ROMA PARAGURA - MARINO CHIEDE AL GOVERNO DI “SALVARE” LA CAPITALE PER IL BUCO DA 867 MILIONI – 5000 PREPENSIONAMENTI MENTRE IL SUO ASSESSORE BARCA ASSUME LA FIGLIA DELL’EX DG RAI CAPPON

1 - ROMA, APPELLO DI MARINO AL GOVERNO: "SOS BILANCIO, LA CAPITALE VA SALVATA"
Da "la Stampa"

Un appello al governo per salvare Roma dal baratro del default e per evitare un aumento delle tasse ai romani. In Campidoglio è Sos bilancio, ma Ignazio Marino assicura che per ora non vuole metter mano nelle tasche dei cittadini e per questo bussa alla porta di Palazzo Chigi, proprio nelle ore però in cui accelera la crisi di governo. «Dobbiamo salvare la Capitale e lo dobbiamo fare insieme. Roma deve avere ciò che le spetta», dice il sindaco.

Il "buco" nelle casse del Comune ammonta a 867 milioni di euro. Una situazione definita «drammatica» dall'assessore al Bilancio Daniela Morgante e che il sindaco di Roma ha voluto illustrare questa mattina in una riunione ai consiglieri della sua maggioranza. Sottolineando come i conti in rosso siano un'eredità della passata amministrazione di centrodestra di Gianni Alemanno.

Per il primo cittadino è indispensabile un aiuto dall'esecutivo nazionale, ma non nasconde che in Campidoglio si lavora anche ad altre ipotesi per evitare la `bancarotta´: «Non aumenteremo l'Irpef (si era ipotizzato un aumento dell'1,2%, ndr) - assicura Marino - così come non siamo intenzionati ad aumentare la Tares. Stiamo però riflettendo se aumentare l'Imu ma una decisione non è stata ancora presa. La prenderemo nelle prossime settimane». Poi il sindaco annuncia di voler chiedere anche una mano a tutti i parlamentari eletti a Roma, di ogni schieramento, «nell'interlocuzione con governo e ministeri».

«La Capitale d'Italia non può fallire e non fallirà», è la promessa del chirurgo dem, che illustra il piano d'azione del Campidoglio, pronto a vendere i propri immobili per rimpinguare le casse: «Anche noi faremo la nostra parte per quanto riguarda il bilancio - dice Marino -. Dalla cessione del patrimonio immobiliare dovrebbero arrivare 200 milioni di euro. Liquideremo le società inutili, quelle che si trovano in Guatemala o che sono state costituite da cinque persone solo per dare 170 mila euro di stipendi agli amministratori».

«Rivedremo i contratti di servizio con le aziende partecipate - aggiunge il sindaco - e taglieremo il costo degli affitti che il Comune paga e da questo pensiamo di ricavare 105 milioni di euro l'anno. Ma i tagli toccheranno anche i fondi inutili alla politica. Dei 7,3 milioni di euro a disposizione del gabinetto del sindaco ne rimarranno solo 500 mila euro. Un taglio di 15 volte a quello che era forse in passato il centralino delle prebende».

Dalla maggioranza in Campidoglio arriva pieno sostegno all'appello del sindaco. «Il Pd sosterrà in tutti i modi quello che appare come un piano di salvataggio straordinario della Capitale d'Italia - commenta il capogruppo democratico Francesco D'Ausilio - Roma non può pagare gli oneri sostenuti per svolgere al meglio il ruolo e le funzioni di Roma Capitale». «Di fronte a tale emergenza - gli fa eco Gianluca Peciola di Sel - bisogna andare oltre gli schieramenti e concentrarsi sulla salvezza di Roma. Bisogna rimuovere la cultura leghista che ha animato il rapporto tra le Istituzioni nazionali e la Capitale».

E anche la Regione Lazio è pronta a dare sostegno alla Capitale: «Faremo di tutto per aiutarla e sostenerla - commenta il governatore Nicola Zingaretti, annunciando per la prossima settimana un vertice interistituzionale per «trovare una soluzione all'emergenza del trasporto pubblico» -, con l'obiettivo di farla uscire dal buco nero in cui è stata lasciata».

Ma l'ex sindaco Alemanno chiede a Marino di convocare un tavolo anche con l'opposizione «per salvare Roma». «L'analisi della situazione del bilancio fatta oggi dall'amministrazione Marino è sostanzialmente corretta - dice Alemanno -. Non vi è dubbio che oggi Roma, come gli altri Comuni, sconta i tagli della spending review, la pesantezza delle manovre governative fatte negli ultimi anni ai danni degli enti locali e il ritardo con cui il Governo sta rimborsando i soldi dell'Imu sulla prima casa».

L'Sos per salvare Roma è stato lanciato dal Campidoglio. La palla passa ora al governo, se resterà in piedi. E il sindaco-chirurgo pronuncia un aut aut: «O si è con Roma o contro. Il governo deve fare gli stessi sforzi che stiamo facendo noi».

2 - L'ASSESSORE BARCA ASSUME LA FIGLIA DELL'EX DG RAI
Ernesto Menicucci e Paolo Foschi per "il Corriere della Sera"

"Da portavoce del teatro Valle occupato a impiegata nelle istituzionali e austere stanze del Dipartimento alla cultura del Campidoglio. È il salto professionale di Benedetta Cappon, 33 anni, figlia dell'ex direttore generale della Rai Claudio, assunta con contratto a tempo determinato dall'amministrazione di Roma Capitale su proposta dell'assessore Flavia Barca (e quindi a chiamata diretta, cioè senza bando pubblico).

Benedetta Cappon, che prima di diventare la voce degli ‘occupanti' del teatro Valle era stata capo ufficio stampa dell'Eliseo, è una delle tredici persone assunte con delibere della giunta guidata da Ignazio Marino nell'ultimo mese, paradossalmente proprio mentre all'interno dello staff dello stesso sindaco c'era chi provava a studiare, come misura salva-bilancio, il prepensionamento di circa 5000 dipendenti comunali in esubero. L'ipotesi per adesso è accantonata. (...)

Appena insediata l'assessore Barca aveva annunciato agli uffici la volontà di ‘inserire delle nuove professionalità'. Dopo pochi giorni, la prima novità: Rosi Nicolai, dipendente del Comune che lavorava al Dipartimento cultura dai tempi di Gianni Borgna assessore (e che era rimasta con tutte le giunte, compresa quella di Alemanno), tornata da un periodo di ferie non ha ritrovato il proprio posto. Flavia Barca aveva deciso infatti di privarsi della sua collaborazione (dopo aver ricevuto tantissime attestazioni di stima e solidarietà, Rosi Nicolai è stata poi ripescata nella Commissione cultura dell'Assemblea capitolina).

A breve giro di posta, dopo la rimozione della collaboratrice storica dell'ufficio, è stato quindi approvata la delibera che prevede l'assunzione a tempo determinato della Cappon e di altre due persone, Valerio Mingarelli e Mariangela Modafferi, selezionate perché - fra i vari motivi - ‘in considerazione delle numerose e rilevanti funzioni politico-istituzionali assegnate all'assessore, si rende necessario individuare dei collaboratori che, per esperienza, capacità personali e professionali, siano in grado di coadiuvare il medesimo nell'espletamento del proprio mandato'.

Tutti selezionati ‘ntuitu personae', cioè a chiamata diretta a causa del «carattere fiduciario» dell'incarico. Le retribuzioni per tutti e tre i neo-assunti ammontano a circa 22 mila euro lordi all'anno, più un misterioso ‘emolumento unico' stabilito con ‘note protocollari' firmate dall'assessore che però, pur essendo citate, non sono allegate alla delibera (come del resto i curriculum delle persone selezionate, non ancora disponibili sul sito Internet di Roma Capitale)".

 

 

marino IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA sala campidoglio - Copyright Pizzilcs02 agostino sacca claudio cappon

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…