petrolio

BARILE AMARO - L’OPEC FA LO SGAMBETTO A DRAGHI: PROPRIO MENTRE LA BCE ALZA LE STIME SULL’INFLAZIONE, IL CARTELLO NON TAGLIA LA PRODUZIONE DI PETROLIO - E SE IL PREZZO DEL GREGGIO CROLLA, L’EUROTOWER AVRA’ PIÙ DIFFICOLTA’ A FAR CRESCERE L’ECONOMIA UE

Rodolfo Parietti per “il Giornale”

mario draghimario draghi

 

C'è un filo rosso, e ben visibile, che da tempo lega la Bce all'Opec: il petrolio a prezzi di saldo è infatti il principale innesco della deflazione. Caso ha voluto che ieri a Vienna, dove i Signori del petrolio tenevano un vertice nello storico quartier generale, fosse in programma anche una delle riunioni che la banca guidata da Mario Draghi gioca in trasferta.

 

Ma al posto di una dolcissima Sacher-Torte, il Cartello ha servito al presidente dell' Eurotower un boccone abbastanza indigesto con la decisione di mantenere invariata la produzione a 32,5 milioni di barili al giorno. Niente tagli, nessun congelamento dell' output sui livelli di gennaio come era stato prospettato nel (defunto) piano di Doha, in una preservazione dello status quo che è frutto del braccio di ferro tra Arabia Saudita e Iran, appena tornato alla piena libertà estrattiva dopo la fine delle sanzioni.

prezzo petrolio vertice opecprezzo petrolio vertice opec

 

«L' evoluzione del mercato è positiva», ha spiegato il ministro del Petrolio venezuelano, Eulogio Del Pino, facendo riferimento alla recente ripresa delle quotazioni. Il problema è che il mercato non ha preso bene l' inazione: Brent e Wti sono scivolati subito, rispettivamente, dell' 1,35 (a 49 dollari) e dell' 1,55% (a 48,19 dollari).

 

la quota di produzione di petrolio dell opecla quota di produzione di petrolio dell opec

È evidente che se il barile si dovesse avvitare nella stessa spirale che fece crollare i prezzi sotto i 30 dollari lo scorso febbraio, la missione della Bce si complicherebbe. Proprio ora che, «per riflettere i leggeri aumenti del prezzo del petrolio», le stime sull' inflazione 2016 sono state leggermente riviste al rialzo dallo 0,1 allo 0,2%.

 

Il primo a non credere nella possibilità di vedere entro dicembre prezzi meno anemici è però proprio Draghi: «I tassi d' inflazione resteranno molto bassi o negativi nei prossimi mesi prima di riprendersi nella seconda meta» del 2016, per poi risalire l' anno prossimo all' 1,3% e all' 1,6% nel 2018. Un po' più vicino a quel target del 2% che pare più sfuggente di una saponetta bagnata. Non sarebbe forse il caso di rivederlo? No, ha spiegato l' ex governatore di Bankitalia, perché «minerebbe la nostra credibilità».

OPEC OPEC

 

Ma non è solo il petrolio l' osservato speciale della Bce. C' è anche il pericolo Brexit («Siamo pronti a qualsiasi risultato, anche se rimanere nell' Unione europea fa bene alla Gran Bretagna e fa bene all' Europa») e una ripresa che stenta a decollare. Seppur la banca centrale abbia alzato le stime sulla crescita del Pil di quest' anno all' 1,6% dal precedente +1,4 (invariate all' 1,7% quelle del 2017, in calo da 1,8 a 1,7% quelle del 2018), Draghi ha spiegato che l' andamento tra aprile e giugno potrebbe essere più lento rispetto ai tre mesi precedenti.

 

prezzo petrolio 7prezzo petrolio 7

L' eurozona ha insomma ancora bisogno della stampella della Bce. I tassi rimarranno infatti «a questo livello, o più bassi, per un esteso periodo di tempo» e il quantitative easing durerà fino a marzo del prossimo anno, e comunque fino a quando la correzione dell' inflazione non sarà «significativa».

 

L' istituto di Francoforte ha intanto dettagliato gli acquisti, a partire dal prossimo 8 giugno sul mercato primario e sul secondario, delle obbligazioni societarie: i bond dovranno avere il «bollino» dell' investment grade e una scadenza compresa tra un minimo di 6 mesi a un massimo di 30 anni. Poi, dal 22 giugno, scatteranno le nuove Tltro mirate al sostegno delle imprese.

prezzo petrolio 6prezzo petrolio 6

 

Dalle aste di rifinanziamento della Bce resta invece ancora esclusa la Grecia: le banche elleniche non potranno quindi usare i sirtaki-bond come garanzia. Prima di dare semaforo verde alla riammissione, l' Eurotower vuole che sulle riforme di Atene non sia rimasta una sola ombra.

 

prezzo petrolio 5prezzo petrolio 5

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO