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PRESIDENZIALI FATTE A MAGLIE - TRA LE GRANDI BALLE DELLA CAMPAGNA DEL 2016 ENTRERÀ LA GUERRA D’AGOSTO SUGLI HACKERS: CHE PROVE HA HILLARY CLINTON CHE CI SIANO I RUSSI DIETRO LE SPIATE DELLE MAIL DEI DEMOCRATICI? SONO ELEZIONI CATTIVE, VOLATILI, E SI FARÀ A CHI LA SPARA PIÙ GROSSA

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

HILLARY PUTINHILLARY PUTIN

Alla fine ha risposto pure Guccifer l’hacker per dire che sono tutte balle. Tra le grandi balle della campagna del 2016 entrerà a pieno titolo la guerra d’ agosto sugli hackers e sulle mail dei democratici, che, bisogna dire con lodevole faccia tosta, Hillary Clinton ha deciso di usare come arma d'attacco, non essendo mai stata in grado di elaborare una difesa accettabile  né su quelle da lei sottratte e distrutte né  su quelle rivelate del Comitato nazionale democratico che svelano i complotti a suo favore.

 

Naturalmente con le accuse  di spionaggio ai governi di altre nazioni  sarebbe bene essere sempre cauti , soprattutto se sei il governo americano e usi disinvoltamente sommergibili come piattaforma spionistica. E poi, che prove ha Hillary Clinton che ci siano i russi dietro le spiate delle mail del Comitato nazionale democratico? Il mondo è pieno di hacker, ci sono gli Assange, gli Snowden, i loro emuli e collaboratori occulti, tutti col dente avvelenato con l'Amministrazione americana.

TRUMPTRUMP

 

Però Il giornalista  cazzone tipico del 2016, ovvero assatanato contro Trump e pervaso di entusiasmo per la Clinton, ormai anche un po’ disperato per come sono andate le cose,si agita molto sul tradimento perpetuato  dal  candidato repubblicano, che avrebbe strani e colpevoli  rapporti con Vladimir  Putin, il quale farebbe platealmente il tifo per lui

 

Per qualche giorno è circolata anche la storia surreale di incertezze da parte della CIA sull'opportunità di informare Donald Trump come Hillary Clinton nel consueto briefing che si fa ogni volta che sono stati scelti i candidati  ufficiali dei  partiti, dopo la sortita provocatoria del repubblicano, che aveva invitato Putin  a tirare fuori le mail sulla Clinton se davvero le possiede.

 

HILLARY TRUMP PUTINHILLARY TRUMP PUTIN

Qualche senatore democratico ci ha provato a fare la proposta , qualche repubblicano ci è cascato, alla fine il direttore della CIA ha dovuto precisare l’ovvio: il briefing  si fa, anzi è già in corso.Oltretutto questa abitudine inaugurata nel 1945  da Harry Truman, al quale avevano fatto lo scherzo di informarlo a progetto partito del “Manhattan Project nucleare,è più che altro una formalità, una informativa generica sulla situazione militare americana nel mondo e sullo stato dei rapporti con Paesi alleati e avversari, più o meno lo stesso che si fa a Capitol Hill a febbraio.Le informazioni sensibili non vengono comunicate, se ne parla dopo le elezioni dell’ 8 novembre.

TRUMP 1TRUMP 1

 

Com’è allora che questa ulteriore mezza bufala è andata circolando per il mondo prendendo già il nome di mailgate,che peraltro c'era già, era quello delle mail fatte sparire dalla Clinton? E’ il 2016,bellezza. Di solito tra stanchezza post convention e necessità di ricaricarsi, attenzione spostata sulle Olimpiadi, la campagna stacca e la tensione si allenta sino a metà settembre,quando comincia la preparazione dei dibattiti faccia a faccia. Quest'anno non sarà così, sono elezioni cattive, nervose ,volatili, e  si farà a chi la spara più grossa anche col solleone., anche perché nel mese di luglio, fonte Los Angeles Time, il repubblicano è stato sempre saldamente in testa ai sondaggi, fatta eccezione per un giorno, un giorno solo.

HACKERSHACKERS

 

Quanto è Putin e  Trump e alle accuse della Clinton.   anche qui le osservazioni sensate da fare sono di due ordini. E’ vero che un Donald Trump pronto a revocare le sanzioni alla Russia e a spostare la pressione della Nato da est a sud per contrastare profughi e terrorismo dell'Isis, fa comodo a Putin (dovrebbe far comodo a molti); è vero anche che un governo che cerchi leve di pressione verso un altro preferisce tenersi stretti se li ha certi documenti, addirittura augurarsi che vinca il candidato ricattabile, in questo caso la Clinton, per poi ottenere ciò che gli serve agitando il possesso dei famosi documenti.

 

Tra le ragioni della faccia tosta di cui Hillary Clinton dà prova nell'accusare la Russia,c’è però soprattutto buona parte della storia della Clinton Foundation.Guardatevi sul web dove furoreggia il documentario scandalo che è stato presentato anche al Festival di Cannes in primavera, si chiama “Clinton cash”, ed è tutto dedicato alla straordinaria capacità di fare soldi  e affari sporchi e puliti della Fondazione Clinton con imprese e governi stranieri.

 

PUTINPUTIN

Prendiamo in particolare gli affari russi e la famosa acquisizione della Uranium One. Presieduta da Ian Telefer, finaziatore e amico dei Clinton, la Uranium One aveva tra i grandi azionisti  un altro loro sodale, il canadese Giustra, e aveva acquisito notevoli concessioni minerarie anche negli Stati Uniti. Per passare alla Russia serviva dunque l’approvazione di Washington visto che Washington considera l’uranio un asset strategico fondamentale.

 

Ma l’approvazione  dal Dipartimento di Stato ci fu, subito  dopo che la Fondazione  ebbe ottenuto una donazione di 145 milioni di dollari da investitori nella stessa Uranium One (tra cui Giustra); e subito dopo che Bill, conferenziere inesauribile e costoso,ebbe incassato  mezzo milione di dollari per  una conferenza  a Mosca organizzata dalla Renaissance Capital, notoriamente legata ai servizi  russi. L’accordo ha trasferito alla Russia il 20 per cento  della produzione di uranio degli Stati Uniti. Non male, vero? Metteteci anche la storia della  Salida Capital, una piccola società di investimenti canadese che nel 2010 diventò finanziatrice della Clinton Foundation e organizzò la consueta  conferenza di Bill in Canada.

HACKER 2HACKER 2

 

Ma la Salida è controllata dalla Rosatom, agenzia di Stato russa per il nucleare, che costruisce reattori nucleari in Iran ed esporta tecnologia nucleare in Corea del Nord. Il  documentario Clinton cash  di casi analoghi ne cita a decine,circola da mesi non smentito, eppure per qualche strana ragione non suscita scandalo e fa scarsa notizia.

 

Magari riuscirà a fare notizia la pepata risposta fornita dall’hacker Guccifer, che scrive per replicare a le domande i dubbi e le curiosità dopo le polemiche  di questi giorni. Dice di essere un cittadino di un paese dell'Est Europa che non lavora per i russi, che è estremamente eccitato perché è diventato così famoso, che quelli del Comitato nazionale Democratico sarebbero pronti a sostenere  che è un orso russo anche se fosse in realtà una suora cattolica, pur di  giustificare la loro incompetenza e i loro fallimenti, per nascondere i quali accusano potenti servizi stranieri. Ma la verità è che non possono provare niente, il mondo degli hacker è grande, difficile da decifrare, in continuo spostamento, e i russi per primi sì attribuiscono poteri che non hanno.

HACKER 1HACKER 1

 

Guccifer ha detto anche che i suoi eroi sono naturalmente Snowden, Assange e Marcel Lazar. Quanto a lui,non fa il tifo nè per Trump né per Hillary Clinton, ma  pensa che lei sia falsa, che abbia preso un sacco di soldi con le sue attività politiche di lobby, che sia una schiava dei Mogul,una venduta, che le sue parole non corrispondano mai a fatti, che il Comitato nazionale democratico sia stato colluso con lei, vedi le mail da lui hackerate,da trasformare le primarie in una farsa.

 

Donald Trump ha fatto invece tutto da solo, è sincero in quel che dice, la sua posizione e chiara è lineare, ma lui Guccifer non è d'accordo né con il blocco dell’immigrazione  né con la chiusura delle frontiere, progetti che gli fanno orrore.

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