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I RISTORATORI ROMANI SEPPELLISCONO IL SINDACO PER CAOS: ALTRO CHE APPUNTAMENTI DI LAVORO: CONFERME SULLE CENE CON LA FAMIGLIA PAGATE CON LA CARTA DEL COMUNE! - IL PIANO DI RENZI: PER COMMISSARIARE MARINO BASTA NON VOTARE IL BILANCIO A NOVEMBRE

1. IL RISTORATORE DI PIAZZA MARGANA: “NEL MIO RISTORANTE È VENUTO CON LA MOGLIE ALTRO CHE CENA DI LAVORO”

Lorenzo D’Albergo per “La Repubblica”

renzi marino renzi marino

 

«Il 27 luglio 2013? Con la moglie. Era con la moglie, come no... Marino è venuto qui una sola volta». Maurizio è uno dei titolari della Taverna degli amici, ristorante in piazza Margana e a poco più di centometri dalla scalinata del Campidoglio. Nel salotto tutto sampietrini tra piazza Venezia e il ghetto ebraico, dopo aver finito la sua cena, l’oste risponde secco alle domande.

 

Prima ancora di vedere la ricevuta pubblicata online dallo staff dell’inquilino di palazzo Senatorio (quindi pagata con la carta di credito per le spese di rappresentanza del sindaco, in questo caso 120 euro), il proprietario del locale recita a memoria l’etichetta del bianco che ha servito al primo cittadino in quel sabato sera di luglio, a sei settimane dall’elezione a primo cittadino: «Mi ricordo pure quello che ha preso. Il vino mi ricordo. Una bottiglia da 55 euro. Era uno Jermann vintage tunina».

 

RISTORANTE SAPORE DI MARE ROMA RISTORANTE SAPORE DI MARE ROMA

Ma è sicuro che il sindaco fosse qui con la moglie? La nota allegata alla ricevuta spiega che il sindaco ha cenato alla Taverna degli amici con un rappresentante della World health organization.

RISTORANTE CYBO ROMA RISTORANTE CYBO ROMA

«Se c’è una spesa intestata al Comune, ci dovrebbe essere anche una fattura. Dovrei vedere la ricevuta. Fammela vedere. Ecco il vino: 55 euro. Coperto per due, è scritto sulla prima riga della fattura. E l’unica volta che ho visto Marino in questo ristorante era con la moglie, era seduto a quel tavolo là (il proprietario del ristorante indica un tavolino all’aperto, protetto da un dehors e una siepe verde, ndr)».

 

Ma come fa a esserne sicuro? Guardi le foto, è questa la moglie del sindaco?

«No, non è questa», risponde Maurizio vedendo una foto che ritrae il sindaco di Roma accanto a Marisela Federici, la regina dei salotti romani. Poi gli viene sottoposto un altro scatto di una foto pubblica.

E’ quest’altra la moglie di Marino?

MARINO MARINO

«Eccola, è lei». A confermare l’identità dell’ospite del sindaco viene chiamato anche il cuoco, Nazario. «Sì, sì. È lei».

 

Per caso ricordate anche cos’ha mangiato il sindaco?

«No, non mi ricordo perché quella sera ero in cucina. Non ho servito io Marino», spiega Nazario prima di ritirarsi di nuovo tra i fornelli. Poi riprende Maurizio: «Se mi fossi ricordato pure quello, sarei sulla Luna. Io di solito non sono al ristorante, ma quel giorno, due anni fa, ero qui. Mi ricordo anche che a prenotare nel pomeriggio è venuta proprio la moglie del sindaco. Non ha chiamato al telefono, è venuta di persona. Quando ha detto “Marino per due”, ho pensato subito “sarà la moglie del sindaco”. Infatti era lei, passava di qua e si è fermata per prenotare. È la signora della fotografia. Comunque quella è l’unica volta che è venuto. Non l’ho più visto».

MARINO SCONTRINIMARINO SCONTRINI

 

Come ha fatto a ricordarsi dell’etichetta del vino prima ancora di vedere la fattura pubblicata in rete da Marino?

«Perché quella non è una bottiglia da tutti. Non si bevono tutti un vino da più di 50 euro. Infatti l’ho detto prima della ricevuta».

 

Perché? Di che tipo di vino si tratta?

«È un bianco, un vino importante. Non è tra i più costosi in assoluto, certo, ma vintage tunina è un vino buono. La Jermann poi fa tutte ottime bottiglie. È il penultimo in ordine di costo. C’è una bottiglia da 25, poi da 55 euro. E poi i prezzi salgono. Quando mi hanno detto che qualcuno lo aveva ordinato, ho chiesto subito “per chi è ‘sto vino?”. Poi ho pensato “hai capito come si tratta il sindaco?”. Me lo ricordo come se fosse oggi».

MARINO RICEVUTEMARINO RICEVUTE

 

2. E IL RISTORATORE CONFESSA ALLA TELECAMERA: «QUELLA SERA ERA DA NOI CON LA FAMIGLIA»

Da “Il Messaggero”

 

Sul tappeto delle note spese del sindaco della Capitale cade anche il servizio realizzato dal Tg4 su una delle cene più discusse di Ignazio Marino: quella del 26 dicembre 2014, «offerta ad alcuni rappresentanti della stampa incontrati per illustrare le iniziative dell’Amministrazione a carattere sociale per il periodo natalizio», come si legge nel giustificativo della nota spese pubblicata sul sito Internet del Campidoglio.

 

MARINO SPESE PAZZEMARINO SPESE PAZZE

I giornalisti entrano nel ristorante, in una traversa di via Veneto, e chiedono al personale all’interno lumi su quella serata. Il ristoratore, ignaro della telecamera nascosta che lo stava riprendendo, risponde: «è venuto qui a mangiare coi familiari. Punto e basta». Poi, a nuova domanda, ribadisce: «Sì, lui stava con la famiglia». Ma aggiunge: «Però, lo ripeto, io smentisco tutto eh». Insomma, un nuovo capitolo della saga sulle spese di rappresentanza dell’inquilino del Campidoglio.

 

marino stalker di bergoglio marino stalker di bergoglio

Le dichiarazioni del ristoratore vanno prese ovviamente con le pinze, visto che si tratta comunque di una cena avvenuta quasi due anni fa di cui è difficile ricordare con certezza le circostanze. Anche perché, sottolineano a Palazzo Senatorio, si tratta di un esercizio in cui il chirurgo dem va molto spesso, «una quindicina di volte l’anno».

 

Ma il servizio del Tg4 alimenta la polemica politica sulle spese di rappresentanza di Marino, che impazzano fin dal suo rientro dall’ultimo viaggio negli Stati Uniti. Una polemica sulla quale il primo cittadino della Capitale taglia corto: «Erano tutte spese istituzionali, incontri e cene fatte per affrontare i problemi della città», ribadisce a ogni occasione. Ma sulla lista degli invitati a pranzi e cene di rappresentanza il suo staff è stato netto: «Il sindaco non è tenuto a dare ulteriori particolari, oltre a quelli pubblicati sul dito, a meno che non glieli chiedano la Procura o la Corte dei conti». [Fa.Ro.]

alessio viola marino stalker di bergoglioalessio viola marino stalker di bergoglio

 

3. INCHIESTA SULLE CENE DI RAPPRESENTANZA. SPUNTANO ALTRE DUE FATTURE SOSPETTE A ROMA E TORINO - DON DAMIANO MODENA, CHE IL SINDACO INDICAVA COME OSPITE: «NON RICORDO UN PASTO ASSIEME»

Ernesto Menicucci per “Il Corriere della Sera”

 

Nel giorno in cui la Procura apre l’inchiesta sulle spese di rappresentanza di Ignazio Marino, e proprio quando il sindaco afferma in un’intervista a Chi che «nel 2023 andrò a vivere a Sidney», emerge un altro particolare che rischia di mettere in seria difficoltà il primo cittadino della Capitale. 

imbucato marinoimbucato marino

Perché tra le «cene istituzionali», quelle che secondo lui sono state fatte tutte «per affrontare i problemi della città», ce n’è una, pagata da Marino a Torino — scrive lui — a «don Damiano Modena», autore del libro «Carlo Maria Martini: il silenzio della parola».

 

Il 4 maggio 2015 c’è una presentazione dell’opera ad Alessandria e Marino, che del cardinal Martini era amico, viene invitato. La serata si svolge in piazza De André, dalle 19 alle 22.30, con una «pausa buffet» alle 20.30. Unici ospiti, don Modena e Marino. Secondo le note spese presentate dal sindaco, quella sera lui e don Damiano chiudono la serata trasferendosi da Alessandria a Torino (ci vuole almeno un’ora), si siedono al ristorante «Tre Galli» ed entro le 23:44, data di emissione della ricevuta, si mangiano un piatto di carne cruda, un vitello tonnato, un piatto a testa di agnolotti, un sottofiletto fassone per uno, una selezione di formaggi e si bevono una bottiglia di «Gattinara Tre Vigne» da 37 euro. Un record assoluto. 

MARINO COME BERGOGLIOMARINO COME BERGOGLIO

 

La cena, però, è smentita dallo stesso don Modena che, al Corriere , racconta: «Ricordo la presentazione del libro. Ma non ricordo la cena con Marino». Il sindaco scrive che da Alessandria, dove era la serata, avete poi cenato a Torino e che eravate da soli. È andata così? «Mi pare di no. Sicuramente io sono rimasto ad Alessandria quella sera, ho dormito lì da amici».

 

Ma Marino è rimasto fino alla fine della presentazione del libro? «Quasi, è andato via un po’ prima». Il sindaco rendiconta un’altra cena con lei, a Roma, l’8 novembre 2013, dopo un’altra presentazione ai Musei Capitolini. Secondo Marino quella sera andaste da «Archimede». È così? «Mi pare di no. Non so nemmeno se mi sono fermato a Roma la sera. Ma sa, è passato molto tempo...». 

MARINO A FILADELFIA CON LA FASCIA TRICOLORE A SENTIRE BERGOGLIOMARINO A FILADELFIA CON LA FASCIA TRICOLORE A SENTIRE BERGOGLIO

 

Un guaio in più per il sindaco, dopo la versione del ristorante «Antico Girarrosto» secondo la quale «il 26 dicembre 2013 Marino era con la famiglia», e non con un gruppo di giornalisti. E dopo la smentita-bis della Comunità di Sant’Egidio: «Alla ormai “famosa” cena del 26 ottobre 2013 nel ristorante Sapore di Mare non è stato invitato né ha partecipato alcun responsabile di Sant’Egidio. Anche nei due anni successivi, fino ad oggi, non sono mai stati offerti pranzi o cene, a spese del sindaco Marino, a responsabili di Sant’Egidio». 

 

ROCCO PARRUCCHIERE FA BELLO MARINOROCCO PARRUCCHIERE FA BELLO MARINO

Mentre, rispetto ai paragoni con il passato, l’ex sindaco Francesco Rutelli puntualizza: «Io non ho mai avuto una carta di credito del Comune». 

Secondo il Campidoglio, «l’apertura dell’inchiesta è un atto dovuto». Ma, ieri, Matteo Orfini si è precipitato a Palazzo Senatorio per un vertice con Marino: «Il Pd parla di politica, non di scontrini», taglia corto il commissario romano. Ma al Nazareno, ormai, si preparano al peggio: che Marino finisca il Giubileo non è più così scontato. 

MARINO GABRIELLIMARINO GABRIELLI

 

4. RENZI STUDIA UNA FINESTRA PER SBARAZZARSI DI MARINO, GIUBILEO O NON GIUBILEO

Salvatore Merlo per “il Foglio Quotidiano”

 

E più lo vorrebbero silente e in ombra, più insomma cercano di farne dimenticare persino l' esistenza, più lui invece sguscia fuori, si libera della camicia di forza, e come Totò nel medico dei pazzi evade da quel ripostiglio dove Matteo Orfini tenta invano di contenerlo: "Tra due mesi Roma sarà pulita", dice.

 

I VIAGGI DI IGNAZIO MARINO DA IL TEMPOI VIAGGI DI IGNAZIO MARINO DA IL TEMPO

E il paradosso è che Ignazio Marino crede davvero che l' 8 dicembre, all' apertura del Giubileo, Roma diventerà come Boston o Philadelphia, come Londra o come Berlino: aria, luce, pulizia e fiori sui balconi. Per cui, a opera conclusa, lui, l' Ignazio capitale, potrà godersi gli onori al merito del buon governo: "Dal 2023 sicuramente non farò più politica e magari vivrò a Sydney, anche se mia moglie non ne può più di traslocare".

 

Ma la vita è sogno soltanto nei racconti fantastici e nelle favole, e a Palazzo Chigi, come in Campidoglio, nei corridoi agitati del Pd romano, lì dove i sondaggi si trasformano in mostruose antevisioni d' un infausto futuro (il Movimento 5 Stelle al 30 per cento), a Marino vorrebbero far fare all' incirca la fine di Cola di Rienzo, cioè chiuderlo in un sacco e buttarlo nel Tevere.

MARINO BIGMARINO BIG

 

A novembre si voterà il bilancio del comune. Ed ecco allora l' occasione, ecco il sacco con il quale avvolgere il sindaco marziano. La legge prevede, nel caso in cui non venga approvato il bilancio, che il comune possa essere commissariato, affidato insomma, per decisione del governo, a quel Franco Gabrielli, prefetto di Roma, che s' è già candidato a "raddrizzare" la Capitale, né più né me di Pietrangelo Buttafuoco Il fallimento della Lehman Brothers si raccontò con l' immagine dei dipendenti alle prese con gli scatoloni per andarsene via.

 

L' Air France, pochi giorni fa, con un' altra scena: la caccia al manager, fino a strappargli i vestiti. Due tasselli dell' immaginario il cui puzzle, a no come la Costa Concordia affondata dal capitano Schettino. "Basta non votargli il bilancio", dicono nel Pd. "Poi, con un anno di tempo, si potrà far dimenticare il disastro e costruire una candidatura", sussurrano i dirigenti della sinistra romana, con la voce carica di speranza e di attesa. Un anno? "Si voterebbe nel 2017. Elezioni anticipate. Con il traino delle politiche", dicono, perché tutti sono sicuri che Matteo Renzi vorrà votare una volta conquistate la riforma elettorale e quella del Senato. Ma chissà.

MARINO BOSCHI 5MARINO BOSCHI 5

 

Ed è tutto un disordinato ondeggiare e tumultuare. Orfini, incaricato da Renzi di proteggere Marino da se stesso, esprime ancora l' ansia della cautela: lo stare fermi come solo antidoto alle incognite e al panico del movimento. Da Marino ci si salva, dice Orfini, trasformandolo in amministratore di gesso, ornamento non certo elegante ma inevitabile del comune, primo cittadino dei soprammobili, manichino di sindaco.

 

MARINOMARINOMARINO BOSCHIMARINO BOSCHI

Poi si voterà, certo, ma soltanto una volta chiuso l' anno santo. Eppure quello, il sindaco, fugge da tutte le prigioni, e come un peripatetico parla alla Radio, si fa intervistare da Chi, va in televisione, si effonde e si diffonde, e da rappresentante delle istituzioni temporali polemizza persino con il Papa, come non capitava dall' XI secolo, all' incirca dal tempo della lotta per le investiture. E allora che fare, se neanche Orfini riesce a tenergli la bocca chiusa? "Commissariare", cominciano a ripetere anche i ragazzi di Palazzo Chigi. "A novembre".

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