manovra conte merkel draghi juncker moscovici

L'OK ALLA MANOVRA ARRIVERÀ GRAZIE A BREXIT E GILET GIALLI: BRUXELLES HA GIÀ TROPPI CAZ… - NESSUNO IN EUROPA CONSIDERA LA MANOVRA DI ROMA IN LINEA CON LE REGOLE, MA LA PRIORITÀ È GESTIRE L' USCITA DI LONDRA E NON OSTACOLARE MACRON MENTRE CERCA DI SPEGNERE CON UN PO' DI SPESA PUBBLICA LA RIVOLTA DEI GILETS JAUNES. APRIRE UN NUOVO FRONTE CON L'ITALIA VORREBBE DIRE GUERRA COI GIALLOVERDI FINO ALLE EUROPEE

Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

Da un mese i mercati e l' economia italiana stanno dando segnali di cui si era persa l' abitudine, nel bene e nel male.

BATTIBECCO TRA THERESA MAY E JUNCKER

Nelle loro cause, e nelle possibili conseguenze, si trova la chiave dei prossimi mesi ora che l' Italia sembra a un passo da un accordo con la Commissione Ue sul bilancio del 2019 e nei due anni seguenti.

 

La sorpresa di maggior peso, potenzialmente, riguarda i costi che lo Stato affronta per indebitarsi: sono caduti come non succedeva da tempo. I livelli assoluti sono sempre alti, eppure il rendimento dei buoni del Tesoro in scadenza fra dieci anni è sceso dal 3,62% del 20 novembre al 2,94% di venerdì sera. Un calo così rapido si era visto solo una volta, dal giorno in cui si sono messi al lavoro i 5 Stelle e la Lega per fare il governo: quando in giugno Giovanni Tria si impegnò sull' euro e promise un approccio cauto sul deficit, prima che i partiti smentissero il loro stesso ministro dell' Economia almeno sul secondo punto.

 

JUNCKER AL BALCONE COME DI MAIO

Ma una fase di (relativa) distensione così lunga, benché in realtà duri da meno di un mese, non si era invece proprio mai vista con M5S e Lega. Anche sulle banche si è allentata la pressione. Per i titoli azionari del credito questa stagione politica è coincisa con una catastrofe, visto che il loro indice a Piazza Affari è giù del 35,8% dal giorno in cui uscì la prima bozza del programma giallo-verde.

Eppure nell' ultimo mese quello stesso indice, per la prima volta da maggio, ha recuperato il 2%.

 

La terza novità viene dall' economia, perché va sempre peggio. Male come non succedeva da tempo. Era da poco meno di quattro anni che l' indice Ita-Coin della Banca d' Italia, una sintesi di tutte le informazioni disponibili in tempo reale, non segnava una caduta netta come quella di novembre. Durante l' estate il prodotto interno lordo dell' Italia ha iniziato a contrarsi, ma negli ultimi tre mesi dell' anno potrebbe andare anche peggio. Ovviamente tutti questi sintomi sono collegati fra loro. L' economia si contrae in primo luogo perché gli investimenti sono in uno stallo prodotto dallo stress di questi mesi sul debito pubblico, che contagia le banche.

CONTE JUNCKER

 

 

Per il 2019 è dunque decisivo capire cos' abbia generato l' attuale recupero dei mercati dell' ultimo mese e se esso continuerà.

La tregua sui mercati si spiega, in prima battuta, con quella che si sta cercando fra Roma e Bruxelles: gli investitori per la prima volta vedono che il governo accetta il ruolo delle istituzioni europee nel bilancio italiano quindi, indirettamente, riconosce il sistema di governo della moneta unica.

 

Ma oltre ai tentativi di pace a Bruxelles, aiuta a generare un po' di fiducia sul mercato anche la guerriglia a Roma fra M5S e Lega. Gli investitori vedono anche che questo governo presto potrebbe cadere, quindi magari i suoi piani di spesa non partiranno mai e in futuro forse governerà un solo partito populista e non due: la Lega con il centro-destra o M5S con il Pd, ma non entrambi conciliando le (costose) promesse di entrambi.

 

Non stupisce che su questo sfondo a Bruxelles lo scetticismo sull' Italia resti profondo, anche se per ora la procedura non partisse. Alla vigilia di un accordo ormai vicinissimo, questo politico europeo di primo piano si è lasciato sfuggire un commento che dice molto dell' analisi diffusa a Bruxelles.

«I mercati non hanno ancora capito cosa c' è in questa legge di Bilancio - ha osservato questo dirigente europeo -. Quando se ne renderanno conto, avremo momenti interessanti».

EMMANUEL MACRON BRIGITTE GILET GIALLI

 

Nessuno in Europa considera la manovra di Roma in linea con le regole. Tutti sanno che un compromesso resta una foglia di fico per guadagnare tempo, stesa su un problema evidente perché le tensioni sulla Brexit e in Francia dissuadono la Commissione dall' aprire un nuovo fronte con l' Italia. La priorità a Bruxelles ora è gestire l' uscita di Londra dall' Unione europea senza altri traumi e non ostacolare Emmanuel Macron mentre, da Parigi, il presidente cerca di spegnere con un po' di spesa pubblica la rivolta dei gilets jaunes . Sanzionare l' Italia avrebbe il solo effetto di scatenare una campagna del governo contro la Ue in vista delle europee di maggio.

 

Ma come nota il politico europeo che prevede una reazione dei mercati, restano problemi aldilà delle pensioni a 62 anni o del reddito di cittadinanza. Uno in particolare: l' Iva «piatta» al 15% per i redditi fino a 65 mila euro può innescare una transizione in massa dei quadri nelle piccole imprese dal lavoro dipendente a termine al lavoro autonomo detassato.

 

È un rischio illustrato da Marco Leonardi e Andrea Dili in un recente articolo su la voce.info. Se un quarto degli attuali dipendenti a tempo fosse sostituito da partite Iva, si aprirebbe una voragine da 4,5 miliardi nel deficit che oggi nessuno calcola. E quasi un milione di persone perderebbero tutele su malattia, sanità, pensione, orari di lavoro. La partita dell' Italia, non solo a Bruxelles, resta incerta più che mai.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…