“È UN MOMENTO CRITICO PER L’EUROPA. BISOGNA REINVENTARSI E DIVENTARE STATO” – MARIO DRAGHI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI CAZZULLO (ALLA CHIESA DI SANT’IGNAZIO DI LOYOLA, A ROMA), FA UN DISCORSO MOLTO “POLITICO” SUL FUTURO DELL’UNIONE EUROPEA. POI PARLA DELLA BATOSTA ITALIANA PER EXPO 2030: “NON CREDO AI COMPLOTTI UNIVERSALI” – “IN MEDIO ORIENTE L’UE DOVRÀ FARE PIÙ DI QUANTO HA FATTO FINORA, AD ESEMPIO IN UCRAINA” – “L’IMPERO ROMANO? NON CI SI DEVE RIVOLGERE ALLA STORIA COME UN AIUTO…”
DRAGHI, MOMENTO CRITICO PER L'EUROPA
mario draghi alla presentazione del libro quando eravamo padroni del mondo di aldo cazzullo
(ANSA) - Questo per l'Europa "è un momento critico e speriamo che ci tengano insieme quei valori fondanti che ci hanno messo insieme". Lo ha detto l'ex premier Mario Draghi alla presentazione del libro di Aldo Cazzullo "Quando eravamo padroni del mondo".
Draghi non ha nascosto la sua "preoccupazione" spiegando che oggi "il modello di crescita si è dissolto e bisogna reinventarsi un modo di crescere ma per fare questo occorre diventare Stato. Il mercato europeo è troppo piccolo, ci sono tanti mercati e quindi le piccole imprese che nascono in europa appena crescono o vendono o vanno negli Stati Uniti".
aldo cazzullo e mario draghi alla presentazione del libro quando eravamo padroni del mondo
DRAGHI, NON CREDO A COMPLOTTI UNIVERSALI SU EXPO 2030
(ANSA) - "Non siamo riusciti ad avere l'Expo a Roma, ma non conosco bene l'intera storia: non so perché abbiamo preso solo 17" voti ma "non credo ai complotti universali", anche perchè l'Italia ha avuto una Expo già nel 2015 a Milano. Lo ha sottolineato l'ex premier Mario Draghi alla presentazione del libro di Aldo Cazzullo 'Quando eravamo padroni del mondo'.
MO: DRAGHI, EUROPA DOVRÀ FARE DI PIÙ CHE INVIARE DENARO ALL'ONU
(Adnkronos) - Nel futuro scenario mediorientale "l'Europa dovrà essere presente non solo finanziando l'Onu da lontano, ma fare qualcosa di più di quanto ha fatto finora" ad esempio in Ucraina. Lo ha sottolineato l'ex premier Mario Draghi partecipando alla presentazione del libro di Aldo Cazzullo 'Quando eravamo padroni del mondo', edito da HarperCollins Italia.
ALDO CAZZULLO MARIO DRAGHI E DAGO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO QUANDO ERAVAMO PADRONI DEL MONDO
"Non basta mettere molto denaro: necessariamente ci sarà un ruolo per il coinvolgimento dell'Europa, coinvolgimento che però ovviamente non sarà militare visto che siamo deboli e non credibili mentre ci sarà una grande richiesta di una presenza umanitaria". Draghi ha osservato come la situazione a Gaza presenta "una sorpresa dopo l'altra, come quella di oggi con il prolungamento della tregua".
CALCIO: DRAGHI, ANCORA TIFOSO DELLA ROMA MA NON VADO ALLO STADIO DA ANNI
(Adnkronos) – “Il mio rapporto con la Roma è quello di un tifoso che non va allo stadio da 30-40 anni, mentre ci andavo da ragazzo quando non c'erano i posti assegnati e si andava ore prima della partita" per trovare la posizione migliore.
ALDO CAZZULLO MARIO DRAGHI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO QUANDO ERAVAMO PADRONI DEL MONDO
Così, l'ex premier Mario Draghi partecipando alla presentazione del libro di Aldo Cazzullo 'Quando eravamo padroni del mondo', torna a confessare la sua fede giallorossa, lamentando che poi però "alla fine vinceva sempre una certa squadra di Torino..."
DRAGHI,SONO UN PO' DI PARTE PER PARLARE DELL'ANTICA ROMA
(ANSA) - "Sono un po' di parte perchè nato e cresciuto a Roma e sono stato un alunno dell'Istituto Massimo. Il libro mi è piaciuto molto, ci sono tanti ritratti che Cazzullo fa con il piglio del giornalista e ci fanno sentire l'afroma di quell'epoca".
Lo ha detto l'ex premier Mario Draghi alla presentazione del libro di Aldo Cazzullo "Quando eravamo padroni del mondo". "Il libro è ricco di suggestioni e si è tentati di estrarre delle lezioni per l'oggi. Ma certe volte - ha aggiunto Draghi - se noi cerchiamo legittimazione nella storia questo può essere molto pericoloso".
DRAGHI, INIZIARE A PENSARE DI ESSERE ITALIANI-EUROPEI
(ANSA) - In questo periodo in Europa abbiamo "una paralisi decisionale", una sorta di stallo anche per l'avvicinarsi delle elezioni europee. "In altre parole è un momento critico e speriamo che ci tengano insieme quei valori fondanti che ci hanno messo insieme.
ALDO CAZZULLO MARIO DRAGHI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO QUANDO ERAVAMO PADRONI DEL MONDO
Ora la cosa più importante è capire come fare a costituire dei fondi europei che finanzino difesa e la lotta al cambiamento climatico. Serve poi una politica estera coordinata perchè i ministri degli Esteri si vedono ma non si mettono d'accordo. Bisogna pensare a una maggiore una integrazione politica, a un vero Parlamento d'Europa, iniziare a pensare che siamo che siamo italiani ed europei". Lo ha detto l'ex premier Mario Draghi alla presentazione del libro di Aldo Cazzullo "Quando eravamo padroni del mondo".
STORIA: DRAGHI, NON CERCARE NEL PASSATO LA LEGITTIMAZIONE DELL'OGGI
(Adnkronos) – Quello dell'impero romano "è un modello di società 'aperta', fatto di immigrazione, integrazione, assimilazione, di grande mobilità delle persone" ma non "dovremmo prendere esempio" da questo modello per "cercare legittimazione per un modello che abbiamo in mente".
Lo ha sottolineato l'ex premier Mario Draghi partecipando alla presentazione del libro di Aldo Cazzullo 'Quando eravamo padroni del mondo', ricordando che "tutti i potenti hanno cercato legittimazione nell'Impero romano". Ma - ha ammonito - "non ci si deve rivolgere alla Storia come un aiuto" anche perché quello di costruzione dell'identità dell'Impero Romano "è un processo di apertura che prende molti secoli".
mario draghi alla presentazione del libro quando eravamo padroni del mondo di aldo cazzullo 1
Citando un verso di Eugenio Montale, - 'La storia non è magistra di nulla se ci riguarda' - Draghi ha spiegato che "cercare la legittimazione nella storia e' un esercizio pericoloso" anche perché si ragiona "su un contesto storico diverso, anteriore alla formazione dello stato moderno che si definisce anche attraverso l'esclusione degli altri".
Draghi ha ricordato che quello di una 'apertura' "è stata una necessità per un impero come quello romano: il problema di gestire i popoli conquistati risale all'impero e i romani capiscono che bisogna investire nella periferia, tant'è che alcune opere realizzate alla periferia sono piu' grandi di quanto costruito a Roma".