1. NEMMENO NEI SUOI PEGGIORI INCUBI, BERLUSCONI AVREBBE IMMAGINATO UN TONFO DI TALI PROPORZIONI. QUEL CHE È PEGGIO, RENZI TRIONFA. NON SI È RESO CONTO CHE IL PERICOLO NON VENIVA DA ‘’ADOLF GRILLO HITLER’’ SEMMAI DAL SUO “FIGLIOCCIO” MATTEO 2. E D’ORA IN AVANTI RENZI NON AVRÀ CERTO BISOGNO DI FORZA ITALIA PER SPINGERE AVANTI LE SUE RIFORME: POTRÀ IMPORLE CON LA MINACCIA CHE, IN CASO DI RESISTENZE, ASFALTERÀ TUTTI... INSOMMA, L’EX CAVALIERE E’ RELEGATO NEL LIMBO DELL’IRRILEVANZA 3. IN UN ANNO, BERLUSCONI HA CEDUTO A RENZI UN MILIONE DI VOTI IN CAMBIO DI QUALCHE SORRISO E DI UNA VISITA A LARGO DEL NAZARENO PER IL FAMOSO PATTO SULLE RIFORME: UN’APERTURA DI CUI OGGI IL CAV SI PENTE AMARAMENTE: “HO TIRATO IO LA VOLATA” 4. 20 SENATORI DI FORZA ITALIA GIA’ PRONTI A CORRERE IN SOCCORSO DEL VINCITORE RENZI

Ugo Magri per la Stampa.it

Nemmeno nei suoi peggiori incubi, Berlusconi avrebbe immaginato un tonfo di tali proporzioni. Non solo lui precipita ai minimi termini (sperava nel 25 ma si sarebbe accontentato del 20); quel che è peggio, Renzi trionfa. E d'ora in avanti non avrà certo bisogno di Forza Italia per spingere avanti le sue riforme: potrà imporle con la minaccia che, in caso di resistenze, asfalterà tutti... Insomma, l'ex Cavaliere sembra relegato nel limbo dell'irrilevanza.

Angosciato silenzio da Arcore dopo le prime proiezioni. Zero dichiarazioni dallo sconfitto, tantomeno dal suo entourage. Sala stampa del partito, a San Lorenzo in Lucina, disertata dai dirigenti che, con qualche viltà, hanno lasciato alla portavoce Bergamini l'ingrato compito di affrontare le telecamere.

Il solo Rotondi a notte ha trovato la forza di innalzare un peana al proprio leader: in queste condizioni, si lancia eroico l'ex ministro, lo striminzito 15-16 per cento è stato «il miracolo più grande di Berlusconi», tanto da meritargli addirittura «una causa di beatificazione».

Tutti gli altri invece affastellano una montagna di scuse, alcune non certo campate in aria. Impossibile fare meglio, dicono sottovoce, con un leader costretto a «lottare con una mano legata dietro la schiena» (immagine epica del «Mattinale») per via dei divieti imposti dalla condanna. Con due figure storiche del movimento, Dell'Utri e Scajola, arrestati guarda caso entrambi nelle ultime settimane. Con la scissione alfaniana appena consumata...

In verità, come si è visto stanotte, di voti a Forza Italia il Nuovo centrodestra ne ha sottratti pochini. Basta un po' di aritmetica. Al netto dell'Udc, che nel 2013 correva per suo conto, i «diversamente berlusconiani» valgono un paio di punti percentuali, forse tre. Come dire che in un anno, dalle scorse elezioni politiche, Berlusconi ha ceduto a Renzi un milione di voti in cambio di qualche sorriso e di una visita a Largo del Nazareno per il famoso patto sulle riforme: un'apertura che oggi il Cav giudica fin troppo generosa, «ho tirato io la volata».

Silvio ha perso la sua capacità di attrazione, difficile che a 78 anni (e da oltre 20 sulla scena) possa ricuperarla. Anzi, già è molto se nelle prossime settimane Forza Italia eviterà il «si salvi chi può», la corsa sfrenata a conquistare un posto sulle scialuppe (già si parla di 20 senatori pronti a correre in soccorso del vincitore Renzi). Eppure Berlusconi non è disposto a mollare.

Per quanto barcollante e con l'occhio pesto, deluso fino ai confini della depressione che già lo colse dopo precedenti sconfitte (nel 2006 rimase molti mesi silente) è deciso a tenere in pugno il partito, un asset aziendale su cui ha investito tempo e denaro e dunque considera suo.

Fino al verdetto della notte, l'uomo ha sperato, alternando sfoghi e brutti presentimenti. Nell'angoscia per l'avanzata di Grillo, sul quale Silvio ha rincarato privatamente la dose perfino rispetto alle bordate dei giorni scorsi, senza rendersi conto che il pericolo veniva semmai dal suo «figlioccio» Matteo.

E con un sordo rancore manifestato nei confronti del Colle. La colpa imperdonabile di Napolitano, agli occhi del Condannato, è quella di non avergli concesso spontaneamente la grazia, che avrebbe evitato al 4 volte premier l'interdizione dai pubblici uffici e dunque l'umiliazione di non potersi recare ieri mattina al seggio di via Scrosati.

In compenso la fidanzata Francesca ha votato (idealmente) pure per lui. E se si dà retta a certe leggende, prima di deporre la scheda nell'urna, la Pascale vi avrebbe perfino stampato sopra un bacio. Se voleva essere scaramantico, non ha funzionato.

 

 

BERLUSCONI PASCALE DUDU IN AEREO FRANCESCA PASCALE SILVIO BERLUSCONI E DUDU DECADENZA BERLUSCONI DUDU ALLA FINESTRA BERLUSCONI E GIOVANNI TOTI ALLA BEAUTY FARMBeppe Grillo al termine dellincontro con Matteo Renzi b f b fc f ac b e c ac GRILLO E VESPA c d dfe f e b il selfie ronzulli bergamini calabria DELLUTRI, BERLUSCONI

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