LASCHET NON RADDOPPIA – IL DELFINO DELLA MERKEL CONTINUA A TRACOLLARE NEI SONDAGGI: A POCO PIÙ DI 40 GIORNI DALLE ELEZIONI, I VERDI E I SOCIALDEMOCRATICI L’HANNO QUASI RAGGIUNTO. IL PARTITO DI ANGELONA È AL 23%, I GRUNEN AL 20 E LA SPD AL 19 – A PESARE LE CONTINUE FIGURE DI MERDA, A PARTIRE DALLA RISATINA DOPO LE ALLUVIONI IN NORD RENO VESTFALIA - COMUNQUE VADA, CON LA CANCELLIERA IN PENSIONE, LA GERMANIA DOVRÀ AFFRONTARE UN INEDITO VUOTO DI LEADERSHIP, CHE SI ALLARGHERÀ ANCHE IN UE…
ARMIN LASCHET, DELFINO DELLA MERKEL, CONTINUA A PRECIPITARE NEI SONDAGGI: IL TRACOLLO DEFINITIVO DOPO LA FIGURA DI MERDA DELLA RISATA DURANTE LA COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DELLE ALLUVIONI IN RENANIA – MA ANCHE I COMPETITOR (LA VERDE BAERBOCK E IL SOCIALDEMOCRATICO SCHOLZ) NON BRILLANO. E COSÌ LA GERMANIA È ALLE PRESE CON UN INEDITO VUOTO DI LEADERSHIP, CHE CON LA PENSIONE DI ANGELONA SI ALLARGHERÀ ANCHE IN UE, DOVE L’UNICO CON IL CARISMA GIUSTO PER COMANDARE È MARIO DRAGHI…
GERMANIA, LA CDU A PICCO NEI SONDAGGI SPD IN RIMONTA SUL «PUGILE» LASCHET «IL BLOCCO DEI RISARCIMENTI CONTRO GLI EBREI È INACCETTABILE»
Elisabetta Rosaspina per il “Corriere della Sera”
Come metafora per il lancio del suo nuovo e decisivo tour elettorale, non è stata proprio la più azzeccata. Deciso a offrire una versione di sé più aggressiva e combattente, Armin Laschet, il candidato della Cdu-Csu alla Cancelleria, ha scelto un ring dove, munito di guantoni, ha provato a sferrare qualche gancio contro un compiacente sparring-partner. Purtroppo per l'uomo che ambisce a succedere ad Angela Merkel però, è lui a ritrovarsi alle corde.
Mancano poco più di 40 giorni al voto e la campagna elettorale fa una nuova torsione, a conferma che l'esito rimane apertissimo. In testa con il 30% delle intenzioni di voto e un margine molto ampio sugli avversari Verdi e socialdemocratici ancora un mese fa, il fronte conservatore ha un problema.
L'ultimo sondaggio di Rtl dà alla Cdu-Csu un magro 23%, con i Verdi stabili al 20% e la Spd in forte ascesa con il 19%, un balzo di ben tre punti. Anche nel Poll of Polls del quotidiano online Politico , che fa una media ponderata di tutti i sondaggi, l'Unione non va meglio: è calata di 4 punti in tre settimane, fermandosi al 25% mentre i Verdi sono al 19% e i socialdemocratici al 18%, dopo essere rimasti mesi inchiodati al 15%. Quasi tutti i pareri sono unanimi: la crisi della Cdu-Csu è da attribuire in primo luogo alla modestia del suo candidato.
«Quella che Laschet ha offerto sin dalla sua investitura è stata più la parodia di una campagna elettorale, che non qualcosa che possa essere presa sul serio», ha sentenziato Der Spiegel . Né miglior giudizio viene da una testata conservatrice come la Frankfurter Allgemeine Zeitung , secondo cui il premier del Nord Reno-Vestfalia «dà l'impressione che cancellerebbe volentieri la campagna aspettando che gli elettori diano nonostante tutto una maggioranza alla Cdu-Csu».
Su Laschet pesano le gaffe e gli errori commessi subito dopo le inondazioni di luglio, che hanno seminato morte e distruzione nel suo Land, il più popoloso della Germania, quando fu colto dalle televisioni in una grassa risata, alle spalle del presidente della Repubblica che pronunciava parole di cordoglio per le vittime.
Sotto accusa è anche la sua gestione dell'emergenza, che ha smontato uno dei suoi slogan preferiti: se governi bene il Nord Reno-Vestfalia, puoi governare la Germania. Certo la forza della Cdu-Csu dovrebbe fare diga e permettere al fronte conservatore di finire comunque in testa. Ma la debolezza mostrata fin qui dal candidato alimenta perfino le voci di chi vorrebbe una sua sostituzione in corsa con il molto più battagliero premier bavarese, Markus Söder.
La vera novità è tuttavia l'inatteso recupero dei socialdemocratici, in gran parte dovuto all'effetto di trascinamento del loro candidato, il ministro delle Finanze, Olaf Scholz. Concreto, privo di carisma quanto basta per assomigliare ad Angela Merkel, con la quale va d'amore e d'accordo nella Grande Coalizione, Scholz ha il più alto livello di approvazione personale: il 44% dei tedeschi lo vorrebbe cancelliere, contro il 21% che si esprime per Laschet e il 16% per la verde Baerbock.
Ma in Germania non si vota per il cancelliere, bensì per i partiti. E finora la Spd ha navigato malissimo, nella bassa marea del 15%. Ora però qualcosa sta cambiando e per la prima volta la credibilità e la popolarità di Scholz, complici gli errori degli avversari, sembrano trasferirsi sul partito.
Di fatto l'intera campagna socialdemocratica è diventata un one man show: «Il mio messaggio ai tedeschi è questo - ha detto in una recente intervista - se volete me come cancelliere dovete votare per la Spd». Secondo il politologo berlinese Wolfgang Schröder, «ai tedeschi Scholz piace perché è il tecnocrate affidabile, che si basa sui fatti e sa gestire le crisi».
A differenza di Laschet e di Annalena Baerboch, impigliata in una rete di accuse e gaffe che vanno dal plagio all'aver abbellito il suo curriculum, Scholz è stato un esempio di professionalità e tempismo: presente sui luoghi della catastrofe naturale a promettere impegno e fondi del governo per la ricostruzione, autorevole sulla scena internazionale come mediatore nell'accordo per l'introduzione di una tassa minima sulle multinazionali. E a chi gli ha chiede perché non mostri più emozione, Scholz risponde: «Io voglio diventare cancelliere, non direttore di circo». Che ci riesca è tutto da dimostrare.
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