turchia lira funesta turca erdogan trump

''LA TURCHIA AFFONDA. PAZIENZA'' - RENATO FARINA: ''ORIANA FALLACI IN QUESTO MOMENTO SI STA TIRANDO SU IL MORALE. IL SUO NEMICO GIURATO, IL GIGANTE OTTOMANO CHE LEI GIÀ RICONOBBE NEL 2005, DOPO LA SVOLTA ISLAMISTA CADE SULL'ECONOMIA, COME IL COMUNISMO SOVIETICO. LA SVOLTA TALEBANA DI ERDOGAN FA FUGGIRE GLI INVESTITORI STRANIERI E PORTA AL FALLIMENTO UN PAESE CHE FINO A POCHI ANNI FA AVEVA UNA CRESCITA RECORD. PERÒ ATTENTI ALLA SUA POTENZA BELLICA...''

renato farina

 

Renato Farina per ''Libero Quotidiano''

 

Oriana Fallaci in questo momento si sta tirando su il morale. Il suo nemico giurato barcolla, si affloscia. Il gigante ottomano si va sbriciolando. Casca sull' economia, come capitò all' Unione Sovietica. La moneta turca, che si chiama lira, è precipitata. Dall' inizio dell' anno ha perso un terzo del suo valore. I titoli di Stato rendono al 20%, l' inflazione è al 17. Ieri è partito il segnale che per rimediare al disastro lo provoca, facendo fuggire capitali e determinando una condizione come l' Argentina qualche mese prima del default del 2002.

 

Recep Tayyip Erdogan, presidente anzi dittatore, un golpista sudamericano in salsa musulmana, ha dato ordine al suo popolo di cambiare dollari, euro e oro in lire.

ORIANA FALLACI

L' islamismo crolla sull' economia, come nel caso del comunismo. È una legge della natura: se sei contro l' essenza degli uomini, che è la libertà, viene giù prima o poi tutto.

 

La sciagura del sistema finanziario commerciale e produttivo è figlia dell' ideologia totalitaria: nel nostro caso l' islamismo di un uomo assetato di potere e di gloria. Costui un passo alla volta, fino all' accelerazione degli ultimi anni, si è trasfigurato in sultano e ha concentrato nel nome di Allah tutti i poteri nelle sue mani, esecutivo, legislativo, giudiziario, religioso. Persino l' esercito -entità che il fondatore della Turchia moderna, Kemal Atatürk, volle come garante della laicità dello Stato - dallo scorso luglio è subordinato alle sue voglie e alle sue purghe stalinian-musulmane.

 

ORIANA FALLACI

Erdogan per diventare quello che è ha cancellato ogni libertà di pensiero, incarcerando il dissenso, sostenendo l' Isis in Siria per conto di Hillary Clinton, poi scatenandosi nella repressione dei curdi, maledicendo Israele e pure papa Francesco, inviando - qualche mese fa - cannoniere al largo di Cipro per impedire a un' Italia francamente codarda di estrarre il petrolio di sua pertinenza. Eh sì, siamo scappati. La Nato e l' Ue, ma anche Usa e Russia, usarono il nostro Paese come cavia.

 

Volevano vedere fino a che punto il rais (in turco reis) era pronto ad arrivare, magari esercitando la sua protervia persino contro un Paese alleato.

Scelsero noi, ovvio, come un coltello sceglie il burro per vincere facile.

 

ERDOGAN TRUMP

PESO MILITARE

Ora ci troviamo davanti a una Turchia bivalente. È un colosso svuotato di energie economiche, ma gonfio di forza bellica. Ankara dispone del secondo esercito più potente della Nato (primi gli Usa). Per di più ha due armi di distruzioni di massa: le atomiche sul territorio formalmente con lo stemma Nato; e l' ideologia islamista.

 

Qui sta la differenza radicale rispetto alla vicenda sovietica, e risulta più pericoloso il possibile default ottomano. In Russia e nell' Europa orientale si era stabilizzata una solida alternativa all' ateismo marx-leninista. Non solo di dottrina, ma di esperienze vitali. Una certa rinascita spirituale cristiana, espressione di Solzenicyn e Wojtyla, aveva creato le condizioni per un trapasso senza violenza. In Turchia non esiste nulla di tutto questo. E ci possiamo aspettare da Erdogan mosse strane.

 

Il quale oggi chiama alla guerra. Dice: «C' è una guerra economica e la vinceremo». Aggiunge: «Il nemico ha i dollari, noi Allah». Pessimo segno. Nel 1998, Erdogan mostrò che cosa intende quando chiama in suo soccorso il Corano.

recep tayyip erdogan

 

BAIONETTE

 Mentre il suo futuro odiatissimo avversario Gülen (che rincontreremo tra poco) camminava mano nella mano con Giovanni Paolo II, declamò alcuni versi del poeta Ziya Gokalp. Questi: «Le moschee sono le nostre caserme e i minareti le nostre baionette». Un pacifista, un simpaticone, come si può capire. Erdogan non la passò liscia. Fu arrestato per istigazione alla violenza. Imparò la lezione. Da autentico camaleonte cambiò pelle, anzi pelliccia, travestendosi da agnello e catturando le carezze di Berlusconi. Il quale ancora il mese scorso non si è accorto del cambio di pelo, e ha omaggiato l'«amico Erdogan» intanto alleatosi con i Lupi grigi, i terroristi musulmani di cui Alì Agca era il killer prediletto.

 

Il reis ha sottomano gli armamenti della Nato, missili atomici compresi, che gli abbiamo lasciato tanto per nutrirci la serpe in seno. Ha annullato qualsiasi iniziativa privata nelle grandi imprese, impadronendosene, incorporandole nel fondo sovrano, che è poi lui stesso.

LE POINT COPERTINA ERDOGAN

 

Ha insistito e tuttora ricatta l' Europa, avendo in mano tre milioni di rifugiati siriani, in cambio di sei miliardi di euro: ed è pronto a spedirceli in massa, facendone annegare qualche centinaio di migliaia, che gli importa? Le banche spagnole hanno in pancia 51 miliardi di crediti poco esigibili da parte turca, quella francesi poco meno. Le italiane «solo» 15 miliardi. E dire che i grillini in economia, da talebani statalisti quali sono, dominano il nostro governo cullando progetti di nazionalizzazione simili a quelli del Sultano.

 

PASSO FALSO

ERDOGAN GULEN

Gli stava andando tutto bene. Mascherava la fragilità della lira turca, ritenendosi al sicuro in quanto intoccabile alleato per permettere che andasse in malora. Erdogan ha fatto male i suoi conti quando ha cercato di minacciare Trump. Questi gli ha tirato contro sanzioni pesanti, bloccando la vendita di aerei militari F-35, mettendo all' indice due ministri, restringendo soprattutto i canali di finanziamento istituzionali. Il tutto per una questione che per l' Ottomano è infinitesimale, ma che per fortuna Donald ritiene decisiva: la libertà religiosa.

 

Erdogan voleva a tutti i costi l' estradizione del suo satana personale, il citato imam Fethullah Gülen, diventato dopo il golpe del 15 luglio 2016 la sua bestia nera, perché di stampo laico e (caso più unico che raro tra i musulmani) liberale.

Poiché il presidente americano ha negato risolutamente la violazione di un principio sacro, il reis ha infilato in cella il pastore evangelico Andrew Brunson accusandolo di terrorismo, e proponendo uno scambio. È cascato malissimo.

 

GULEN

Quante volte Oriana ci aveva messo in guardia. Quando lo scrisse era il 2005. Erdogan era già al comando, si limava tutte le mattine le unghie da rapace, ma la Fallaci aveva come sempre capito tutto. Adesso la Turchia sta sprofondando. Pazienza.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…