CI MANCAVA SOLO IL MULTA-GATE - MARINO DENUNCIA LA MANIPOLAZIONE DEI SUOI DATI NEL SISTEMA INFORMATICO DEL CAMPIDOGLIO: “HANNO CREATO UN FALSO DOSSIER PER DIMOSTRARE CHE IO NON AVESSI IL DIRITTO AL PASS PER LA ZTL. DUE GIORNI FA QUEL PERMESSO ESISTEVA”
Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera”
Quella delle multe non pagate di Ignazio Marino diventa una spy story. Fatta di dubbi, gialli, particolari che non collimano. E, adesso, anche di presunti hackeraggi al sistema informatico del Campidoglio, denunciati ieri dal sindaco ai Carabinieri. Marino diffonde un video che lo riprende nel suo studio di palazzo Senatorio, la barba lunga, la giacca blu, la cravatta rossa. Voce profonda, tono grave. Marino parla di «tentativi di costruire un dossier falso, per dimostrare che non avessi diritto al pass per la Ztl». E insiste: «Due giorni fa quel permesso esisteva e ora invece è sparito. Si tratta di un reato molto grave, che comporta fino ad otto anni di reclusione».
Vicenda complessa, che va spiegata. Tre giorni fa il senatore Ncd Andrea Augello presenta un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Angelino Alfano, nella quale chiede risposte sul permesso Ztl (zona a traffico limitato) del sindaco e delle multe (otto, tutte non pagate) comminate alla sua Panda rossa dal 25 giugno al 25 luglio 2014. Un mese nel quale il pass di Marino risultava in effetti scaduto: il vecchio contrassegno arrivava fino al 23 giugno, quello nuovo partiva dal 21 agosto.
A quel punto, è scattato il «balletto» di versioni fornite da Marino e dal suo staff. Prima si è detto che l’auto del sindaco era in una «lista bianca», ma se fosse stato così la targa sarebbe stata «riconosciuta» dai varchi elettronici e le multe non ci sarebbero state. Poi il Campidoglio si è appellato al meccanismo dell’autotutela dell’amministrazione, che si attiva quando ci possono essere contenziosi, senza però specificare quale struttura l’ha richiesta.
Non i vigili urbani (il comandante, Raffaele Clemente, ha smentito categoricamente qualsiasi tipo di intervento), non i dirigenti del Dipartimento entrate. Che sia stato lo stesso Marino a richiedere l’autotutela? Il centrodestra ha chiesto l’accesso agli atti del Comune: si vedrà. A questo punto, però, il primo cittadino rilancia ancora. E, dal cilindro, tira fuori un foglio «inedito», tenuto finora secretato.
Marino, nel video, mostra una stampata, tratta dai terminali comunali, con data 6 novembre, intorno alle dieci del mattino. Lì viene indicato un «permesso senza contrassegno. Giornalieri e temporanei sindaci d’Italia» per l’auto del chirurgo primo cittadino, con decorrenza dal 24 giugno fino al 31 ottobre.
A leggere quella carta, si tratta di un pass «retroattivo»: la «data di aggiornamento», cioè quando quel pass viene inserito, è il 12 agosto. Esattamente il giorno in cui l’Agenzia della Mobilità, quella che rilascia i tagliandi per la Ztl, inserisce l’auto di Marino nella white list (in attesa che la pratica venga completata). Le multe, infatti, sono tutte precedenti.
Nella stampata dell’8 novembre, e questo è l’oggetto della denuncia ai Carabinieri, quella dicitura sul «pass temporaneo» sparisce.
Il sindaco attacca: «Stiamo pestando i piedi a molte persone che preferirebbero una capitale che funzioni sulla base di favori e anche di tangenti. Noi siamo diversi e non ci faremo spaventare». Augello replica: «Se ne occuperà la Procura. Ma se non risultasse alcuna manipolazione, Marino si dovrebbe dimettere».
Nel merito della vicenda, manipolazione o no, cambia poco. Quel pass «temporaneo», all’Agenzia della Mobilità, non esiste: fino al 12 agosto – come attesta anche la stampata del videoterminale il 6 novembre – l’auto di Marino era «scoperta». E, anzi, ogni giorno che passa si aggiungono nuove domande. La prima: il permesso temporaneo è stato pagato? La seconda: chi era al volante della Panda rossa quando sono scattate le contravvenzioni?