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MENTRE RENZI CINGUETTA SUGLI 80 EURO, IL GOVERNO AUMENTA LE TASSE - MA GLI 80 EURO SONO UN'ELEMOSINA COME LA SCARPA DI ACHILLE LAURO E LA SOCIAL CARD DEL BANANA
Franco Bechis per http://limbeccata.it/
L’esercito di cheerleaders di Matteo, che sono la cosa più stucchevole e fastidiosa (come sempre lo è la stupidità umana) del renzismo, si è scatenato sui social network a difendere il proprio leader Matteo Renzi messo in crisi dai dati reali sull’economia italiani forniti dall’Istat. Una doccia fredda evidente, perchè quei dati dicono che con Renzi ancora una volta la pressione fiscale in Italia è salita, e nell’ultimo trimestre 2014 è arrivata addirittura al 50,3%.
renzi trova venti euro per terra
Ma come è possibile, hanno cinguettato subito le e gli cheerleaders renziani, noi abbiamo dato 80 euro al mese agli italiani! Il ritornello sugli 80 euro non è particolarmente nuovo, ma quando i dati reali ti mettono spalle al muro fa sempre comodo fischiettarlo. Certo che Renzi ha dato 80 euro ad alcuni italiani (a circa uno su cinque). Ma quel gesto non è una riduzione di tasse. E’ una regalìa, una sovvenzione sociale per altro nemmeno data a chi ne aveva più bisogno.
E’ stata inventata prima delle elezioni europee come la famosa scarpa di Achille Lauro data ai napoletani prima del voto, con la promessa dell’altra solo una volta fosse stato eletto. Renzi ha fatto più o meno così: ha promesso che quella regalìa sarebbe divenuta permanente e sarebbe stata allargata ad altre categorie. Si è preso i voti alle europee, e dopo ha mantenuto solo parzialmente le promesse: la scarpa è arrivata per fare il paio solo a una parte di quelli che erano stati abbindolati prima dell’urna.
matteo renzi pier carlo padoan
Gli 80 euro di Renzi sono sotto il profilo economico più sostanziosi, ma identici alla social card inventata nel 2008 da Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti e tanto criticata anche dagli attuali cheerleaders di regime. Con la social card andavano 40 euro al mese solo ai poverissimi: la cifra era la metà di quella di Renzi, e la platea molto più ristretta. Però erano quelli che avevano più bisogno, e la filosofia era la stessa: una sovvenzione di Stato, un contributo sociale. Non uno sconto fiscale: gli 80 euro non sono tasse tolte, ma un contributo dato dal governo solo a qualcuno per i suoi buoni motivi.
berlusconi tremonti
Achille Lauro
Il sistema fiscale italiano è progressivo, e questa caratteristica è sempre stata una bandiera della sinistra. Tanto è che le attuali cinque aliquote Irpef portano la firma di Vincenzo Visco e dell’ultimo governo di Romano Prodi. L’unico modo possibile per ridurre la pressione fiscale è toccare quelle aliquote verso il basso. Se lo si fa però il beneficio tocca tutti i contribuenti. Ad esempio se si porta dal 22 al 20% l’aliquota più bassa, sui redditi fino a 15 mila euro, dai 330 euro a tutti i contribuenti italiani. Una somma che peserà di più su chi ha redditi bassi e non conterà molto su chi guadagna ad esempio 240 mila euro.
Ma il beneficio deve riguardare tutti, altrimenti non è uno sconto fiscale. Il sistema progressivo è stato pensato dalla sinistra per tassare i ricchi più dei poveri. Va bene quando le tasse le devi mettere, non quando le devi togliere. Se tu tocchi le aliquote più basse, ne godranno anche quelli che guadagnano di più. Viceversa se tocchi le aliquote alte, il beneficio va solo ai ricchi. La vocazione della sinistra è sempre stata quella di mettere tasse “che sono bellissime”.
Non quella di toglierle: non avevano mai pensato a una possibilità simile. Così anche Renzi è stato messo spalle al muro: con lui gli italiani pagano più tasse e un quinto di loro riceve in compensazione un sussidio mensile da 80 euro. Risultato: l’Italia allarga la spesa pubblica mettendosi in cattiva luce con le regole Ue, e le tasse aumentano. Con buona pace dei o delle cheerleaders.