VENETO SVENATO - LE BANCHE SOSPENDONO I FIDI, E L’EDITORE ZANARDI S’IMPICCA IN AZIENDA DOPO AVERE MESSO IN CASSA INTEGRAZIONE ANCHE LE FIGLIE…

Alice D'Este per "il Fatto Quotidiano"

Ha provato di tutto per salvare la sua azienda ma nessuno l'ha ascoltato, se le banche non gli avessero revocato i fidi non sarebbe finita così".

È un grido di dolore che si mescola a un j'accuse quello di Maria, dipendente da 15 anni della Zanardi editoriale che ieri, assieme ai colleghi, quando è arrivata in ufficio si è trovata di fronte alla tragedia. Giorgio Zanardi, 74 anni, titolare e fondatore assieme al fratello Rodolfo dell'azienda Zanardi editoriale, si è ucciso. Soffocato dai debiti, preoccupato per i dipendenti, distrutto dalla sensazione di non riuscire a fare più nulla per cambiare il destino della sua azienda non ce l'ha fatta.

"Non c'è nessun avvenire" ha scritto nel breve biglietto che ha lasciato e in cui spiegava in poche parole le ragioni del suo gesto. E si è impiccato. A trovarlo ieri mattina è stato il capo reparto dell'azienda, che ha subito allertato il Suem. Quando i paramedici sono intervenuti, però, per Giorgio Zanardi non c'era più nulla da fare.

"Da giorni era taciturno, ma noi non avevamo il coraggio di chiedergli nulla, ci sembrava di mettere solo il dito nella piaga - dice Maria - nessuno di noi, però, gli ha mai fatto pesare questa situazione. Nemmeno quando ci è capitato di non prendere lo stipendio negli ultimi mesi. Per tutti noi lui è sempre stato come un padre, trattava tutti con molto rispetto, eravamo una grande famiglia. Quando c'è stato il primo periodo di difficoltà e ha dovuto attivare la cassa integrazione, ha messo le sue due figlie che lavoravano da noi nei ranghi dei cassintegrati, per dimostrare a tutti che non faceva differenze".

Nei racconti dei dipendenti c'è molto dolore, ma anche rabbia. Che non si stempera con il passare delle ore. La situazione dell'azienda, già grave, sarebbe precipitata infatti a novembre, quando le banche hanno deciso la revoca dei fidi, per un totale di 2 milioni di euro. "Non c'era più liquidità, non si riusciva più a comprare il materiale - spiega Maria - ha dovuto mandare indietro commesse a clienti importanti. Non aveva altra scelta. Ha provato di tutto, ha fatto appelli a chiunque, anche ai parlamentari del nostro territorio, ma tanto nessuno gli ha mai risposto".

La Zanardi editoriale faceva libri di grande qualità per case editrici francesi come Hachette, Flammarion e Larousse, per la Rizzoli di New York, per la casa tedesca Taschen. Ma era in difficoltà economica da tempo. "Tutto è cominciato nel 2006 - spiega Marcello Malerba della Slc Cgil, che si occupa a livello sindacale dell'azienda - prima c'è stata l'unificazione dei due stabilimenti di Maniago e di Padova, poi la nomina dell'amministratore unico per provare a far tornare i conti".

L'azienda che nel giro di pochi anni è passata da 300 a 110 dipendenti, aveva infatti nominato dal 7 gennaio 2014 Mario Grillo amministratore unico per provare a far tornare i conti. "L'ho sentito per l'ultima volta lunedì - ha detto Mario Grillo - era molto avvilito per la montagna di debiti dell'impresa".

A portare la Zanardi editoriale al declino sarebbero stati i debiti, ma anche alcuni errori di gestione, tra gli altri una liquidazione molto dispendiosa (e difficilmente comprensibile) di due soci per un totale di circa 800 mila euro, circa due anni fa. Ma gli eventi sarebbero precipitati solo dopo la revoca dei fidi. "Il 9 gennaio era stato presentato il concordato preventivo al Tribunale di Padova, ma nonostante questo non sono stati riaperti i crediti bancari - spiega Malerba - e tutto è piombato nell'incertezza. Sembrava non ci fossero più vie d'uscita".

Un'incertezza che Giorgio Zanardi non è riuscito a reggere. Come lui, negli ultimi anni, in Veneto sono stati in tanti. E altrettanti ci sono andati vicino. In 19 mesi di attività il servizio anti suicidi della Regione ha ricevuto 1137 telefonate.

"Ancora una tragedia, ancora un lutto, ancora una perdita che, come tutte le altre, provoca dolore, sconforto e rabbia - ha detto ieri anche Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto - il nome di Zanardi si aggiunge al troppo lungo elenco delle vittime di questa crisi che non è solo economica, è molto peggio: è la nostra società nel suo insieme che sta vivendo uno dei momenti storici più drammatici di sempre e per uscirne è indispensabile che uno Stato e un governo distratti da beghe di segreterie politiche comincino a pensare ai problemi reali".

Intanto nella sede della Zanardi editoriale gli impiegati sono in ufficio, accanto al telefono. "Stiamo qui - dice Maria mentre scoppia in lacrime - cosa vuole che facciamo? Stiamo qui, come si fa in tutte le famiglie. Nei momenti buoni e nelle tragedie".

 

zanardi editoriale zanardi editoriale suicida l editore giorgio zanardi

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!