conte di maio salvini

LA TEMPESTA STA ARRIVANDO – LE AGENZIE DI RATING NON HANNO DECLASSATO L’ITALIA SOLO PERCHÉ CROLLEREBBERO I MERCATI DI TUTTA EUROPA, MA GLI INDICATORI ECONOMICI SONO IN PROFONDO ROSSO E IL DEBITO È FUORI CONTROLLO – L’EUROPA È PRONTA A FAR PARTIRE UNA PROCEDURA DI INFRAZIONE A GIUGNO O CHIEDERE UNA MAXI MANOVRA. CHE POI NON CE N'È BISOGNO: CON I 23 MILIARDI DI CLAUSOLE IVA SARANNO COMUNQUE LACRIME E SANGUE

Roberto Petrini per “la Repubblica”

 

GIUSEPPE CONTE PINOCCHIO IN MEZZO AL GATTO (LUIGI DI MAIO) E LA VOLPE (MATTEO SALVINI) MURALE BY TVBOY

Chi semina vento raccoglie tempesta. E la tempesta si sta abbattendo sulla primavera delle previsioni economiche sull' Italia. Il barometro segna pioggia su debito e Pil, ma soprattutto il nostro Paese viene sempre più percepito come un fattore di vulnerabilità per l' Europa e per il sistema finanziario internazionale. Così, se è vero che il triplo passaggio, avvenuto tra febbraio e aprile, dell' esame di Fitch, Moody' s e da ultima S& P, è trascorso indenne dal declassamento, è vero pure che i giudizi sono stati pesanti. A partire dall' ultimo di Standard & Poor' s che attribuisce alle " controriforme" come quella di quota 100 e, in parte, al reddito di cittadinanza l' entrata in recessione dell' Italia.

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

 

Perché le "tre sorelle" del rating non hanno affondato il coltello? Basta vedere a quanto ammonta per il 2019 il ricorso al mercato dei titoli di Stato dell' Italia: il 23,7% del Pil, quasi un quarto, secondo i dati dell' Fmi, secondi solo al Giappone. Trasformare i nostri Btp, di cui sono imbottite le banche, in "spazzatura" da un giorno all' altro potrebbe accendere una miccia in grado di arroventare l' Europa.

 

TRIA E MOSCOVICI

Così la campagna di primavera cumula sconfitte. Ha cominciato l' Ocse con Angel Gurrìa: certificazione della recessione a - 0,2%, dito puntato su reddito di cittadinanza che « favorisce il nero » e quota 100 che non crea occupazione. Una decina di giorni dopo, agli Spring Meetings dell' Fmi di Washington, il caso Italia ha tenuto di nuovo banco: il nostro Paese è stato considerato tra le possibili cause di " vulnerabilità" finanziaria per il debito sovrano e una palla al piede alla crescita dell' Europa. Un rischio-Italia confermato dalla Bce nei giorni scorsi: gli scarsi margini di bilancio per contrastare la crisi « possono avere riflessi sulla tenuta dell' intera area euro » , si legge nell' ultimo Bollettino mensile.

 

tria di maio salvini conte

Lo spread è il termometro: dal 2014 al 2018 abbiamo oscillato intorno a quota 200, dal maggio dello scorso anno siamo stabili sopra i 250 punti. È il prezzo che i mercati ci fanno pagare per il nostro debito pubblico: Spagna e Portogallo stanno solo ad un centinaio di punti di differenza con il bund tedesco.

 

SALVINI DI MAIO CONTE

Nel frattempo il debito cresce: se si guarda il Fiscal Monitor dell' Fmi si scopre che il prossimo anno saliremo al 134,1 del Pil contro il 133,4 di quest' anno e al 132,1 del 2018. Mentre gli altri scendono: l' Eurozona, nel 2020 calerà all' 81,8 contro l' 83,6 di quest' anno. Si conta su 18 miliardi di privatizzazioni per quest' anno: i numeri però da soli non bastano. Chi li sa interpretare come l' Upb ( l' Ufficio parlamentare del bilancio) ha osservato che il valore di mercato delle partecipazioni dirette del Mef è di 23,6 miliardi, insomma bisognerebbe vendere tutto e bene per centrare l' obiettivo.

MOSCOVICI E DOMBROVSKIS BOCCIANO LA MANOVRA ITALIANA

 

Il prossimo scoglio è il giudizio di Bruxelles: il 7 maggio arriveranno le previsioni primaverili della Commissione, ma il 5 giugno la pubblicazione dei Country Report, potrebbe dare avvio ad una nuova apertura della procedura per debito in base all' articolo 126.3 del Trattato già attivato e ritirato in passato.

 

E soprattutto imporci un rafforzamento della già ingente manovra per il 2020: infatti il Def sul dato-chiave del miglioramento del saldo strutturale, cioè al netto della congiuntura, non è in linea con la Ue: per il 2018 miglioriamo " zero" mentre la Commissione si aspettava 0,3 punti; quest' anno peggioriamo e proponiamo un microscopico aggiustamento di 0,07 di Pil mentre il " Vademecum" di Bruxelles vorrebbe 0,42 ( circa 7,5 miliardi). Per il cruciale 2020, quello dell' Iva, Bruxelles si prepara a chiedere uno 0,6 (circa 10 miliardi) contro i circa 3,5 (lo 0,2 del Pil) ipotizzati dall' Italia.

CONTE SALVINI DI MAIO

 

Tutto si può trattare, ma il rischio è concreto: la Commissione europea sta facendo i bagagli e chi verrà dopo, anche in caso di vittoria degli europeisti, potrebbe essere più severo. «Più l' Europa andrà a destra e meno flessibilità ci sarà » , osserva Roberto Gualtieri, europarlamentare del Pd. Prepariamoci ad aprire l' ombrello.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…