di maio m5s

MAI DIRE DI MAIO - GRILLO PRESTO SPARIRÀ ANCHE DAL SIMBOLO E PER I CINQUESTELLE, DICONO I SONDAGGI, NON È UNA CATTIVA NOTIZIA: IL M5S, INFATTI, CRESCE E SFONDA AL SUD - IL FATTORE DI MAIO: DOPO RENZI È IL LEADER PIU’ APPREZZATO

DI MAIODI MAIO

Salvatore Borghese e Andrea Piazza* per il “Fatto Quotidiano”

 

Una settimana fa gli iscritti certificati del Movimento 5 Stelle hanno deciso di togliere dal simbolo il riferimento al sito di Beppe Grillo, sostituendolo con l' indirizzo della piattaforma online del partito. Questa decisione ha marcato un' ulteriore evoluzione nel rapporto fra il fondatore e il Movimento.
 

All' inizio l' identificazione era totale: telegiornali e talk show parlavano dei "grillini" quasi solo attraverso spezzoni dei comizi del leader, con unapresenza complessiva nei notiziari delle principali reti nazionali pari al 5 per cento circa (dati AgCom). Visto il successo ottenuto alle politiche, la strategia fu replicata per le europee del 2014 con il "VinciamoNoi Tour" di Grillo.

 

Ma nonostante uno spazio sui tg triplicato, i consensi nelle urne registrarono un' inaspettata battuta d' arresto, scendendo dal 25 al 21 per cento. Ciò indusse il vertice a rivedere le regole interne al Movimento sul rapporto con i media, consentendo a numerosi esponenti di partecipare attivamente alle trasmissioni televisive.

 

grillo movimento 5 stelle italia cinque grillini m5sgrillo movimento 5 stelle italia cinque grillini m5s

Il cambiamento è stato messo alla prova in una campagna "quasi nazionale" come quella delle Regionali dello scorso maggio, dove ad ereditare il palcoscenico sono stati gli esponenti del cosiddetto "direttorio". Nonostante il risultato non eclatante di quelle elezioni (il 17 per cento), l' approccio viene confermato nei mesi successivi al voto, che vedono un ruolo ancor più di secondo piano per Grillo e una maggiore presenza di Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio.
 

In molti, dentro e fuori il Movimento, pensano che il candidato ideale alla "successione" sia proprio Di Maio, il volto istituzionale del M5S. Al punto che sono molti gli istituti demoscopici che hanno iniziato a sondare l' indice di fiducia verso il giovane vicepresidente della Camera.

 

Osservando tali dati, si notano due cose: in primis, il consenso a Beppe Grillo è in netta risalita rispetto ai minimi toccati a inizio 2015 (14,3 per cento di fiducia a marzo), da quando cioè l' ex comico ha deciso quasi di scomparire dai principali mezzi d' informazione, lasciando spazio ad altri.

DI BATTISTA DI MAIODI BATTISTA DI MAIO

 

A questa risalita si accompagna un aumento di consensi proprio al M5S, ormai in continua crescita da mesi, che lo posiziona sempre più come principale antagonista del Pd - in attesa della riorganizzazione del centrodestra.

 

Molto significativo è anche il fatto che i consensi verso Di Maio siano superiori a quelli dello stesso Beppe Grillo, e ne facciano il leader con il maggiore apprezzamento, ad eccezione di Matteo Renzi.
 

Questo nuovo clima di opinione porta quindi i cinque stelle a registrare un 27 per cento nella media mensile delle intenzioni di voto, oltre 7,5 punti in più rispetto a gennaio: un record storico per il Movimento, persino superiore al risultato del 2013. Tuttavia, non è mutata solo la composizione della leadership negli ultimi due anni. Anche l' elettorato ha subito un' evoluzione.
 

DI MAIO PIZZAROTTIDI MAIO PIZZAROTTI

Nel 2013 il M5S si presentava come un partito con le sue roccaforti sociali fra i lavoratori autonomi (44,3 per cento), i disoccupati (40 per cento) e gli operai (38,4 per cento, dati Demos), e particolarmente votato tra i più giovani. Inoltre, era diffuso su tutto il territorio nazionale, capace di raccogliere voti nella campagna veneta come nelle città del Sud.

 

DI MAIO DI BATTISTADI MAIO DI BATTISTA

Ora, secondo i dati del CISE, il Movimento avrebbe perso il supporto di numerosi piccoli imprenditori, ricevendo invece ulteriori consensi fra impiegati e tecnici privati. L’elettorato si sarebbe spostato verso classi di età più mature (45-64 anni) e parallelamente ci sarebbe stata una forte meridionalizzazione del voto. Ciò si era visto già nel 2014, quando 19 delle 20 province con il miglior risultato per il M5S erano situate al Sud (con l' unica eccezione di Genova).
 

Ora questo fenomeno si sarebbe accentuato, facendo del partito di Grillo il vero polo anti -PD in tutte le regioni meridionali. Con i dati dei sondaggi odierni si può stimare che il Movimento sarebbe primo partito in tutte le regioni a sud del Lazio, tranne la Basilicata.

 

Questo fenomeno è il frutto di una serie di flussi incrociati: da una parte settori importanti dell' elettorato settentrionale sono tornati a votare la Lega Nord, e ciò ha causato una vistosa diminuzione dei M5S in tutto il Nordest; dall' altra, il M5S è stato capace di intercettare al sud il voto di numerosi ex elettori PD, e in quota minore di ex elettori di Forza Italia.

 

Ciò ha rafforzato il ruolo dei Cinque stelle come avversari di Renzi. Restano due nodi da sciogliere nel prossimo futuro, e che potrebbero causare delle difficoltà a Di Maio e soci: riuscirà il M5S a rimanere attrattivo per elettori con un' identità politica così eterogenea? E quando si arriverà a dover scegliere un nome per un candidato premier, chi sarà il leader?

GRILLO M5SGRILLO M5SDI MAIO M5SDI MAIO M5S

 

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...