MANCA SOLO DE GREGORIO – VERDINI SI PORTA A CASA ALTRI DUE SENATORI DI FORZA ITALIA E ROMANI S’INCAZZA: “PORTATEMI LE PROVE CHE STANNO PRENDENDO I NOSTRI OFFRENDO SOLDI E LAVORI” – MA L’ACCORDO INTERNO AL PD RENDE SUPERFLUO IL COMPAGNO DENIS
Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”
«Ma che cos’è questo, il mercato delle vacche? Siamo arrivati al mercato delle vacche? Portatemi questo documento di cui mi parlate. Portatemi la prova che stanno prendendo i nostri senatori offrendogli soldi, lavori... E poi vedete che cosa combino...».
Un passante troppo curioso non avrebbe neanche bisogno di origliare. Perché la voce di Paolo Romani, che pure è noto per essere uno che mantiene la calma anche nei momenti più tesi, si sente fin dal corridoio che attraversa le stanze del gruppo di Forza Italia al Senato.
il senatore Francesco Amoruso da Forza Italia a Verdini
Più tardi il capogruppo forzista parlerà pubblicamente di «oscura campagna acquisti dei gruppo neocostituiti», lanciando anche un appello al presidente della Repubblica e a quello del Senato. Ma il legame tra le urla di ieri pomeriggio e l’uscita degli ultimi due berlusconiani (Francesco Maria Amoruso e Domenico Auricchio) verso il gruppo di Denis Verdini sembra agli atti. Così com’è agli atti, parola del capogruppo berlusconiano, «che questa storia non finisce qui».
Eppure, nonostante la rabbia di un Romani pronto a indagare sulle circostanze e i metodi che hanno portato FI a perdere altri due pezzi, ad Arcore la situazione è tranquilla. Che più tranquilla non si può. Berlusconi, che domani proprio i senatori azzurri incontrerà, è convinto che la curvatura presa dal dibattito sulle riforme sia la più favorevole al suo partito. «Vedrete», spiegava ai suoi lunedì, dopo aver letto i resoconti della direzione nazionale del Pd, «ancora qualche settimana e le persone, più che andarsene, torneranno da noi. Compresi molti di quelli che ci hanno lasciati da tempo».
Secondo l’analisi più gettonata a Villa San Martino, infatti, l’accordo tra Renzi e la minoranza del suo partito reggerà alla prova dell’Aula. E questo «non farà altro che marginalizzare la posizione di Denis (Verdini, ndr ), che puntava a essere decisivo e invece rischia di essere ininfluente».
Con l’ex braccio destro depotenziato, e con lo spettro delle elezioni scongiurato, Berlusconi è convinto che nessuno abbia più interesse ad abbandonare FI. E che quindi il suo partito potrà mostrarsi compatto nel votare contro la riforma renziana.
E i parlamentari in arrivo? Qui entrano in gioco le tensioni interne a Ncd. Nunzia De Girolamo, che ieri è ufficialmente rientrata in Forza Italia e portato con sé decine di amministratori locali, avrebbe già accompagnato da Berlusconi qualche parlamentare pronto al salto all’indietro. «E non è che la punta dell’ iceberg », s’è lasciata scappare lei, pronta a scommettere sulla «scissione che subirà il mio ormai ex partito un minuto dopo l’approvazione delle riforme, quando se ne andranno tutti quelli che non vogliono finire nel centrosinistra con Renzi e Alfano».
Nonostante la crisi del centrodestra, la competition con la Lega e i sondaggi sempre più allarmanti (ne circola uno secondo cui FI senza il suo leader sarebbe al di sotto del 5%), per Berlusconi le prossime settimane permettono un quadro di sostanziale serenità. Non foss’altro perché il pericolo peggiore, e cioè il voto anticipato, sembra più lontano. Sarebbe insomma quasi il momento di rilanciare, di farsi vedere in tv, come gli suggeriscono molti dei suoi.
SANDRO BONDI E SILVIO BERLUSCONI jpeg
Ma lui non ne ha voglia. «Se torno in tv voglio parlare dei processi, di come mi hanno fatto fuori. E non posso farlo...». Il partito, alla latitanza di Berlusconi, si sta attrezzando. Oggi verrà presentata un’iniziativa chiamata #ForzaFuturo 2015, che andrà in scena in provincia di Brescia. E Romani ha già iniziato la lavorare sulla sua «leopolda berlusconiana», che vedrà la luce entro la fine dell’anno. Forse.