giuseppe conte luigi di maio movimento 5 stelle

DI MAIO NON PUÒ ACCETTARE UN ALTRO PREMIER AL DI FUORI DI CONTE: ECCO IL MOTIVO - DA PATUANELLI A D'INCÀ, ORMAI IL M5S PULLULA DI "CONTIANI" SUL PIEDE DI PARTENZA (ANCHE SENZA VOTO ANTICIPATO). LA STABILITÀ A PALAZZO CHIGI DIVENTA UN PERCORSO OBBLIGATO PER I GRILLINI. PER FRENARE L'USCITA DI PARLAMENTARI E MINISTRI VERSO IL PARTITO DI "GIUSEPPI" DI MAIO PREPARA LA CONTROMOSSA: PRONTA LA DEROGA SUL...

Domenico Di Sanzo per il Giornale

 

luigi di maio giuseppe conte by osho

Il M5s lo difende. Eppure lo teme. Nella giornata in cui la crisi di governo sembra davvero a un passo, i grillini scelgono di blindare Giuseppe Conte. «Il problema non è Conte, anzi Conte va rispettato e sostenuto», scandisce il leader de facto del Movimento Luigi Di Maio. Il tentativo è quello di tenere unito un gruppo parlamentare in cui i fan del già avvocato del popolo rappresentano una buona fetta, se non la maggioranza, di deputati e senatori. E così la stabilità a Palazzo Chigi diventa un percorso obbligato per i grillini. Perché dopo la difesa d' ufficio c' è la grande paura.

 

Un timore che è tornato a crescere da un mese a questa parte. Da quando si è intensificato il pressing di Matteo Renzi sull' esecutivo giallorosso. Proprio a partire da quei giorni di inizio dicembre, nel Palazzo, è ripartita a circolare una voce che sembrava sopita. Coperta dall' emergenza Covid. E se Conte si mettesse in proprio?

 

di maio zingaretti conte

Al momento è difficile rispondere alla domanda. Quel che è certo è che l' ipotesi della «lista Conte» è di nuovo una delle preoccupazioni più importanti dello stato maggiore dei Cinque stelle. Con una tensione che cresce sempre di più ogni qual volta si fa più concreto lo spettro delle urne anticipate. «Luigi non può accettare un altro premier, altrimenti dovrebbe vedersela con i contiani», sentenza un esponente pentastellato di Montecitorio.

 

giuseppe conte e luigi di maio

Chiunque voglia scoprire i nomi dei fedelissimi del premier veda alla voce Federico D' Incà, ministro ai Rapporti con il Parlamento, ultimamente al centro delle critiche di molti parlamentari vicini al titolare della Farnesina per la sua gestione del raccordo tra i gruppi di maggioranza e il governo. Si veda anche alla voce Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico. E si sottolinei il nome di parlamentari come il palermitano Giorgio Trizzino e il vicecapogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi.

 

Quello dei contiani è un dossier che incrocia pericolosamente alcune delle questioni più delicate interne al M5s. Compreso il tetto ai due mandati, il problema dei problemi.

Una lista Conte in vista di elezioni o gruppi in Parlamento vicini al premier potrebbero essere attrattivi per tanti stellati. E tra le cause di una possibile diaspora ci sarebbe sicuramente il limite dei due mandati.

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

 

Una regola contestata a bassa voce soprattutto dagli eletti riconducibili a Conte. Infatti, sotto traccia, negli scorsi giorni si è raggiunta una mediazione nel Movimento su una deroga in caso di ritorno improvviso al voto, in anticipo sulla fine naturale della legislatura. In uno scenario di elezioni anticipate ci sarebbe il via libera alla ricandidatura di chi, secondo la regola, non potrebbe correre per un terzo giro di giostra. Tutti d' accordo.

 

giuseppe conte luigi di maio enzo amendola

Da Beppe Grillo ad Alessandro Di Battista. La partita viene definita «ancora aperta» se consideriamo un quadro politico in cui si torna a votare a scadenza naturale. E la storia di ipotetiche formazioni parlamentari in sostegno a Conte è ancora tutta da scrivere. Di sicuro la creazione di gruppi vicini a Conte innescherebbe un dibattito nel M5s. A partire proprio da una decisione definitiva sui due mandati. Un argomento che è stato sostanzialmente messo in stand by agli Stati generali. Dove è arrivata una conferma ufficiale sul mantenimento del principio, seppure con tanti se e tanti ma rimasticati a mezza bocca da più di qualche grillino che conta.

 

federico d inca foto di bacco

Intanto all' inizio della prossima settimana è previsto un altro appuntamento che potrebbe riservare sorprese. Alla Camera cominceranno le votazioni interne per eleggere i membri del direttivo del gruppo M5s. Un deputato ci dice: «Pare che si ricandideranno gli uscenti, ma con queste cose è sempre un caos».

stefano patuanelli question time in senato 1giuseppe conte luigi di maio

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…