raggi lombardi di maio di battista

DILLA TUTTA, LUIGINO - SUL BLOG DI GRILLO, DI MAIO SOSTIENE CHE IL M5S HA SEMPRE CHIESTO A MARRA DI FARE UN PASSO INDIETRO MA NON E’ COSÌ: QUANDO ROBERTA LOMBARDI MENAVA SULLA NOMINA, LO STESSO DI MAIO ERA MOLTO PRUDENTE E NON HA MAI CHIESTO PUBBLICAMENTE LE DIMISSIONI DEL VICECAPO DI GABINETTO

Alessandro Trocino per il Corriere della Sera

 

luigi di maio luigi di maio

Durante i colloqui all'Hotel Forum con Beppe Grillo e i big dei 5 Stelle, durante la crisi, Luigi Di Maio non ha mai detto una parola. Scena muta anche sui social (come Alessandro Di Battista). Fino a ieri, quando il blog di Grillo gli offre il palcoscenico più ambito, pubblicando con grande evidenza un articolo a sua firma. Il vicepresidente della Camera, a lungo accusato dagli ortodossi di essere uno dei difensori di Raffaele Marra, viene titolato così: «Di Maio chiese a Marra di allontanarsi dal gabinetto del Sindaco».

 

VIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA RAFFAELE MARRAVIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA RAFFAELE MARRA

Decisamente una notizia. Anzi, un vero colpo di scena, visto che Di Maio non ne aveva mai fatto cenno finora. Tra i commenti, molte critiche e ironie sulla «excusatio non petita». Durante le ore drammatiche all' hotel Forum, Nicola Morra lo accusa di avere coperto Marra. Rabbiosa la reazione di Grillo, mentre Di Maio tace: «Io mi assumo la responsabilità politica di tutto quello che è successo. Non ci provate a fare il giochino di dare la colpa a Luigi. Basta con questi personalismi, il Movimento è più importante di queste rivalità».

 

ROBERTA LOMBARDIROBERTA LOMBARDI

Copertura politica confermata ieri. Ma non tutto fila nella ricostruzione di Di Maio. A cominciare dalla prima frase: «Il Movimento 5 Stelle ha sempre chiesto di allontanare Marra dal gabinetto della sindaca».

 

Quel «sempre» cozza contro alcuni dati di fatto. Il 29 giugno Roberta Lombardi, parla pubblicamente di «errori», riferendosi alla probabile nomina di Marra. Ben diverse le parole di Di Maio, prima a Spoleto, in un' intervista con Paolo Mieli, poi al Festival del Lavoro all' Angelicum, il 1° luglio. A domanda sull'ipotesi di nomina di Marra come vicecapo di gabinetto, Di Maio risponde: «Chi in questi anni ha dimostrato buona volontà, competenze e storia personale nella macchina amministrativa, ci venga a dare una mano».

DIRETTORIO ROMANO 5 STELLE VIRGINIA RAGGI PAOLA TAVERNA ROBERTA LOMBARDIDIRETTORIO ROMANO 5 STELLE VIRGINIA RAGGI PAOLA TAVERNA ROBERTA LOMBARDI

 

Dunque, nessuna presa di distanza da Marra. Anzi. Queste parole vengono ripetute ai cronisti il 7 luglio, a Tel Aviv. Nel frattempo Marra viene nominato. E succedono altre due cose. Grillo interviene sulla Raggi, rendendo «temporaneo» l'incarico del suo braccio destro. E, il 6 luglio, Marra va alla Camera, dove incontra Di Maio. Che, spiega nel post: «Marra se ne doveva andare e, con cortesia, glielo dissi in faccia».

 

La data non è riportata dal post di Di Maio, ma da un articolo di Valeria Pacelli e Marco Travaglio sul Fatto. Articolo che rivela una frase che avrebbe detto Marra: «Se non l'avrò convinta, ho qui pronta la lettera di dimissioni». Di Maio è stato «convinto»? Non si sa, ma dopo l'incontro non seguiranno dimissioni. Succederà un'altra cosa, il 13 luglio: Roberta Lombardi è costretta a lasciare il minidirettorio romano, di guardia alla sindaca.

LUIGI DI MAIO IN ISRAELELUIGI DI MAIO IN ISRAELE

 

Motivo? Troppo critica su Marra. Dunque, Grillo allontana Lombardi (che parla di Marra come del «virus che infetta il Movimento») e salva Di Maio. Nel suo post di ieri, il vicepresidente della Camera, riferisce di un altro incontro, presente il minidirettorio romano, dove fu chiesto l' allontanamento di Marra. È il 29 giugno, due giorni prima le parole a favore di Marra, a Spoleto e a Roma.

 

La ricostruzione offerta da Di Maio in questi giorni è diversa: «Non ho mai protetto Marra». E non è escluso che i suoi interventi siano stati più a tutela della stabilità della giunta Raggi, che a difesa di un personaggio discutibile. Quello che è certo è che Di Maio non è mai pubblicamente intervenuto contro Marra. Un' ingenuità, forse. Perché come dice Di Battista, nel video di ieri, «onestà e ingenuità, a volte, camminano insieme».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…