TRA DESTRA E SINISTRA, CENTROTAVOLA TRIONFERÀ! - L’IMPRENDITORE MALTAURO CONFERMA LE TANGENTI PER L’EXPO, IL RUOLO DI FRIGERIO (“IL SUO REFERENTE ERA BERLUSCONI”), DI CATTOZZO E GREGANTI (“UOMO DELLE COOP”)
Piero Colaprico e Emilio Randacio per "La Repubblica"
«Gianstefano Frigerio a me diceva che il suo referente politico era Silvio Berlusconi». Dopo aver confermato l'impianto della procura sulla "cupola" degli affari Expo, l'imprenditore vicentino Enrico Maltauro entra nei dettagli.
à servita un'intera giornata di interrogatorio per fare chiarezza sul ruolo privilegiato riservato al gruppo Maltauro dalla truppa capitanata da Frigerio, da quello che lo stesso imprenditore ha dichiarato essere «il mio referente diretto», ovvero l'ex capogruppo ligure dell'Udc, Sergio Cattozzo.
In merito al presunto ruolo dell'ex Cavaliere - che comunque non risulta essere indagato in questa inchiesta - il ricordo dell'arrestato è de relato. «Io Berlusconi non l'ho mai incontrato» ha precisato Maltauro, aggiungendo come il «professore» - così si faceva chiamare Frigerio nelle segrete stanze del centro culturale Tommaso Moro - vantava «entrature» anche in Regione Lombardia e con altri importanti politici a Roma.
Se Berlusconi ha avuto un ruolo attivo nella "cupola" o se si tratta solo di millanteria, da oggi è quello che cercheranno di chiarire i pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio. Di certo, un livello più alto e tutto politico, è un elemento che resta nel sottofondo di questa ordinanza d'arresto.
Intanto l'attendibilità delle versioni difensive rese al gip Fabio Antezza da Frigerio, dall'ex senatore pdl Luigi Grillo e dal "compagno G" Primo Greganti sembra complicarsi. Maltauro - difeso dagli avvocati Giovanni Maria Dedola e Paolo Grasso - ha anche coinvolto esplicitamente Grillo dicendo che «prendeva mazzette», e ha chiarito ulteriormente il ruolo attivo avuto dal Greganti: «Garantiva - ha messo a verbale - gli interessi delle cooperative rosse».
In totale, per permettere alla azienda di famiglia di ottenere gli appalti, Maltauro ha confermato di aver stanziato alla "cupola" quasi un milione e duecentomila euro di tangenti - tra quelle effettivamente sborsate e quelle promesse - per assicurarsi appalti legati all'Expo e alla Sogin, società del Tesoro. L'imprenditore, già coinvolto in passato in inchieste su mazzette, si era allontanato dall'azienda di famiglia fino a quando, pochi anni fa, il calo del fatturato aveva spinto i soci a coinvolgerlo nuovamente nelle strategie aziendali.
Il verbale dell'interrogatorio, concluso alle 19, è stato «secretato». Non è escluso che i legali Dedola e Grasso possano presentare già oggi istanza di scarcerazione.
Sempre ieri, in parallelo a Maltauro, è stato interrogato il suo "referente" Cattozzo. E anche dalle parole di chi, secondo l'accusa, era totalmente inserito nella "cupola", sono arrivati importanti riscontri alle ipotesi di accusa.
«Ha chiarito dando giustificazioni congruenti e fornendo le indicazioni che gli sono state richieste», la versione riferita dagli avvocati Rodolfo Senes e Michele Ciravegna. Nelle mani dell'accusa, del resto, il video più compromettente riguarda proprio i due indagati ascoltati ieri.
Immortalati dalle telecamere della Dia e della sezione di pg della Gdf della procura, mentre si scambiavano una busta con all'interno 15 mila euro. Sempre a Cattozzo, una settimana fa, i militari hanno trovato una sorta di «lista delle tangenti», sul foglio di un notes. Annotate sigle, apparentemente inspiegabili, e soprattutto cifre di denaro.
Ieri, da quanto emerso, nel confermare il suo ruolo attivo nella "cupola", avrebbe decifrato quel foglietto, completandolo con i nomi per intero di coloro che hanno versato quel denaro e i destinatari.
Ieri, infine, il governatore lombardo Roberto Maroni ha annunciato di voler querelare Repubblica per il titolo dell'articolo che riferiva dei biglietti di Frigerio inviati ad Arcore e alla Regione Lombardia. Maroni afferma di non aver «mai ricevuto pressioni» e che se un incontro con uno degli arrestati c'è stato «è stato del tutto casuale ».
Greganti, intanto, in carcere sta scrivendo un memoriale da presentare in procura nei prossimi giorni per smentire un ruolo attivo all'interno della "cupola". E il Senato ha smentito di aver registrato suoi ingressi a Palazzo Madama nei mesi scorsi, e anche che un black out abbia cancellato, martedì, i dati sulla registrazione degli accessi.




