trump putin obama

AMERICA FATTA A MAGLIE - MENO 7 ALL'INSEDIAMENTO DI TRUMP, PER LA GIOIA DI MARPIONNE: OBAMA LO BASTONA, DONALD PROMETTE DI AMMORBIDIRE I LIMITI ALLE EMISSIONI - I MINISTRI FANNO I 'BUONI' PER LA CONFERMA AL SENATO, MA QUANDO SARANNO IN CARICA IL DISCORSO CAMBIERÀ - OBAMA MOLLA LA PATATA BOLLENTE LIBICA, CHE CI RIGUARDA DIRETTAMENTE: MIGRANTI, SERVIZI SEGRETI IN FUGA, LO STRAPOTERE DEL GENERALE HAFTAR

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

MARCHIONNEMARCHIONNE

 Meno 7 giorni all'insediamento ufficiale di Donald Trump. Per fortuna, direbbe oggi Sergio Marchionne, a.d. della Fiat Chrysler, ora che ha scoperto dopo tanti anni di ossequio a Barack Obama, che tra il protezionismo di Trump e lo strapotere all'ambientalismo di Obama tutta la vita meglio scegliere il primo, e soprattutto che conta su una rapidissima inversione dei regolamenti di protezione ambientale concessi alla EPA in 8 anni, circa 3900, che numerosi senatori hanno definito poteri ben oltre i limiti imposti dalla Costituzione, per non trovarsi sotto accusa e nell'obbligo di intaccare una bella fetta di liquidità.

TRUMP MARCHIONNETRUMP MARCHIONNE

 

Meno 7, e gli omaggi alla coppia che parte, e che di partire proprio non ne vuole sapere, si moltiplicano. Un po' siamo al grottesco, se Stevie Wonder cambia persino le parole di My Cherie e le trasforma in My Michelle; niente paura, Paul Anka sta lavorando a una nuova versione di My Way per adattarla nel giorno di inaugurazione al 45esimo presidente, di cui è amico e fan, e che Dio li perdoni tutti.

nicole kidman  3nicole kidman 3

 

Certo è che nell’ impazzimento generale di pop star e movie star trasformati in opinionisti politici, brilla niente meno che Nicole Kidman, che mai uno avrebbe pensato di doverla assumere a maitre a penser, e che dice “lasciatelo lavorare il nuovo presidente”. Tana libera tutti.

 

Il quale presidente, reduce dall'aver dimostrato con la prima conferenza stampa alla stampa che non cambierà metodo e che attaccherà sempre, e se colpito risponderà, imperversa con i tweet; se uno si prende la briga di leggerli tutti i giorni, capisce per esempio come è stata concertata la storia delle audizioni di conferma dei suoi nominati al governo, capisce che Hillary Clinton ha poco da stare tranquilla, e capisce anche che l’affare Russia si è un po' complicato, che a forza di farla passare agli occhi degli americani come il nemico pubblico numero uno la strategia è leggermente cambiata, ma che c'è anche una nuova incognita nel disastro del Medio Oriente ereditato da Obama, ovvero la Libia. Argomento che ci riguarda da vicino.

OBAMA HILLARY CLINTONOBAMA HILLARY CLINTON

 

Oggi l'obiettivo principale dei tweet e’ Hillary Clinton, in particolare la decisione appena annunciata dal Dipartimento di Giustizia gestione uscente in curva finale, di indagare sul comportamento del direttore dell' FBI che in ottobre decise per pochi giorni di riaprire l'indagine sulle famose mail stornate su un server privato della Clinton. Trump si domanda di che cosa si lamentino e ricorda che le informazioni in mano al Fbi sarebbero state sufficienti a impedire alla Clinton di candidarsi, la definisce “guilty as hell", colpevole come il diavolo, e ricorda che ha perso perché ha fatto campagna negli Stati sbagliati e non ha suscitato entusiasmo.

trump e james mattis     trump e james mattis

 

 Poi tocca al dossier palesemente fasullo fabbricato da un ex agente inglese, e ne ha per tutti: i repubblicani suoi avversari che per primi lo avevano commissionato, i democratici che lo hanno raccattato, i vertici dei servizi che lo hanno fatto trapelare. Fake News per tutti.

 

Infine due parole e un tweet sulle audizioni al Senato per confermare le nomine del governo. La voce corrente vuole che i suoi nominati abbiamo opinioni diverse da lui su questioni interne e internazionali, e che in particolare il generale Mattis, indicato come segretario alla Difesa, sia stato duro verso la Russia, così come il futuro segretario di Stato, Rex Tillerson.

 

REX TILLERSON E PUTINREX TILLERSON E PUTIN

Già sui giornali si parla di programmi in conflitto col presidente, lui chiude la partita: “tutti i miei nominati stanno andando bene e stanno facendo un grande lavoro, voglio che siano se stessi ed esprimano le loro opinioni, non le mie”. Naturalmente non è difficilissimo dedurre che vecchie volpi come Tillerson o Mattis o il direttore della CIA, Pompeo, facciano al Senato discorsi graditi ed accettabili a tutti. Quel che faranno una volta in carica e’ un altro discorso.

 

Ciò non toglie che la Russia sia argomento che Donald Trump dovrà gestire con le molle perché la polemica sollevata nell'ultimo mese, mentre non ha mai convinto i cittadini americani che ci sia un imbroglio dietro la vittoria di Trump, ha però rafforzato i sentimenti di timore verso la Russia. E’ la ex Unione Sovietica, Putin è un uomo del KGB, gli americani hanno vissuto per decenni nel clima di terrore della guerra fredda e dell'attacco nucleare, spaventarli non è difficile.

khalifa haftarkhalifa haftar

 

La situazione in Medio Oriente inoltre, grazie a tutto ciò che è Barack Obama non ha fatto o ha fatto male, è disastrosa, e c'è un fresco dossier Libia che ci riguarda. L'Italia riapre l'ambasciata, il giorno stesso il direttore del controspionaggio italiano deve scappare da Tripoli, se sono vere le notizie trapelate, non confermate.

 

Certo è che l'ex premier libico Khalifa Gwell è stato fatto fuori dall'Onu e il nuovo governo Serraj non controlla il territorio, mentre avanzano i gruppi agli ordini del generale Khalifa Haftar. Si dà’ il caso che i flussi di migranti partano dalla Libia e che l'argomento riguardi tutti, tanto più che l’inaffidabile Haftar, un vero signore della guerra, sta stringendo legami forti con Mosca e ieri a bordo della portaerei russa Kuznetsov ha avuto una videoconferenza col ministro della Difesa russo Shoygu.

 

HAFTAR HAFTAR

Donald Trump sa benissimo che un conto è ripetere che il suo primo problema è fare l'America grande di nuovo, un conto è ristabilire buoni rapporti con la Russia per fermare la proliferazione nucleare e i profughi che portano terrorismo, altra e’ lasciare a Putin il controllo del Medio Oriente. Semplicemente non se lo può permettere né lui né noi.

 

 Che al 45esimo presidente che tra 7 giorni entra alla Casa Bianca toccherà occuparsi di tanti problemi internazionali perché ormai gli affari domestici e quelli esteri si intrecciano, lo dimostra anche l'ultima castroneria decisa dal Nobel per la pace Obama, che ha abolito ieri il permesso speciale di asilo per i cubani noto come wet foot dry food, ovvero la concessione automatica di status di rifugiati a tutti coloro che per decenni sono fuggiti dal regime comunista.

 

OBAMA RAUL CASTROOBAMA RAUL CASTRO

La decisione è deplorevole per molte ragioni, perché dà per scontato che l'opposizione politica non abbia più ragione di essere, cosa non vera, perché giunge a 7 giorni dalla fine del mandato, ed è dunque due volte inopportuna. Trump non ha commentato quello che è decisamente un favore politico fatto al regime cubano ma qualcosa deve fare, i cubani se lo aspettano.

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…