NELL’EXPOPO’ FINO AL COLLO - MANCANO DUECENTO GIORNI ALL’APERTURA DELL’EXPO DI MILANO E I LAVORI SONO INCOMPLETI, L’OFFERTA TURISTICA FRAMMENTATA E CI SONO PROBLEMI DI SICUREZZA - L’AD SALA: “SERVONO NUOVI FONDI”
Elisabetta Soglio per il “Corriere della Sera”
ACCORDO EXPO GIUSEPPE SALA ENRICO LETTA ROBERTO MARONI GIULIANO PISAPIA
Comincia la volata finale di Expo. Domani il calendario segnerà meno duecento giorni all’apertura dei cancelli, «e mai come in questo momento serve che ciascuno faccia la propria parte». Quello del commissario unico Giuseppe Sala è un monito che vale per tutti, a partire dallo staff ristretto, riunito ieri per un vertice di quattro ore durante il quale è stato esaminato il cronoprogramma, bullone per bullone.
Un monito anche al governo?
«Bisogna definire con chiarezza che cosa si farà a supporto dell’evento. Anzitutto, va messa a punto l’offerta turistica che in questo momento appare ancora troppo frammentata e poi vanno gestiti gli aspetti organizzativi, dai visti agli aeroporti. Secondo tema che ci sta a cuore è quello dei contenuti: ne abbiamo parlato con il ministro Martina e il sottosegretario Del Rio perché il compito di dare un inquadramento al tema è loro, al di là delle continue proposte che ci arrivano».
Comune e Regione?
«Per quanto riguarda il Comune, siamo soddisfatti di quello che si sta producendo per l’Expo in città. Ma la stessa determinazione va espressa nella gestione delle questioni legate a sicurezza, accoglienza e traffico. Il Comune, per questo, ha chiesto fondi aggiuntivi e spero stiano arrivando da Roma. La Regione invece ha le due deleghe fondamentali su infrastrutture e sanità e sappiamo che si stanno muovendo con attenzione e celerità».
I lavori nel sito sono stati frenati dalle inchieste giudiziarie?
«Anzitutto voglio ribadire che l’arrivo di Raffaele Cantone (numero uno dell’Anticorruzione, ndr ) ha rappresentato una svolta: il dialogo è serrato ed entrambi, anche se spesso con punti di vista diversi, condividiamo il duplice obiettivo del pieno rispetto della legalità e di realizzare una grande Expo nei tempi e nei costi previsti».
E il cantiere?
EXPO DI MILANO - PADIGLIONE ITALIA
«Sulle infrastrutturazioni del sito, grazie ai nostri uomini e all’arrivo di Italferr, siamo all’80 per cento e gran parte dei Paesi stanno accelerando con i loro padiglioni. La Repubblica Ceca potrebbe addirittura concludere entro fine novembre. C’è invece un 10 per cento di nazioni che stiamo monitorando giornalmente perché non siamo contenti del loro ritmo di lavoro».
I ritardi del Padiglione Italia?
«Questo dovrà essere senza dubbio il più bello dell’Expo. Diciamo che Palazzo Italia è a buon punto e che finalmente sono partite le attività di scavo nel cardo, la via che ospiterà le Regioni e alcuni soggetti istituzionali o privati».
Soddisfatto della soluzione per l’Albero della Vita?
EXPO DI MILANO - PADIGLIONE ITALIA
«Sì, anche se non sarà certo questa l’icona di Expo. Il simbolo dello spirito della nostra esposizione sarà piuttosto il Padiglione Zero, progettato dall’architetto De Lucchi e diretto da Davide Rampello: scenografie spettacolari per introdurre al sito e al tema».
Non teme che i tempi siano comunque troppo stretti?
«Come in ogni corsa, la volata finale può dare problemi. Alle Olimpiadi di Londra era esplosa la questione della sicurezza, all’Expo di Shangai era intervenuto l’esercito per il completamento dei lavori».
Potrebbe succedere anche a Milano?
«Noi stiamo allertando le strutture operative dello Stato per essere pronti in caso di bisogno».
Cosa teme?
«Beh, anzitutto il meteo. La neve e qualche gelata potrebbero metterci in difficoltà. Poi ci sono molte questioni di sicurezza internazionale su cui bisogna vigilare e, al di là di tutto, ci stiamo preparando al tour de force finale».
Come va con i biglietti?
«Ne abbiamo già venduti sei milioni attraverso i tour operator, di cui 3,6 milioni all’estero: segno del fatto che c’è una grande voglia di Italia. Non possiamo deludere le aspettative».
EXPO DI MILANO - PADIGLIONE ITALIA