luigi di maio e alessandro di battista incontrano i vertici dei gilet gialli

DI MAIO E DI BATTISTA SI AGGRAPPANO AI GILET GIALLI: L’ULTIMA DISPERATA CARTA DEL M5s PER RISALIRE NEI SONDAGGI IN VISTA DELLE EUROPEE - A PARIGI I GRILLINI VEDONO IL LEADER DEI GILET CHALENCON CHE AVEVA EVOCATO L’INTERVENTO ESERCITO CONTRO MACRON - LUI ESCLUDE OGNI INTESA CON I PENTASTELLATI: "ALLE EUROPEE NON SAREMO ALLEATI"

Pasquale Napolitano per “il Giornale”

 

di maio di battista gilet gialli

Il M5S tenta l' ultima (disperata) carta per risalire nei sondaggi in vista delle Europee: aggrapparsi alla protesta dei gilet gialli. La strada è dunque quella di un patto con il movimento che in Francia è sceso anche ieri in piazza contro le misure del presidente Emmanuel Macron. Ma i due leader grillini, Alessandro Di Battista e Luigi di Maio, dimenticano però che in Italia i Cinque stelle sono forza di governo. Poco conta: la priorità ora è agganciare una forza di lotta per contenere l' assenza di temi europei e la débâcle elettorale. Mentre Davide Casaleggio pensa a trarre vantaggi (anche economici) per le sue aziende, mettendo a disposizione la piattaforma Rousseau, controllata dalla sua associazione, del movimento transalpino.

 

 

alessandro di battista e luigi di maio

Il primo contatto fisico tra M5s e gilet gialli c' è stato ieri all' hotel de France di Montargis nell' hinterland di Parigi: Di Maio e Di Battista hanno incontrato una delegazione del movimento. Dopo i tentativi con le forze ambientaliste e di estrema destra, i grillini virano sui francesi. L' assenza di una piattaforma politica e programmatica in campo europeo ha spinto Di Maio al corteggiamento nei confronti dei protagonisti della ribellione francese. Corteggiamento che inizialmente ha dato esito negativo. Uno dei leader dei gilet gialli, Eric Drouet, il 10 gennaio scorso, ha rifiutato l' offerta di sostegno ricevuta dal Movimento 5 Stelle e dal vicepremier. Rifiuto riconfermato ieri sia da parte di Drouet che da un altro dei leader del movimento di protesta, Maxime Nicolle.

 

Di Maio e Di Battista hanno, invece, avuto un colloquio con Cristophe Chalencon e i candidati alle elezioni europee della lista Ric di Ingrid Levavasseur.

chalencon

Chalencon, che annuncia un altro vertice con Di Maio, stavolta a Roma la prossima settimana, è il leader dei gilet che aveva evocato l' intervento dell' esercito francese per destituire Macron. Intervistato da Le Parisien, Chalencon assicura che non ci sarà «nessuna alleanza» alle Europee tra la lista dei «gilet gialli» francesi e M5S. Di Maio è comunque soddisfatto: «Abbiamo parlato dei nostri Paesi, dei diritti sociali, di ambiente e di democrazia diretta. Il vento del cambiamento ha valicato le Alpi». In casa dei Cinque stelle si lavora al cambio della strategia per la campagna elettorale.

 

I guru del M5s valutano l' idea di abbandonare la staffetta Di Maio-Di Battista.

GILET GIALLI DI MAIO DI BATTISTA TONINELLI GRILLINI

Nei piani degli strateghi della comunicazione grillina c' era l' obiettivo di riproporre sul terreno politico il modello dell' Italia di Ferruccio Valcareggi nel mondiale in Messico nel 1970.

 

La staffetta Mazzola-Rivera fece sognare gli italiani. E se la Nazionale si fermò in finale contro il Brasile, la coppia Di Maio-Di Battista rischia di non superare i gironi di qualificazione. A un mese dal rientro in campo di Di Battista, il bilancio è negativo. I sondaggi per il M5S continuano a calare. Nell' ultima rilevazione Swg, datata 4 febbraio, i Cinque stelle sono bloccati in forbice tra il 24 e il 25 %.

 

Ma ciò che preoccupa lo staff è l' effetto Di Battista. Effetto che non si vede. E ora il Dibba, accolto dopo il viaggio in Centro America come il salvatore del Movimento, rischia la panchina. Gli insulti all' alleato Salvini e la riproposizione di temi vecchi (taglio dei compensi Rai e trattativa Stato-mafia) non portano voti. Casaleggio e soci pensano a un impiego con il contagocce. La comunicazione correrà ai ripari: meno Dibba in tv e in giro. Più spazio al leader vero del Movimento, Luigi di Maio. Se il Dibba non accetta, il suggerimento dei guru del M5s è di accelerare la partenza per il viaggio in Africa.

Christophe ChalenconChristophe Chalencon 1

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…