ROMA KAPUT – IL SOTTO-MARINO AFFONDA. SOLO UN ROMANO SU TRE È SODDISFATTO – E MARCHINI COMPIE UN BALZO: 25,7% - I BILANCI FALSI DI ALEMANNO: “UN BUCO DA 500 MILIONI” MA MARINO NON SI SALVA

1. A PICCO IL GRADIMENTO DI MARINO. MARCHINI COMPIE UN BALZO: 25,7%
Simone Canettieri per Ilmessaggero.it

I timori che serpeggiano nel Pd in vista delle Europee ora sono accompagnati dai freddi numeri. A fronte di un effetto Renzi su Roma dato al 36,7 per cento, c'è un sindaco, Ignazio Marino, in caduta libera. Solo un romano su tre è soddisfatto dell'operato del chirurgo dem, la maggioranza dunque lo boccia.

Ma c'è di più: Alfio Marchini dopo undici mesi di opposizione quasi triplica l'appeal con gli elettori (dal 9,5 per cento delle urne al 25,7 attuale) rosicchiando consensi a destra e a sinistra, a partire dai grillini. La fotografia arriva da un sondaggio di Euromedia Research. E apre scenari duplici: sia locali che nazionali perché "il laboratorio Roma" da sempre anticipa i trend.

UN ANNO DOPO
Dopo undici mesi di luna di miele con l'Urbe, il 60,6 per cento del campione interpellato non è soddisfatto dell'operato del sindaco. Con due gradazioni che quasi si equivalgono: «poco» 37,3 e «per nulla» 23,3. Un giudizio che cresce rispetto alla rivelazione precedente effettuata a dicembre. Promemoria: Veltroni-sindaco dopo un anno riuscì a mantenere, sondaggi alla mano, una connessione emotiva con i romani intorno al 60 per cento. Commenta Marchini: «Marino sterilizza l'effetto Renzi».

La rilevazione di Euromedia fa poi la domanda dalle cento pistole: se si ritornasse a votare per il sindaco chi sceglierebbe tra Marino, Alemanno, il grillino De Vito e Marchini? In questo caso si intendono i candidati sostenuti dalle coalizioni e quindi le liste in campo l'anno scorso.

LA SORPRESA
Ed ecco la novità: Marchini triplica i potenziali consensi, rosicchiando punti a destra e a sinistra. E' l'unico che sale. E lo fa a discapito soprattutto del M5S, segno che non esiste solo un "gentismo" fatto di urla e di «no». Anzi, l'imprenditore intercetta il grillino che vuole andare oltre la protesta nel segno nel civismo gentile. La coalizione di Marino regge, ma perché, secondo gli analisti, alle spalle del sindaco c'è una coalizione strutturata (l'asse Pd-Sel). Scende anche Alemanno, ex sindaco, di quattro punti rispetto alle elezioni del 2013 (dal 30,3 per cento al 26,6).

2. I BILANCI FALSI DI ALEMANNO "UN BUCO DA 500 MILIONI" MA MARINO NON SI SALVA
Giovanna Vitale per La Repubblica

Quando, appena eletto, il sindaco Ignazio Marino chiese agli ispettori della Ragioneria generale dello Stato di calcolare l'esatta entità del buco lasciato dal suo predecessore, tutto si aspettava tranne che la due diligence sui conti del Campidoglio gli si sarebbe ritorta contro.

E invece la "Relazione sulla verifica amministrativo-contabile a Roma Capitale", 326 pagine che Repubblica è in grado di anticipare, non solo alza il velo sul Sistema Alemanno - che, a colpi di bilanci aggiustati e spese folli, ha trasformato l'amministrazione comunale in una gigantesca vacca da mungere - ma denunciano come la giunta di centrosinistra abbia finora operato in assoluta continuità con quella di centrodestra.

«Anche a seguito dell'insediamento dell'attuale consiliatura», scrivono infatti gli ispettori nelle conclusioni finali, «la situazione non appare migliorata, essendosi ripetuti i medesimi comportamenti registrati negli anni precedenti».
Un atto di accusa durissimo che, oltre a interessare la magistratura contabile, rischia di finire dritta alla procura della Repubblica.

Basta aprire la relazione a pagina 317: «I documenti contabili» relativi al periodo 2009-2012 «espongono dati che non rappresentano in maniera veritiera la condizione in cui versa l'ente. La presenza di debiti fuori bilancio, la conservazione di resi-dui attivi non supportati da titolo giuridico e l'inadeguato accantonamento di somme dal fondo di svalutazione crediti» ha creato «un effettivo disavanzo di amministrazione di quasi 500 milioni di euro».

Il dato che balza subito agli occhi degli ispettori è l'incoerenza dissipatrice di Alemanno che, una volta eletto, con una mano chiede aiuto al governo Berlusconi per coprire il buco ereditato da Veltroni (9 miliardi e rotti), con l'altra spende e spande oltre le sue possibilità, arrivando a triplicare i trasferimenti alle municipalizzate. Dove, nel frattempo, aveva piazzato i fedelissimi a furia di assunzioni facili e commesse sospette.

«L'esame dei dati di bilancio», osservano gli ispettori «ha dimostrato come l'ente, nonostante le difficoltà finanziarie che hanno indotto nell'anno 2008 lo Stato ad accollarsi il debito pregresso del Comune di Roma, abbia continuato ad aumentare progressivamente la spesa corrente».

Schizzata dai 3,2 miliardi del 2007 ai 4,1 del 2012 e perennemente superiore alle entrate. Fra le voci «che più hanno inciso sull'incremento» si cita «il costo del contratto di servizio di trasporto», ovvero i soldi dati all'Atac, l'azienda di Parentopoli, «passato dai 198 milioni del 2007 ai 576 del 2009 (271 milioni al netto del trasferimento regionale), per poi crescere ulteriormente sino a raggiungere nel 2012 l'importo di 668 milioni (480 milioni al netto del trasferimento regionale)».

Ma c'è dell'altro. «Evidenti irregolarità» sono state rilevate «nelle procedure di affi-
damento degli appalti di servizi e nella corresponsione del trattamento accessorio al personale dipendente, in palese violazione del contesto normativo e contrattuale vigente ».

Significa centinaia di milioni elargiti a pioggia per incentivi e premi. Mentre «criticità molto significative » presentano «le procedure di reclutamento del personale », fisso e a termine. Tra i beneficiari, «un gran numero di soggetti privi dei requisiti», spesso titolari di stipendi «doppi rispetto al trattamento tabellare». Un vizio contagioso, dal momento che «le medesime irregolarità » sono state rilevate sui «contratti sottoscritti
nella seconda parte del 2013» da Marino.

Non l'unico: «Anche le procedure di affidamento degli appalti dei servizi relativi al sociale e al global service nelle scuole si sono mantenuti fuori dal perimetro della legalità ». E a riprova che la differenza con Alemanno è sottile, gli ispettori concludono: «L'attuale amministrazione, in linea con i comportamenti precedenti, ha dimostrato una notevole celerità nell'avanzare richieste di supporto finanziario allo Stato, mentre ben poco ha fatto per attivare entrate proprie».

 

 

 

marino marchini de vito alemanno IGNAZIO MARINO GIANNI ALEMANNO ALFIO MARCHINI A DOMENICA LIVE ALFIO MARCHINI PREMIATO A UN TORNEO DI POLO DALLA REGINA ELISABETTAALEMANNO MARINO INCONTRO SU SKYTG DUELLO MARINO E ALEMANNO SU SKYTG ALEMANNO MARINO marchini de vito alemanno marino ALEMANNO MARINO ALEMANNO MARINO INCONTRO SU SKYTG ALEMANNO MARCHINI MARINO IN TV DA BARBARA DURSO jpeg

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