sergio mattarella giuseppe conte matteo renzi

QUI RADIO COLLE, PARLA MARZIO BREDA: “LA SORTE DEL GOVERNO, E L'OBBLIGO DEL QUIRINALE A GESTIRE LA CRISI, DIPENDERÀ DA QUELLO CHE CONTE DIRÀ TRA OGGI E DOMANI IN PARLAMENTO. E ANCHE DA COME LO DIRÀ. QUI NASCE IL PUNTO INTERROGATIVO CHE INQUIETA PURE IL QUIRINALE: COME PARLERÀ CONTE A RENZI? SI TAGLIERÀ I PONTI DIETRO LE SPALLE, RIVOLGENDOSI AL SENATORE DI FIRENZE CON L'ASPREZZA CHE USÒ VERSO SALVINI, IL 20 AGOSTO 2019? O RICORRERÀ A QUALCHE ASTUZIA RETORICA PER TENERE LA PORTA APERTA A UN'IPOTETICA COLLABORAZIONE CON IV?”

Marzio Breda per il “Corriere della Sera”

 

conte renzi

La sorte del governo, e l'obbligo del Quirinale a gestire la crisi qualora si trasformasse da virtuale in formale, dipenderà da quello che Giuseppe Conte dirà tra oggi e domani in Parlamento. E anche da come lo dirà. Ecco che cosa vuole verificare Sergio Mattarella dopo la gran confusione sui negoziati in corso, per valutare quali possibilità abbia sul serio la resistenza del premier ad abbandonare la nave semiaffondata dell' esecutivo e, nell' ipotesi di un salvataggio in extremis, di assicurarsi per il futuro una navigazione non avventurosa. Non troppo, almeno, perché in questa stagione di plurime emergenze non possiamo permettercelo.

 

alessandra locatelli con sergio mattarella e giuseppe conte

Di sicuro, per lui, c' è solo che quello di martedì non sarà l' epilogo, ma l' inizio di una nuova fase dall' esito incerto. Negli ultimi giorni un numero variabile di «responsabili» il premier lo ha trovato, anche se non sembra arrivare alla soglia che sperava. Perciò diventa politicamente cruciale per lui vedere come si comporterà Italia viva, che ha ventilato una disponibilità ad astenersi alla prova della fiducia, formula che nella storia repubblicana è sempre stata «un atto con cui si coopera al varo di un governo» (parecchi gli esempi, basta pensare all' Andreotti III, del 1976, maturato sulla «non sfiducia» del Pci).

 

giuseppe conte sergio mattarella 1

E qui nasce il punto interrogativo che inquieta pure il Quirinale: come parlerà Conte a Renzi? Si taglierà i ponti dietro le spalle, rivolgendosi al senatore di Firenze con l'asprezza che usò verso Salvini, il 20 agosto 2019, quando il leader leghista annichilì l' alleanza gialloverde? O ricorrerà a qualche astuzia retorica, ignorando con nonchalance (ma ne servirebbe davvero tanta) l' accusa di aver creato "un vulnus democratico", per tenere la porta aperta a un' ipotetica collaborazione con Iv, se non addirittura al recupero del vecchio patto?

 

GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI

Tocca al premier sciogliere questi nodi, decisivi anche per gli scenari ai quali si sta preparando il capo dello Stato, che in questa fase si astiene del tutto dall' interferire perché non sia messo in dubbio il proprio ruolo istituzionale di garanzia, nel caso la crisi diventasse conclamata e dovesse gestirla in prima persona.

 

Ora, dato che la Costituzione non impone che i governi siano tenuti a battesimo da una maggioranza assoluta, che è di 161 voti al Senato, a Conte e ai suoi soccorritori riuniti sotto la bandiera di un gruppo parlamentare può bastare la maggioranza semplice (o relativa). Traguardo che si conquista con un voto in più di quelli messi insieme dall' opposizione.

 

giuseppe conte sergio mattarella

Esistono una trentina di precedenti, compresi un paio legati all' era berlusconiana, che vincolano Mattarella ad accettare - comunque lo giudichi - un simile risultato. Dal quale, per inciso, il premier uscirebbe automaticamente confermato al timone di Palazzo Chigi, senza bisogno di dimettersi e rinascere sotto la voce "ter".

 

Tanto che, secondo la prassi, Conte potrebbe perfino non sentirsi in obbligo di salire al Quirinale, se non per cortesia, o per proporre un rimpasto, peraltro ampiamente prevedibile. Certo, in una simile eventualità è logico pensare che sarebbe Mattarella a voler incontrare il premier. Per raccomandargli di fare l' impossibile per costruire una piattaforma politica condivisa, e dunque un programma comune, in cui il rinnovato esecutivo si riconosca. Altrimenti rischieremmo di ritrovarci presto ostaggio di una permanente e paralizzante instabilità.

 

conte renzi

Se invece martedì sera salterà tutto, la partita passerà nelle mani del capo dello Stato. Che aprirà di corsa le consultazioni per accertare se vi siano soluzioni alternative.

Rischia d' essere un tentativo platonico. Lui, e l' ha fatto sapere più volte, considera che con questo esecutivo si siano consumate le formule politiche praticabili con questo Parlamento. Perciò teme, suo malgrado, di dover mettere in piedi un governo di emergenza o di scopo o tecnico o istituzionale o comunque lo si voglia chiamare, che si limiti a chiudere il cantiere del Recovery Plan e curare la campagna di vaccinazione, per portare il Paese alle urne nella tarda primavera.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…