NEL CONTINENTE NERO, AI GAY JE FANNO UN CULO VERO - L’UGANDA INTRODUCE L’ERGASTOLO PER GLI OMOSESSUALI - IL PRESIDENTE MUSEVENI: “IL SESSO ORALE TRA UOMINI FA VENIRE I VERMI”

Giampaolo Cadalanu per ‘La Repubblica'

Non sia mai che gli ugandesi lo considerino poco virile, se si lascia influenzare: Yoweri Museveni ha ignorato i richiami di mezzo mondo, definendoli «un tentativo di imperialismo sociale», e ieri ha firmato la cosiddetta legge anti- gay, rivendicando con orgoglio l'indipendenza del suo Paese. Le pressioni internazionali hanno fatto cancellare almeno la pena di morte, ma resta la possibilità dell'ergastolo per i recidivi, per chi ha rapporti con minori e per i sieropositivi.

«Ci dispiace vedere che voi in Occidente viviate come vivete, ma non ci intromettiamo», ha detto l'uomo forte di Kampala ai giornalisti. Sulle tendenze sessuali, Museveni ha idee originali: sarebbero stati proprio gli occidentali a introdurre il vizio in Uganda, reclutando nelle scuole. «La bocca è fatta per mangiare e per baciare, il sesso orale omosessuale fa venire i vermi», teorizza il presidente, definendo i gay «anormali» e le lesbiche «affamate di sesso a causa di matrimoni con uomini sbagliati».

Museveni aveva anche chiesto lumi a scienziati locali ed "esperti" americani, per capire una volta per tutte se le tendenze omosessuali siano naturali o apprese. Nella prima ipotesi, sarebbero state tollerate. Ora, però, ne è certo: «Nessuno può dimostrare che l'omosessualità esista per natura ». E per questa verità si possono sfidare l'indignazione mondiale, i rimproveri, già arrivati, degli Usa, e i tagli agli aiuti, annunciati dall'Olanda e in arrivo da altri Paesi.

Il tema è tabù in tutta l'Africa: i rapporti fra persone dello stesso sesso sono vietati in 38 nazioni. Ma l'Uganda è un caso particolare. L'entrata in vigore della nuova normativa è il risultato di una campagna cominciata già nel marzo 2009 da tre predicatori evangelici americani. Lo ha denunciato già quattro anni fa, dopo un lungo reportage in incognito, il prete anglicano dello Zambia Kapya Kaoma: la crociata è partita dopo l'arrivo a Kampala di Scott Lively, Caleb Lee Brundidge e Don Schmierer.

Il primo è uno storico revisionista, autore di libri omofobi: secondo lui, i nazisti erano tutti omosessuali e il movimento gay sta cercando di prendere il potere nel mondo. Il secondo si definisce "ex gay convertito" e propone seminari di "guarigione" per riportare chi sbaglia sulla retta via dell'eterosessualità. Il terzo è rappresentante di Exodus International, un gruppo la cui missione è «mobilitare il corpo di Cristo per portare grazia e verità in un mondo colpito dall'omosessualità».

Già nel 2010, il New York Times definiva i tre religiosi «ampiamente screditati negli Stati Uniti».Appena un mese dopo il convegno in cui gli americani tuonavano contro il peccato di sodomia, il deputato ugandese David Bahati presentava la sua proposta di legge che proponeva il patibolo per gli omosessuali.

Da allora, i tre predicatori hanno cercato di ritrattare le tesi virulente espresse a Kampala, ma era troppo tardi: Bahati aveva visto la possibilità di un ruolo politico di primo piano, grazie a un tema popolare, e lo ha cavalcato fino in fondo, stringendo legami con gruppi cristiani fondamentalisti Usa.

La crociata è andata avanti: giovanissimi in corteo per le vie di Kampala con striscioni come "Uniti contro la sodomia". Liste di proscrizione con tanto di foto e indirizzi dei viziosi che volevano «reclutare i bambini per l'omosessualità », pubblicate sulla stampa. Giornali popolari che strillavano in prima pagina "Impiccateli". Ora il percorso è compiuto: pregiudizio e nazionalismo si sono uniti. Per capire come finirà, basta ricordare il 2011, con la storia di David Kato, militante gay, indicato come obiettivo da una rivista e assassinato in casa a colpi di martello.

 

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