“IL NEO-FEMMINISMO È UNA FORMA DI NEO-RAZZISMO” – LUCA RICOLFI E IL DOPPIO STANDARD DELLE ATTIVISTE CHE TACCIONO SUGLI STUPRI ALLE ISRAELIANE: “PRETENDE DI STABILIRE UNA PRECISA GERARCHIA FRA LE MOLTEPLICI CONDIZIONI DELLE DONNE, E DI FARLO IN BASE A CARATTERI ASCRITTI O NON MODIFICABILI” – “IL FEMMINISMO CLASSICO È MORTO, E IL NEO-RAZZISMO CHE NE HA PRESO IL POSTO È UN ‘OSCURANTISMO RETROGRADO’, CHE HA IN ODIO LA LIBERTÀ DI PAROLA E NON DISDEGNA METODI SQUADRISTICI. POSSIBILE CHE NÉ IL MONDO PROGRESSISTA, NÉ I SUOI PARTITI-GUIDA, AVVERTANO IL PERICOLO?”
Estratto dell’articolo di Luca Ricolfi per “il Messaggero”
Il femminismo è morto, come ha sostenuto qualche giorno fa la storica Lucetta Scaraffia? O invece è più vivo che mai, come le è stato prontamente ribattuto? Probabilmente sono vere entrambe le cose: il femminismo è vivo, ma ha ben poco a che fare con quello storico. […]
Certo, nel femminismo di oggi c'è anche dell'antisemitismo. Il punto, però, è che c'è molto di più. Il femminismo di oggi si distingue da quello di ieri perché ne ha smarrito il tratto essenziale e fondativo, ossia l'universalismo. Che cos'è l'universalismo? È l'affermazione che "le donne sono tutte sorelle nell'oppressione, senza distinguere fra origine etnica, appartenenza politica, classe sociale", come ricorda Lucetta Scaraffia.
Nel femminismo storico convivevano idee molto diverse su emancipazione, liberazione, differenza, lotta di classe, ma l'universalismo non era in discussione. A una femminista storica non sarebbe mai venuto in mente che potesse esistere una gerarchia fra vittime di serie A, serie B, serie C, e di conseguenza un differente diritto alla protezione, alla tutela, all'attenzione politica e mediatica. E, ancora meno, sarebbe venuto in mente che in questa grottesca graduatoria potessero avere un ruolo caratteri ascritti come razza, etnia, nazionalità, o che qualcosa potessero centrare le scelte politiche delle donne, o dei governi sotto i quali vivono.
federico rampini foto di bacco (1)
Eppure è questo che sta succedendo, non solo dopo il 7 ottobre. Ci sono donne sbagliate, che non meritano né di essere difese né di essere ricordate. Sono sbagliate le donne israeliane stuprate, perché non piace il loro governo, e perché non sono parte di un popolo oppresso (ma "solo" di un popolo minacciato). Sono sbagliate le donne israeliane del passato, come la socialista Golda Meir, di cui qualche giorno fa a Firenze si è impedito di presentare la biografia, scritta dalla giornalista Elisabetta Fiorito.
Shabbar Abbas padre di Saman Abbas
Ma sono sbagliate anche le donne islamiche in Italia, se a commettere violenza su di loro, o a ucciderle, è a sua volta un maschio islamico. Ha dovuto ricordarlo qualche anno fa, con imbarazzo e dispetto, Ritanna Armeni […], quando si è resa conto che, sulla tragica storia di Saman Abbas, […] il mondo femminista e progressista aveva preferito girarsi dall'altra parte, per una aberrante forma di rispetto della cultura islamica.
E ancora più sbagliate sono le suore africane violentate da religiosi in Africa, dimenticate dalle femministe forse proprio perché suore, […]
Ma le vere donne sbagliate, sbagliatissime, sono le donne bianche in quanto tali, colpevoli (anche se italiane) di discendere da "colonialisti bianchi". Lo ha raccontato e spiegato benissimo Federico Rampini con la storia di Lorena Tomasin (nome di fantasia), 42-enne veneta da 15 anni negli Stati Uniti, iscritta a un Master della Columbia University, cui viene chiesto di "scusarsi con i compagni di corso neri per il razzismo di cui siamo portatori" […].
manifestazione femminista fuori dal tribunale di tempio pausania - processo a ciro grillo
Una deriva che […] nell'ultimo decennio, con la svolta woke dei democratici, ha preso pienamente forma negli Stati Uniti, e ora plana anche sui nostri lidi. E allora veniamo al punto: qual è la marca distintiva di questi femminismi?
Per metterla a fuoco, ripercorriamo un episodio dell'8 marzo. Bandiere in piazza, tanti slogan pro-Palestina, nessun riferimento alle donne israeliane stuprate dai miliziani di Hamas.
Una ragazza italiana (di sinistra) si presenta in piazza con un cartello provocatorio che dice: Non una parola sugli stupri di Hamas: le donne israeliane "se la sono cercata"? Reazione: cacciata dal corteo, anche per "proteggerla" da possibili atti di violenza, nessuna voce a sua difesa da parte delle femministe in piazza.
Qual è dunque il nucleo del femminismo attuale? A me sembra che sia una forma di neo-razzismo, di cui l'antisemitismo è solo un aspetto, anche se forse il più detestabile. Il razzismo classico era basato sulla distinzione fra i bianchi e gli altri, il neo-razzismo è molto più ambizioso: pretende di stabilire una precisa gerarchia fra le molteplici condizioni delle donne, e di farlo in base a caratteri ascritti o non modificabili.
E nemmeno di fronte a una tragedia come quella del 7 ottobre trova una parola di pietà, se non di solidarietà e di condivisione, per le donne israeliane uccise, né per quelle ancora prigioniere dei loro carnefici. Quindi sì, il femminismo classico è morto, e il neo-razzismo che ne ha preso il posto è un "oscurantismo retrogrado", che ha in odio la libertà di parola e non disdegna metodi squadristici, nelle piazze, dentro le università, nelle librerie. Possibile che né il mondo progressista, né i suoi partiti-guida, avvertano il pericolo?
lucetta scaraffia foto di baccoproteste femministe sul patriarcatofemministe 9femministe 10femministe 11MANIFESTO MANIFESTAZIONE FEMMINISTE 25 NOVEMBRE 2023