marina e piersilvio berlusconi salvini

IL RETROSCENA DI "REPUBBLICA": MARINA E PIERSILVIO BERLUSCONI OFFRONO “FORZA ITALIA” A SALVINI PER EVITARE LA DISFATTA AL CAV - IL PROGETTO, MATURATO IN UNA SERIE DI RIUNIONI TOP SECRET, È QUELLO DI SPOSARE LA "LEGA ITALIA" ALLA QUALE “IL CAPITONE” DARÀ VITA COL CONGRESSO DEL 21 DICEMBRE - TRA I PONTIERI IN AZIONE CI SAREBBE DENIS VERDINI - UPDATE! LA SMENTITA DI MARINA E PIERSILVIO: "FANTASIOSE RICOSTRUZIONI, IL NOSTRO IMPEGNO E' DEDICATO ALLE IMPRESE DEL GRUPPO E NON A SUGGERIRE STRATEGIE POLITICHE"

Marina e Piersilvio, nostro impegno solo per imprese gruppo 
Portavoce Fininvest, fantasiose ricostruzioni su Repubblica 

(ANSA) - "Marina e Pier Silvio Berlusconi smentiscono nella maniera più categorica le fantasiose ricostruzioni contenute nell'articolo di Repubblica, ribadendo ancora una volta che il loro impegno è interamente dedicato alla vita delle imprese del Gruppo e certo non a disegnare o tantomeno suggerire strategie politiche". E' quanto dichiara un portavoce Fininvest "in relazione all'articolo che compare stamane su 'Repubblica' dal titolo 'Per il bene di Berlusconi - Così i figli e Mediaset offrono Forza Italia a Salvini' ". 

 

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

silvio berlusconi con marina e pier silvio

L'effetto goccia raccontano l'abbia avuto la caduta dell'anziano leader al congresso Ppe di Zagabria, lo scorso 21 novembre. Tanta paura ma nulla di grave per Silvio Berlusconi, per fortuna. Ma i figli Marina e Piersilvio la loro decisione l' avevano presa già da un pezzo. Col conforto dell' ala più giovane e rampante dell' establishment Mediaset, in testa Mauro Crippa, direttore generale dell' informazione dell' azienda di famiglia. Parole d' ordine: «Adesso basta». Evitare a tutti i costi che il crollo politico di Forza Italia si trasformi nella disfatta personale e finale del fondatore.

salvini berlusconi

 

I sondaggi sono ormai impietosi, se di dovesse davvero votare nella prima metà del 2020 - come i più ottimisti sognano a destra - il partito del Cavaliere rischia di inchiodarsi al 5% se non al di sotto, con Giorgia Meloni a doppia cifra e Salvini oltre il 30. Sarebbe il sipario più catastrofico su un quarto di secolo di storia berlusconiana. E allora? Meglio scommettere tutte le residue fiches sul cavallo vincente, Matteo Salvini.

 

denis e francesca verdini

Il progetto, maturato in una serie di riunioni molto ristrette e top secret delle ultime settimane in famiglia, è dunque quello di sposare la "Lega Italia" alla quale Matteo Salvini darà vita col congresso milanese del 21 dicembre. A sentire i dirigenti forzisti, il leader del primo partito avrebbe dato il suo via libera per accogliere nelle liste, soprattutto al Sud, un drappello di 20-30 parlamentari di quel che resta di Fi.

 

La squadra dei fedelissimi, vicini all'azienda di famiglia e ai suoi interessi. Voce (e disponibilità), va detto, per nulla confermate dallo stato maggiore leghista. Anche se l' ex ministro dell' Interno al momento ha tutto l' interesse a rafforzarsi, soprattutto nel Mezzogiorno, per frenare l' ascesa sorprendente di Fdi.

 

confalonieri con marina e piersilvio berlusconi

Tutto poi dipenderà dalla legge elettorale, ovvio, che la maggioranza Pd-M5S vuole proporzionale. I bene informati raccontano che tra i pontieri in azione per facilitare il travaso ci sia Denis Verdini. Ovvero l'ex coordinatore berlusconiano, al momento suocero di Salvini, al fianco del quale Salvini sedeva e parlava fitto l' altro ieri sera al convegno "Il ratto di Europa", organizzato da Il Tempo a Roma. Se andrà in porto, il progetto porterà di fatto allo smantellamento di Forza Italia da qui a qualche mese.

 

paolo del debbio dritto e rovescio 5

Poco male, in Mediaset si sono già allineati. Prova ne sarebbe il rilancio in grande spolvero dei giornalisti ritenuti assai vicini alle posizioni sovraniste e filo salviniane: da Mario Giordano a Paolo Del Debbio a Nicola Porro. Non sarebbero stati rimpiazzati dall'azienda nei talk di punta, fa notare chi frequenta Cologno Monzese, per portare acqua a mulini avversari. Poi invece c' è chi, in ossequio alla lealtà incrollabile al vecchio amico, non si è allineato affatto: è il duo Fedele Confalonieri-Gianni Letta.

mario giordano

 

Consapevoli, entrambi, che il Cavaliere non fa salti di gioia all'idea di farsi da parte per indossare i panni del "padre nobile". «Cos' è che dovrei fare io?», sembra sia stata l'espressione stupita con la quale l'ex premier si è rivolto non più tardi di dieci giorni fa a un senatore dei suoi che lo ha raggiunto ad Arcore per illustrargli la soluzione. Subito accompagnato alla porta di Villa San Martino con un piccato: «Ti ringrazio, terrò conto del tuo consiglio». Il piano ormai è così poco segreto che in Fi è scattato il panico da sopravvivenza. Bisogna guardarli, i volti, nei capannelli in Transatlantico.

 

marina e piersilvio berlusconi

Le capogruppo Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini non alzano barricate contro il nuovo capo del centrodestra. Qualcuno già esce allo scoperto, vedi il senatore romano Francesco Giro, per dirsi «molto interessato al nuovo progetto della Lega di Salvini, di un movimento nazionale a vocazione maggioritaria». Poi ci sono quelli che non vogliono morire leghisti. Erano meno di trenta ma più di venti i parlamentari vicini a Mara Carfagna che si sono ritrovati mercoledì sera in un ristorante di Piazza di Spagna a Roma, raggiunti a fine cena dalla loro capocorrente.

 

gianni letta silvio berlusconi

Si sono detti che non finiranno come pesci nella rete leghista, che faranno barricate per la candidatura del loro Mario Occhiuto in Calabria. Ben sapendo che nel vertice previsto a Milano per sciogliere la complicata matassa nella regione in cui si vota il 26 gennaio, Salvini opporrà il suo veto definitivo su quel nome agli alleati Berlusconi e Meloni. Vicenda calabrese a parte, c' è quel pezzo di Fi che piuttosto che confluire nella Lega, accelererà la scissione, saluterà e sbatterà anche la porta.

fedele confalonieri gianni letta pierferdinando casini

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…