al sisi

SISI O ISIS E’ SEMPRE LA STESSA SOLFA - MASSIMO FINI: “ORA CHE E’ STATO UCCISO REGENI CI ACCORGIAMO CHE FORSE I FRATELLI MUSULMANI ERANO MEGLIO DI AL-SISI, CHE E’ DIVENTATO IMPRESENTABILE. E GLI USA, CHE L’HANNO MESSO AL POTERE, FORSE PENSANO AL GOLPE PER DEPORLO”

Massimo Fini per il “Fatto quotidiano”

 

MASSIMO FINIMASSIMO FINI

Come ci informa sul Fatto del 9 aprile Guido Rampoldi il Carnegie endowment uno dei think tank più importanti degli Usa, consulente della Casa Bianca, sostiene che "il baluardo contro il terrorismo non è al-Sisi ma la sua vittima, i Fratelli musulmani - integralisti, inetti, percorsi da spinte autoritarie, ma in definitiva in grado di evitare lo smottamento verso il jihad di ampi settori del radicalismo".

 

AL SISI E MORSIAL SISI E MORSI

Ma che geni. Che pensatori lungimiranti. Con 'pensatoi' così si capisce perché gli Stati Uniti non ne imbrocchino una dal 2001 quando, senza nessuna ragione plausibile, aggredirono l' Afghanistan che non costituiva alcun pericolo per l' Occidente.

 

Cosa fosse il generale Abd al-Fattah al-Sisi e quale inaudita violenza antidemocratica fosse stata compiuta sui Fratelli musulmani lo scrissi circa due anni e mezzo fa ("Egitto, l'assurdo processo a Morsi", Il Fatto 9 novembre 2013): il presidente democraticamente eletto, Mohamed Morsi, in galera con accuse ridicole insieme a tutta la dirigenza dei Fratelli, 2.500 militanti uccisi durante due manifestazioni di protesta, un regime dittatoriale instaurato in tutto il Paese (censura, giornalisti in carcere insieme a chiunque fosse individuato come oppositore, condanne a morte, assassinii dell' intelligence e desaparecidos).

AL SISI E MORSIAL SISI E MORSI

 

Quei dati che riportavo nel novembre 2013 vanno solo aggiornati: in galera ci sono circa 60.000 oppositori e i desaparecidos sono 735 solo negli ultimi 8 mesi senza contare quelli precedenti perché questi dati vengono forniti solo oggi dopo il brutale assassinio di Giulio Regeni (nulla del genere, ma proprio nulla, si era visto durante l' anno e mezzo di governo degli 'autoritari' Fratelli musulmani).

 

Naturalmente non è che le cose che scrivevo nel novembre 2013 e poi in una serie di altri articoli non fossero note ai governi, ai loro lacchè, ai think tank e agli intellettuali occidentali, ma si sorvolò su questi dettagli. Ancora oggi il sempreverde Fabrizio Cicchitto parla "di una credibilità internazionale dell'Egitto", ora un po' appannata, come se questa 'credibilità' non fosse caduta lo stesso giorno del golpe di Al Sisi.

 

AL SISI E MORSIAL SISI E MORSI

Son curiosi questi occidentali, ci martellano ogni giorno con la sacralità della democrazia e pretendono di esportarla a suon di bombe, missili, droni, ma poi quando una democrazia viene abbattuta nel più brutale dei modi stan zitti. Ora gli Usa si trovano in una situazione spinosa. Al Sisi alla guida dell' Egitto ce l' hanno messo loro favorendone il colpo di Stato. Ma dopo il caso Regeni è diventato troppo impresentabile (c' è anche da dire che gli agenti segreti del governo del Cairo sono feroci come la mafia ma molto meno abili, non sono nemmeno capaci di far sparire un cadavere imbarazzante in un pilone d' autostrada).

FRATELLI MUSULMANI EGITTOFRATELLI MUSULMANI EGITTO

 

Che fare quindi? Tirar fuori di prigione Morsi e gli altri dirigenti dei Fratelli dicendo: scusate ci siamo sbagliati? Mi pare un tantino improbabile, anche perché quelli, giustamente, sono ormai passati dalla parte dell' Isis. Secondo Rampoldi, solitamente ben informato, gli Usa penserebbero a un contro-golpe contro Al Sisi per metter al suo posto qualche altro generale tagliagole ma non ancora così sputtanato. Insomma un 'golpe sul golpe' per parafrasare un' antica vignetta di Giovanni Mosca.

 

SOSTENITRICI DEI FRATELLI MUSULMANI SFILANO AL CAIRO SOSTENITRICI DEI FRATELLI MUSULMANI SFILANO AL CAIRO EGITTO UN RAGAZZO MOSTRA LA PISTOLA DOPO LINCENDIO ALLA SEDE DEI FRATELLI MUSULMANI EGITTO UN RAGAZZO MOSTRA LA PISTOLA DOPO LINCENDIO ALLA SEDE DEI FRATELLI MUSULMANI

In quanto all' Italia, nonostante gli importanti rapporti commerciali con l'Egitto di cui ha dato documentazione, sempre sul Fatto (12/4) Maurizio Chierici, a dispetto delle 'grida' di Matteo Renzi e dell' inutile ministro degli Esteri Gentiloni, non farà nulla di diverso da quello che ci diranno gli americani di cui siamo servi da settant' anni. Giulio Regeni è stato vittima degli aguzzini dell' intelligence egiziana, ma anche dell' opportunismo della stampa occidentale che per vigliaccheria non ha informato su che cosa fosse realmente l' Egitto di Al Sisi.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…