persino Massimo D'Alema, dal palco del Nazareno, ha confessato l'altro ieri il timore che «l'iniziativa di Bersani non sarà conclusiva della soluzione alla crisi».

Ci vorranno altre settimane. Il 19 marzo dovrebbero iniziare le consultazioni al Quirinale, fortunatamente limitate a pochi gruppi. Quindi tra il 22 e il 23 marzo Bersani potrebbe già vedersi affidato il mandato esplorativo. Altre riunioni, altri incontri del presidente del Consiglio incaricato e intanto si arriverà a ridosso di Pasqua.

A quel punto mancheranno appena due settimane all'elezione del prossimo presidente della Repubblica. Bersani ce l'avrà fatta? Passerà la mano? Il tentativo è tutto in salita. Ma, se dovesse fallire, resterà in carica il governo Monti. A quel punto, una delle ipotesi è che Napolitano - giocate le sue carte - possa anche passare la mano anticipando di qualche giorno la sua uscita dal Quirinale per consentire al Parlamento di eleggere subito il successore.

Nuovo Presidente della Repubblica, nuovo giro di consultazioni, ma stessi problemi. Così, per quanto possa suonare bizzarra, l'idea che il capo dello Stato appena eletto si affidi proprio al senatore a vita Napolitano per formare il governo continua a tenere banco nella Capitale. Il vero piano B, s'intende, restano le elezioni anticipate. E la paralisi dei tre "non vincitori" delle elezioni potrebbe alla fine portare proprio lì.

Maria Stella Gelmini, in un vicolo intorno a via dell'Umiltà, confida tutto il suo pessimismo: «La scelta più ragionevole sarebbe una grande coalizione tra noi e il Pd, ma la vedo difficile. Le sentenze in arrivo contro Berlusconi sembrano fatte apposta per rendere questa ipotesi impraticabile. Alla fine si tornerà a votare a giugno».

 

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